Due anni di misteri. Di mezze verità. Di silenzi. Di illazioni. Di rivelazioni tanto clamorose quanto inconcludenti. Di ipotesi rimaste a mezz’aria. Due anni di indagini in più direzioni. Due anni e una domanda ancora senza risposta. Chi ha ucciso Angelo Vassallo? Chi volle la morte del sindaco-pescatore di Pollica, il paradiso del Cilento, il comune che primeggia per le bandiere blu del mare pulito e in tutte le classifiche di qualità della vita? E perché?
Vassallo venne ucciso la sera del 5 settembre 2010. Era in auto, stava rincasando. Si fermò davanti al suo assassino, abbassò il finestrino. Forse lo conosceva. Una mano incerta, nervosa, forse furiosa, arrabbiata, esplose nove colpi di pistola da una calibro 9. Sette andarono a segno. Dall’omicidio al rinvenimento del corpo passarono diverse ore. Ore preziose, che consentirono al killer di far perdere le proprie tracce. L’arma non è stata mai ritrovata: in queste settimane i Ris di Roma concluderanno le perizie su tre pistole recuperate dai Ros di Salerno, ma in due anni la calibro 9 usata per eliminare Vassallo potrebbe avere preso il volo chissà dove.
Per competenza territoriale la Procura di Vallo della Lucania fu la prima a occuparsi del caso. Il rapporto dei carabinieri fu inoltrato al pm Alfredo Greco. Ma in meno di 48 ore, al termine di una riunione tra gli uffici giudiziari di Vallo e Salerno, prevalse la tesi del delitto di camorra e si decise di affidare l’inchiesta alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, guidata dal procuratore capo Franco Roberti. L’inchiesta è curata dai pm Rosa Volpe e Valleverdina Cassaniello. Che coordinano uno spiegamento di forze imponente: i Ros dei Carabinieri, la Polizia, la Dia. L’impegno non manca. L’omicidio Vassallo è priorità assoluta nella scaletta di lavoro della procura salernitana, che non ha mai smesso di studiare le nuove informative e convocare testimoni vecchi e nuovi per approfondimenti investigativi. Si attende da un momento all’altro la ‘svolta’. La scoperta decisiva. Il tassello mancante.
Nei giorni scorsi il Tg5 ha ipotizzato un legame tra la reclusione di Marco Penza, il disabile cilentano incensurato che si ritrova in galera per aver bevuto un paio di birre di troppo e perché gli operatori della giustizia hanno dimenticato di applicargli la sospensione della pena, e le indagini sull’omicidio Vassallo. La notizia non pare avere particolare fondamento. Si sa che uno zio di Penza è stato sentito come testimone, segnalando la presenza di un sospetto ad Acciaroli il giorno dopo il delitto. Un po’ poco per azzardare conclusioni. Ma andiamo con ordine.
La Procura per spiegare l’omicidio ha battuto diverse piste. La prima parte dalla droga distribuita e venduta nei locali del porticciolo. Vassallo litigava coi pusher, li voleva fuori dal paese, chiedeva in continuazione la presenza delle forze dell’ordine e quando queste non intervenivano subito passava all’azione in prima persona e afferrava per il bavero gli spacciatori. Era capace di ‘scenate’ tremende. Nell’ottobre 2011 scattano le manette ai pusher, incriminati per spaccio. C’è anche l’uomo che è venuto alle mani con Vassallo pochi giorni prima del delitto. Fine della storia. Non ci sono collegamenti con l’omicidio. Un’altra pista si materializza da un verbale di un confidente. Che rivela di ascoltato la telefonata del presunto killer, compiuta dal cellulare di un’altra persona, che si lamentava della qualità della pistola. Oggi costui si troverebbe a Medellin, in Colombia. Ma è una tesi senza fondamento, mancano i riscontri.
Una terza pista riguarda una vigilessa originaria di Pollica, figlia di un generale dei Ros, arrestata a Roma insieme al compagno Sante Fragalà, siciliano vicino al clan di Nitto Santapaola, per un duplice omicidio nell’ambito di un regolamento di conti della mala laziale. Si chiama Ausonia Pisani e la sua famiglia avrebbe motivi di rancore verso Vassallo, che negò al padre, generale in congedo, il permesso per l’installazione di uno stabilimento balneare. Gli investigatori sono sicuri della presenza della Pisani e Fragalà ad Acciaroli la sera del 5 settembre 2010 e ordinano una perizia su un’arma rinvenuta in casa della poliziotta municipale. E’ una calibro 9, come la pistola del delitto Vassallo. Anche lo zio di Penza avrebbe riconosciuto Fragalà a Pollica in quei giorni.
