In attesa di Mazda, Sergio Marchionne ferma ancora Pomigliano. La direzione dello stabilimento campano della Fiat ha infatti comunicato alle organizzazioni sindacali che la produzione si fermerà dal 24 al 28 settembre e dall’1 al 5 ottobre a causa della “persistente situazione di crisi del mercato automobilistico europeo e italiano”.
L’annuncio è arrivato a pochi giorni dalla notizia del rischio di un rinvio al 2015 dell’avvio della produzione della Nuova Punto e, soprattutto, della visita dei giapponesi di Mazda, che a maggio avevano firmato col Lingotto un pre-accordo per la produzione in Asia di una spider a trazione posteriore e che, secondo le ipotesi che stanno circolando, potrebbero essere interessati all’affitto delle linee di produzione italiane della Fiat.
Alleggerendo così i problemi della casa italiana che, tra il resto, deve fare i conti con il dietrofront del nuovo governo serbo che ha detto chiaramente di non essere in grado di rispettare tutti gli obblighi contrattuali previsti per quest’anno nei confronti dell’impianto Fiat di Kragujevac – dove da luglio è partita la produzione in serie della nuova 500L – e dovrà rinviare una parte di essi al 2013. Sul piatto c’è il versamento a carico di Belgrado di 60 milioni nel capitale di Fiat Serbija che i serbi, proprietari del 30% circa della società, finora non hanno onorato.
Il tema sarà probabilmente al centro dell’incontro odierno tra il ministro serbo dell’Economia e finanze, Mladjan Dinkic, e il vicepresidente del gruppo Fiat, Alfredo Altavilla che però nei giorni scorsi ha messo le mani avanti definendo l’appuntamento di carattere “conoscitivo e privato”.
Bisognerà invece attendere fino al 15 settembre per un aggiornamento sullo stallo di Termini Imerese, l’impianto siciliano della Fiat da tempo in attesa di un cavaliere bianco dopo la sequenza di flop nel processo di selezione da parte di Invitalia dei candidati interessati a subentrare al Lingotto, previo incasso dei relativi finanziamenti pubblici. Tra due settimane, infatti, è previsto un nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico dove si ritroveranno per l’ennesima volta i tecnici del ministero, le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica, i delegati del Lingotto, la Regione siciliana e il consulente del governo.