I ribelli siriani hanno fornito il bilancio aggiornato delle vittime della repressione dell’esercito di Assad che ha nuovamente promesso di sventare “a qualunque prezzo” il “complotto” messo in atto contro il regime. Solo nella giornata di ieri sarebbero 440 le persone uccise, a quanto hanno riferito i comitati locali della resistenza che hanno parlato di massacro a Daraya (lì oltre 300 vittime) e hanno denunciato nuovi bombardamenti stamani e colpi di artiglieria sulle periferie di Damasco, ad Aleppo e Daraya, con i civili che si stanno dando alla fuga. A Daraya, poi, sono stati rivenuti per strada i corpi di altre 32 persone, che comprendono donne e bambini. Stando a questi dati sarebbe il giorno più sanguinoso dall’inizio dei combattimenti. Lo scorso 12 luglio erano stati 287 i morti stimati dagli attivisti, la gran parte dei quali, 220, nella strage di Hama.
A differenza delle scorse settimane, sempre secondo gli insorti anti-regime, l’esercito fedele al presidente Bashar al Assad ha messo in campo l’aviazione, che ha sparato indiscriminatamente sui quartieri residenziali delle roccaforti della ribellione, nelle periferie di Damasco come a Homs, Hama, Dayr az Azzor, Aleppo. Ieri, nella sola Idlib, 10 missili lanciati dagli aerei hanno centrato alcuni quartieri della città. Stamani, i morti nei bombardamenti sono già 23.
La tv di Stato siriana ha annunciato che “a Daraya i terroristi sono stati cancellati” e ha celebrato una operazione militare che ha portato “all’eliminazione di un gran numero di loro” e a “spianare” la zona dove “sorgevano diversi magazzini per la fabbricazione di ordigni”. “Vittorie trionfali” sono stae annunciate anche ad Aleppo, dove i “terroristi hanno subito perdite di grandi dimensioni” e a Dayr az Zor. Intanto l’Associated Press ha diffuso la notizia della riapparizione in pubblico del vicepresidente siriano Farukal-Sharaa per la prima volta da settimane, ponendo fine alle voci sulla sua defezione dal regime. E anche oggi il presidente Assad ha promesso di sventare “a qualunque prezzo” il “complotto” messo in atto contro la Siria e contro la sua persona. “Quello che sta accadendo ora colpisce non solo la Siria, ma anche la regione di cui la Siria è la chiave di volta”, ha aggiunto il presidente.
“I paesi non allineati si oppongono ad ogni interferenza straniera e attività terroristica in Siria e quindi una nuova proposta verrà presentata ai margini del summit e sarà valutata dai paesi membri”. Così il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha annunciato che Teheran presenterà un piano di pace per la Siria durante il vertice che si è aperto oggi nella capitale iraniana. Il portavoce non ha fornito ulteriori dettagli, limitandosi a sottolineare che “non i paesi stranieri ma il popolo siriano deve decidere del proprio futuro politico”.