Una quarta pista è quella degli appalti. Vassallo era il sindaco di un’amministrazione a impatto zero per l’ambiente. Era un ostacolo agli interessi degli speculatori edilizi. E da consigliere provinciale della Margherita ha presentato alcune denunce contro lo scempio di alcune strade provinciali che avrebbero dovuto unire i paesi del Cilento, appaltate a ditte che si erano divorate i soldi ma avevano lasciato a metà le opere. Quegli esposti hanno provocato una catena di inchieste e di arresti sulle malversazioni nei lavori pubblici della Provincia di Salerno. Il filone degli appalti e degli imprenditori collusi con ambienti vicini alla criminalità organizzata è sempre aperto. A fine luglio è stato sentito come testimone l’attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, il pupillo di Vassallo, che fu il suo vice nell’ultima giunta.
Oggi la comunità di Pollica ricorderà il suo sindaco con 15 minuti di silenzio. Dalle 18.45 alle 19, saracinesche abbassate e un pensiero di raccoglimento. Poi la messa di suffragio nella Chiesa del porto di Acciaroli. Ed infine il programma della terza giornata della Festa della Speranza, organizzata dalla Fondazione Vassallo: un incontro sulla “bella politica”, 35 primi cittadini di ogni colore venuti da ogni parte d’Italia e dall’estero a testimoniare le loro esperienze di buona amministrazione. Una celebrazione sobria e lontana dalle pomposità. Vassallo non avrebbe chiesto altro.
Cronaca
Omicidio Vassallo, nessuna verità dopo due anni di silenzi, indagini e svolte mancate
La sera del 5 settembre 2010 il primo cittadino di Pollica, nel Cilento, venne ammazzato con sette colpi di pistola mentre tornava a casa. Da allora, nulla si è saputo su chi ha eliminato il 'sindaco-pescatore': tante piste - dagli appalti negati, alla droga per finire ai rancori personali - ma niente di concreto
Due anni di misteri. Di mezze verità. Di silenzi. Di illazioni. Di rivelazioni tanto clamorose quanto inconcludenti. Di ipotesi rimaste a mezz’aria. Due anni di indagini in più direzioni. Due anni e una domanda ancora senza risposta. Chi ha ucciso Angelo Vassallo? Chi volle la morte del sindaco-pescatore di Pollica, il paradiso del Cilento, il comune che primeggia per le bandiere blu del mare pulito e in tutte le classifiche di qualità della vita? E perché?
Vassallo venne ucciso la sera del 5 settembre 2010. Era in auto, stava rincasando. Si fermò davanti al suo assassino, abbassò il finestrino. Forse lo conosceva. Una mano incerta, nervosa, forse furiosa, arrabbiata, esplose nove colpi di pistola da una calibro 9. Sette andarono a segno. Dall’omicidio al rinvenimento del corpo passarono diverse ore. Ore preziose, che consentirono al killer di far perdere le proprie tracce. L’arma non è stata mai ritrovata: in queste settimane i Ris di Roma concluderanno le perizie su tre pistole recuperate dai Ros di Salerno, ma in due anni la calibro 9 usata per eliminare Vassallo potrebbe avere preso il volo chissà dove.
Per competenza territoriale la Procura di Vallo della Lucania fu la prima a occuparsi del caso. Il rapporto dei carabinieri fu inoltrato al pm Alfredo Greco. Ma in meno di 48 ore, al termine di una riunione tra gli uffici giudiziari di Vallo e Salerno, prevalse la tesi del delitto di camorra e si decise di affidare l’inchiesta alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, guidata dal procuratore capo Franco Roberti. L’inchiesta è curata dai pm Rosa Volpe e Valleverdina Cassaniello. Che coordinano uno spiegamento di forze imponente: i Ros dei Carabinieri, la Polizia, la Dia. L’impegno non manca. L’omicidio Vassallo è priorità assoluta nella scaletta di lavoro della procura salernitana, che non ha mai smesso di studiare le nuove informative e convocare testimoni vecchi e nuovi per approfondimenti investigativi. Si attende da un momento all’altro la ‘svolta’. La scoperta decisiva. Il tassello mancante.
Nei giorni scorsi il Tg5 ha ipotizzato un legame tra la reclusione di Marco Penza, il disabile cilentano incensurato che si ritrova in galera per aver bevuto un paio di birre di troppo e perché gli operatori della giustizia hanno dimenticato di applicargli la sospensione della pena, e le indagini sull’omicidio Vassallo. La notizia non pare avere particolare fondamento. Si sa che uno zio di Penza è stato sentito come testimone, segnalando la presenza di un sospetto ad Acciaroli il giorno dopo il delitto. Un po’ poco per azzardare conclusioni. Ma andiamo con ordine.
