Se sono libero di scegliere, allora come devo vivere? In Concorso a Venezia, Marco Bellocchio va a letto, anzi, porta a letto i suoi ultimi personaggi, trovati e creati davanti al capezzale di Eluana Englaro. Su tutte, dorme lei, Bella addormentata. Sono vite di uomini e donne non illustri a girarle intorno, sebbene ci sia anche un politico, un senatore, che deve decidere come votare per una legge terapeutica per alcuni, accanita per altri.
La bella addormentata è il sole attorno a cui ruotano pianeti così lontani così vicini: movimenti di rotazione e, per alcuni, movimenti di rivoluzione. Bellocchio cerca le convergenze, che siano rotte padre-figlia e madre-figlio, specularità di credente e non credente, rapporti medico-paziente. Tutti sul letto, qualcuno metaforicamente sul lettino, anche se l’analisi concede il passo alla psichiatria, ovvero, alla prescrizione farmacologica. Ma il pharmakon – lo psichiatra Roberto Herlitzka – poco può curare, soprattutto se somministrato dalla sentenziosità cialtrona. Ovvero, dalla mancanza di ascolto e dialogo tutta italiana.
Il letto, i letti. C’è il letto in cui vegeta la figlia di una grande attrice (Isabelle Huppert), ritiratasi per vegliare quel coma irreversibile: non sacrifica solo la carriera, ma figlio e marito (Gian Marco Tognazzi), perseguendo il miracolo nella sterile preghiera. Preghiera che non prega, ma isola, esclude: Divina Madre la Huppert, ma solo di nome, perché non è più madre, e le sue litanie sono profane, teatrali. Recita ancora, recita a casa il ruolo “salvifico” che s’è scelta. Ma non è ragione di vita, e in più di un’accezione.
C’è il letto d’amore di Maria (Alba Rohrwacher) e Roberto (Michele Riondino), che si incontrano davanti alla clinica della discordia: lei prega, lui no, ma il letto in cui finiscono è lo stesso. Lui ha un fratello psicotico, lei un padre, Uliano Beffardi (Toni Servillo), che fa il politico, ma non è politico: una moglie morta in un ultimo abbraccio in ospedale, un partito, il PdL, che non sembra concedergli libertà di scelta. E coscienza. Diviso tra pubblico e privato, segreti e potenziali bugie, è lui quel che sta peggio e che più di altri deve lasciarsi accadere: per il politico decide Eluana, per l’uomo può ancora decidere lui. Non a caso, Uliano è con la Divina Madre l’unico che non va a letto: non può dormire, e chi non dorme ha la coscienza sporca o, almeno, l’ha lasciata imbrattare. A Roma, nel Palazzo, nel suo caso, nell’accanimento terapeutico e anaffettivo, nel caso della Divina Madre.
C’è anche una heroin-chic che vuole morire (Maya Sansa), si chiama Rossa e si taglia le vene, ed è un medico Pallido (Piergiorgio Bellocchio) a metterla a letto: letto d’ospedale e, forse, d’amore. Sono diverse Italie, negli ultimi sei giorni di Eluana, tenute insieme dalla Domanda: come, perché vivere? Se Eluana può morire, Rossa va salvata, se Uliano è statodolce e mortifero, ora che sceglierà? E – Maria e Roberto – si può essere su posizioni ideologiche diverse, ma appaiati a letto? Si può, e il film di Bellocchio è di cristallina, lapalissiana possibilità. Non la tesi, non le barricate, che non tengono nemmeno in punto di morte, ma i “vecchi” esami di coscienza, la possibilità della speranza.
Vogliamo chiamarla libertà? Faremmo bene, perché viene in mente la Libertà di Franzen: “Se sono libero di scegliere, allora come devo vivere?”. Il film mette in scena quel se, in un crescendo di ostacoli: ideologia (Maria e Roberto), famiglia (Maria, Roberto, Uliano, Divina Madre), droga (Rossa) e coma (la figlia della Divina Madre). Chi da Bella addormentata s’aspettava il contrario, “Se non sono libero di scegliere, allora come devo morire?”, potrebbe rimanere deluso.
Peggio per lui: è ancora buongiorno, notte, ma vince la luce. La luce del cinema, di questo Cinema, sulle tante ombre del nostro Paese, abulicamente e bulimicamente piegato dalle immagini mediate e mediatizzate, con i politici a mollo davanti allo schermo, alle news. Due acquari che si specchiano. E la ragion mediatica, crediamo, avrebbe voluto un altro film: denuncia urlata, clamorosa e manichea del caso Englaro. Bellocchio no, Bellocchio è bello, l’Italia dorme. Ma dorme con la coscienza sporca. Uliano lo dice: “Mi sono rotto il cazzo delle immagini”. Anche noi, ma non di queste immagini. Tutto il resto è psicodramma: non quello della Englaro, quello nostro quotidiano. Bellocchio ci libera dalle immagini e libera le sue immagini, rendendoci liberi di scegliere come vivere. E lo fa dando al più impassibile, “mediaticamente” inerte dei suoi uomini e donne, Pallido, la possibilità di salvare. Salvarci da altre, brutte immagini. Perché se sono libero di scegliere, allora come devo guardare? Hic sunt leones…
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.
