“Il problema della mancanza di democrazia all’interno del Movimento 5 stelle c’è e lo ripeto”. Giovanni Favia sceglie la tv – Otto e mezzo su La7 – per ribadire quanto aveva già confidato a un cronista di Piazza pulita che, dopo averlo registrato di nascosto, aveva pubblicato l’audio scatenando un terremoto politico-mediatico. “Non posso essere d’accordo con i modi”, ha spiegato Favia riferendosi alla registrazione nascosta, ma “la questione c’è anche se l’ho detto in un momento di amarezza e grande stress”. 

Il consigliere regionale ha respinto l’accusa di essere un “traditore” rivoltagli da Grillo e dai militanti del M5S: “Dopo aver combattuto lunghe e oneste battaglie passare come Giuda su uno dei blog più importanti d’Italia come è quello di Grillo, evidenzia come ci sia stata un’assimetria informativa”. Per questo, dice  Favia,  “ho scelto il mezzo televisivo: per rispondere ad attacchi troppo forti per essere “combattuti” in veste di semplice cittadino”. Casaleggio, aggiunge, “è una persona onesta”. “Noi – assicura però – crediamo nel movimento e vogliamo contribuire a migliorarlo”. Da Grillo e Casaleggio, afferma, “non ho ancora ricevuto ancora una risposta”.

Favia risponde anche al post con cui oggi Beppe Grillo, citando una frase di Fabrizio De Andrè, lo aveva invitato a “prendere la porta” per andarsene. “Sono consigliere regionale e se c’è qualcuno che vuole la mia testa sono pronto a rassegnare le dimissioni. Ma io rispondo ai cittadini perché sono loro che mi devono giudicare”. 

Intanto oggi pomeriggio Corrado Formigli dal blog di Piazza pulita ha duramente ribattuto in merito a quanto accaduto nelle ore successive alla messa in onda dello scoop su Favia: “E’ stato azionato un triplice depistaggio attraverso il blog di Beppe Grillo e i fiancheggiatori del movimento”, ha scritto il giornalista.

Inutile, per Formigli, mettere in dubbio l’attualità dell’intervista che risale al 5 giugno scorso e che è stata confermata, dopo verifiche accurate, il 6 settembre, da esponenti del M5S, Favia compreso. Non vale neanche l’obiezione dello scoop “tenuto nel cassetto”, perché servirebbe soltanto a mettere da parte l’importanza del contenuto. “Il secondo depistaggio – scrive ancora il conduttore nel suo post –  è quello sul blog di Grillo di un “giornalista freelance”, Maurizio Ottomano, che ricostruisce un complotto tra Gaetano Pecoraro (il giornalista di La7 autore dello scoop, ndr) e Favia”.

E l’audio di ottima qualità? Per Formigli non viene considerata la potenza dei microfoni nascosti ben direzionati. Si è tentato anche di sottolineare come “molto stranamente” fra gli ospiti della puntata ci fosse Luca Telese, “ il più agguerrito nell’attaccare la mancanza di democrazia all’interno di M5S”. Ennesimo tentativo di sviare l’attenzione dall’intervista a Favia secondo l’ex pupillo di Michele Santoro. “Il nostro Poirot – commenta con sarcasmo Formigli – pensa di scoprire la ‘prova’ che l’intervista a Favia è tutta concordata scrutando le lancette malandrine del cronometro televisivo. Eccolo in azione: come mai il sito di Pubblico mette in rete il contenuto dell’intervista a Favia ben quattro minuti prima della sua messa in onda? “Preveggenza o più semplicemente preparazione adeguata del pezzo”? La risposta è semplice: comunicato stampa. Si chiama così un foglio che viene distribuito dall’ ufficio stampa di Piazza pulita circa dieci minuti prima della messa in onda”.

Conclusioni? Per Formigli, concentrando la loro attenzione su fantasiose interviste concordate, e scoop nascosti, “ci si è dimenticati della grave accusa che Favia muove al M5S: la mancanza totale di democrazia al suo interno. E così hanno fatto e continuano a fare i social network, impegnati più a dibattere di scenari dietrologici che di sostanza. Questo si chiama depistaggio”.

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