La Procura per spiegare l’omicidio ha battuto diverse piste. La prima parte dalla droga distribuita e venduta nei locali del porticciolo. Vassallo litigava coi pusher, li voleva fuori dal paese, chiedeva in continuazione la presenza delle forze dell’ordine e quando queste non intervenivano subito passava all’azione in prima persona e afferrava per il bavero gli spacciatori. Era capace di ‘scenate’ tremende. Nell’ottobre 2011 scattano le manette ai pusher, incriminati per spaccio. C’è anche l’uomo che è venuto alle mani con Vassallo pochi giorni prima del delitto. Fine della storia. Non ci sono collegamenti con l’omicidio. Un’altra pista si materializza da un verbale di un confidente. Che rivela di ascoltato la telefonata del presunto killer, compiuta dal cellulare di un’altra persona, che si lamentava della qualità della pistola. Oggi costui si troverebbe a Medellin, in Colombia. Ma è una tesi senza fondamento, mancano i riscontri.
Una terza pista riguarda una vigilessa originaria di Pollica, figlia di un generale dei Ros, arrestata a Roma insieme al compagno Sante Fragalà, siciliano vicino al clan di Nitto Santapaola, per un duplice omicidio nell’ambito di un regolamento di conti della mala laziale. Si chiama Ausonia Pisani e la sua famiglia avrebbe motivi di rancore verso Vassallo, che negò al padre, generale in congedo, il permesso per l’installazione di uno stabilimento balneare. Gli investigatori sono sicuri della presenza della Pisani e Fragalà ad Acciaroli la sera del 5 settembre 2010 e ordinano una perizia su un’arma rinvenuta in casa della poliziotta municipale. E’ una calibro 9, come la pistola del delitto Vassallo. Anche lo zio di Penza avrebbe riconosciuto Fragalà a Pollica in quei giorni.
Una quarta pista è quella degli appalti. Vassallo era il sindaco di un’amministrazione a impatto zero per l’ambiente. Era un ostacolo agli interessi degli speculatori edilizi. E da consigliere provinciale della Margherita ha presentato alcune denunce contro lo scempio di alcune strade provinciali che avrebbero dovuto unire i paesi del Cilento, appaltate a ditte che si erano divorate i soldi ma avevano lasciato a metà le opere. Quegli esposti hanno provocato una catena di inchieste e di arresti sulle malversazioni nei lavori pubblici della Provincia di Salerno. Il filone degli appalti e degli imprenditori collusi con ambienti vicini alla criminalità organizzata è sempre aperto. A fine luglio è stato sentito come testimone l’attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, il pupillo di Vassallo, che fu il suo vice nell’ultima giunta.
Oggi la comunità di Pollica ricorderà il suo sindaco con 15 minuti di silenzio. Dalle 18.45 alle 19, saracinesche abbassate e un pensiero di raccoglimento. Poi la messa di suffragio nella Chiesa del porto di Acciaroli. Ed infine il programma della terza giornata della Festa della Speranza, organizzata dalla Fondazione Vassallo: un incontro sulla “bella politica”, 35 primi cittadini di ogni colore venuti da ogni parte d’Italia e dall’estero a testimoniare le loro esperienze di buona amministrazione. Una celebrazione sobria e lontana dalle pomposità. Vassallo non avrebbe chiesto altro.
Articolo Precedente
Imu alla Chiesa, manca il decreto. E anche nel 2013 rischia di non pagare
Articolo Successivo
Sea, faro Procura su consulenza pagata da società riferibile a Profumo
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, scontro sul testo del G7. Passa all’Onu la risoluzione europea sulla “integrità territoriale” di Kiev. Contrari gli Usa. Dall’Ue nuove sanzioni a Mosca
Mondo
Il presidente argentino Milei sotto indagine della procura per la truffa della criptovaluta $Libra
Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Un ente come Fondazione Bicocca è assolutamente innovativo perché apre totalmente al privato. Una formula coerente con le intenzioni del governo, che sta novellando le norme legate al partenariato pubblico-privato per un equilibrato rapporto tra gli interessi pubblici e l'interesse privato”. Così Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Bicocca, pertanto, sta facendo una bellissima esperienza: una start up all'interno della start up. Ci auguriamo, quindi, che il buon successo di questa iniziativa possa essere preso come esempio da molti altri. Il giusto e sano collegamento tra un'accademia, come questa l'università, e le imprese è una cosa buona e giusta che perseguiamo con grande attenzione”, conclude.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - "Oggi presentiamo Fondazione Bicocca a tutta la comunità e a tutti i nostri possibili stakeholders. Lo scopo della Fondazione è quello di mettere in relazione il territorio con l'università. È un facilitatore e quindi speriamo di ottenere dei grossi risultati. Oggi il primo evento di una lunga serie”. Così Marco Orlandi prorettore vicario dell'università Milano-Bicocca e presidente di Fondazione Bicocca durante l'evento "Connessioni per il futuro". Un incontro pensato per presentare Fondazione Bicocca, un nuovo ente in grado di supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’ateneo. “Siamo molto orgogliosi, siamo un'università giovane nata 26 anni fa, ma in questi 26 anni abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e questo era il momento di dotarsi di un altro strumento per essere ancora più attrattivi per il territorio e per i nostri stakeholders" conclude Orlandi.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".