Federico Pontiggia
Giornalista e scrittore
Cultura - 5 Settembre 2012
Venezia 2012 – Bellocchio, liberi di, liberi da…
Se sono libero di scegliere, allora come devo vivere? In Concorso a Venezia, Marco Bellocchio va a letto, anzi, porta a letto i suoi ultimi personaggi, trovati e creati davanti al capezzale di Eluana Englaro. Su tutte, dorme lei, Bella addormentata. Sono vite di uomini e donne non illustri a girarle intorno, sebbene ci sia anche un politico, un senatore, che deve decidere come votare per una legge terapeutica per alcuni, accanita per altri.
La bella addormentata è il sole attorno a cui ruotano pianeti così lontani così vicini: movimenti di rotazione e, per alcuni, movimenti di rivoluzione. Bellocchio cerca le convergenze, che siano rotte padre-figlia e madre-figlio, specularità di credente e non credente, rapporti medico-paziente. Tutti sul letto, qualcuno metaforicamente sul lettino, anche se l’analisi concede il passo alla psichiatria, ovvero, alla prescrizione farmacologica. Ma il pharmakon – lo psichiatra Roberto Herlitzka – poco può curare, soprattutto se somministrato dalla sentenziosità cialtrona. Ovvero, dalla mancanza di ascolto e dialogo tutta italiana.
Il letto, i letti. C’è il letto in cui vegeta la figlia di una grande attrice (Isabelle Huppert), ritiratasi per vegliare quel coma irreversibile: non sacrifica solo la carriera, ma figlio e marito (Gian Marco Tognazzi), perseguendo il miracolo nella sterile preghiera. Preghiera che non prega, ma isola, esclude: Divina Madre la Huppert, ma solo di nome, perché non è più madre, e le sue litanie sono profane, teatrali. Recita ancora, recita a casa il ruolo “salvifico” che s’è scelta. Ma non è ragione di vita, e in più di un’accezione.
C’è il letto d’amore di Maria (Alba Rohrwacher) e Roberto (Michele Riondino), che si incontrano davanti alla clinica della discordia: lei prega, lui no, ma il letto in cui finiscono è lo stesso. Lui ha un fratello psicotico, lei un padre, Uliano Beffardi (Toni Servillo), che fa il politico, ma non è politico: una moglie morta in un ultimo abbraccio in ospedale, un partito, il PdL, che non sembra concedergli libertà di scelta. E coscienza. Diviso tra pubblico e privato, segreti e potenziali bugie, è lui quel che sta peggio e che più di altri deve lasciarsi accadere: per il politico decide Eluana, per l’uomo può ancora decidere lui.
Non a caso, Uliano è con la Divina Madre l’unico che non va a letto: non può dormire, e chi non dorme ha la coscienza sporca o, almeno, l’ha lasciata imbrattare. A Roma, nel Palazzo, nel suo caso, nell’accanimento terapeutico e anaffettivo, nel caso della Divina Madre.
C’è anche una heroin-chic che vuole morire (Maya Sansa), si chiama Rossa e si taglia le vene, ed è un medico Pallido (Piergiorgio Bellocchio) a metterla a letto: letto d’ospedale e, forse, d’amore.
Sono diverse Italie, negli ultimi sei giorni di Eluana, tenute insieme dalla Domanda: come, perché vivere? Se Eluana può morire, Rossa va salvata, se Uliano è statodolce e mortifero, ora che sceglierà? E – Maria e Roberto – si può essere su posizioni ideologiche diverse, ma appaiati a letto? Si può, e il film di Bellocchio è di cristallina, lapalissiana possibilità. Non la tesi, non le barricate, che non tengono nemmeno in punto di morte, ma i “vecchi” esami di coscienza, la possibilità della speranza.
Vogliamo chiamarla libertà? Faremmo bene, perché viene in mente la Libertà di Franzen: “Se sono libero di scegliere, allora come devo vivere?”. Il film mette in scena quel se, in un crescendo di ostacoli: ideologia (Maria e Roberto), famiglia (Maria, Roberto, Uliano, Divina Madre), droga (Rossa) e coma (la figlia della Divina Madre). Chi da Bella addormentata s’aspettava il contrario, “Se non sono libero di scegliere, allora come devo morire?”, potrebbe rimanere deluso.
Peggio per lui: è ancora buongiorno, notte, ma vince la luce. La luce del cinema, di questo Cinema, sulle tante ombre del nostro Paese, abulicamente e bulimicamente piegato dalle immagini mediate e mediatizzate, con i politici a mollo davanti allo schermo, alle news. Due acquari che si specchiano. E la ragion mediatica, crediamo, avrebbe voluto un altro film: denuncia urlata, clamorosa e manichea del caso Englaro. Bellocchio no, Bellocchio è bello, l’Italia dorme. Ma dorme con la coscienza sporca. Uliano lo dice: “Mi sono rotto il cazzo delle immagini”. Anche noi, ma non di queste immagini. Tutto il resto è psicodramma: non quello della Englaro, quello nostro quotidiano. Bellocchio ci libera dalle immagini e libera le sue immagini, rendendoci liberi di scegliere come vivere. E lo fa dando al più impassibile, “mediaticamente” inerte dei suoi uomini e donne, Pallido, la possibilità di salvare. Salvarci da altre, brutte immagini. Perché se sono libero di scegliere, allora come devo guardare? Hic sunt leones…
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Nicole, ti ritroveremo a Brera?
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.