In ingegneria la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a forze impulsive (ovvero, della capacità di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi).
In psicologia la resilienza viene vista come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.
In ecologia la resilienza è la capacità di un ecosistema, inclusi quelli umani come le città, o di un organismo di ripristinare l’equilibrio del sistema, a seguito di un intervento esterno (come quello dell’uomo) che può provocare un deficit ecologico, ovvero l’erosione della consistenza di risorse che il sistema è in grado di produrre rispetto alla capacità di carico. (Definizioni tratte da Wikipedia)
Nella nostra società essere resilienti significa, in ultima istanza, essere resistenti. Ad un modello di sviluppo che non sta più in piedi. Bollito e fallito. I resilienti sono quelli che riusciranno a sopravvivere alla prossima crisi energetica, quando anche l’ultimo barile di petrolio sarà stato succhiato, voracemente, e non avremo più di che sfamare un sistema che fabbrica cose, produce energia, muove mezzi grazie a qualcosa che è sempre più complesso da ottenere (conflitti, costi di estrazione, esaurimento scorte, giacimenti calanti…).
Un resiliente, ad esempio, è un cittadino in grado di autoprodursi gran parte delle cose (beni, prodotti e servizi) di cui ha bisogno per vivere. Curare un orto nel giardino di casa (o sul balcone se non si ha a disposizione un pezzo di terra, o su un pezzo di terra messo a disposizione gratuitamente dall’amministrazione comunale) è un primo antidoto, concreto ed efficace, per smetterla di mangiare frutta e verdura prodotta chissà dove, gonfia di pesticidi di ogni tipo, dannatamente cara.
Un resiliente, per stare agli esempi concreti, è una persona che sceglie di avere cura della propria pelle, e dei polmoni, bandendo tutti quei prodotti per la pulizia della casa e della pelle fatti, per l’appunto, di petrolio. Che inquinano noi e le nostre falde acquifere. Che producono montagne di rifiuti (gli imballaggi in plastica), che costano un patrimonio e che puliscono (e profumano) non molto di più e meglio dei detersivi e detergenti che potremmo autoprodurci con pochi, semplici passaggi.
Un resiliente è una persona che ricomincia a usare le mani, coordinandole con il cervello, e si riappropria di gesti e saperi ed abitudini che gli consentono di allungare la vita delle cose. Riparandole, quando è possibile, mettendo in gioco la capacità di farlo senza l’ausilio del denaro, in comunità organizzate in cui la ricchezza è il tempo donato, come nel caso delle banche del tempo.
Una comunità resiliente, è un gruppo di cittadini e famiglie che provano a scardinare il sistema praticando, concretamente, l’alternativa. Magari con l’ausilio di una moneta locale, meglio ancora se supportati, sostenuti e incentivati da Municipi sostenibili, i cui amministratori non siano burocrati privi di una visione alta e altra del futuro, ma donne e uomini al servizio delle comunità locali, vedasi al riguardo le esperienze dei Comuni virtuosi, o delle Città in transizione.
Oggi, in questo crepuscolo di Impero che perde pezzi ad ogni angolo di strada, chi pratica la resilienza è in montagna a resistere, e sta contribuendo anche involontariamente al momento, che verrà, della liberazione.
Marco Boschini
Coordinatore associazione comuni virtuosi
Ambiente & Veleni - 15 Settembre 2012
Facciamo resilienza!
In ingegneria la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a forze impulsive (ovvero, della capacità di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi).
In psicologia la resilienza viene vista come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.
In ecologia la resilienza è la capacità di un ecosistema, inclusi quelli umani come le città, o di un organismo di ripristinare l’equilibrio del sistema, a seguito di un intervento esterno (come quello dell’uomo) che può provocare un deficit ecologico, ovvero l’erosione della consistenza di risorse che il sistema è in grado di produrre rispetto alla capacità di carico. (Definizioni tratte da Wikipedia)
Nella nostra società essere resilienti significa, in ultima istanza, essere resistenti. Ad un modello di sviluppo che non sta più in piedi. Bollito e fallito. I resilienti sono quelli che riusciranno a sopravvivere alla prossima crisi energetica, quando anche l’ultimo barile di petrolio sarà stato succhiato, voracemente, e non avremo più di che sfamare un sistema che fabbrica cose, produce energia, muove mezzi grazie a qualcosa che è sempre più complesso da ottenere (conflitti, costi di estrazione, esaurimento scorte, giacimenti calanti…).
Un resiliente, ad esempio, è un cittadino in grado di autoprodursi gran parte delle cose (beni, prodotti e servizi) di cui ha bisogno per vivere. Curare un orto nel giardino di casa (o sul balcone se non si ha a disposizione un pezzo di terra, o su un pezzo di terra messo a disposizione gratuitamente dall’amministrazione comunale) è un primo antidoto, concreto ed efficace, per smetterla di mangiare frutta e verdura prodotta chissà dove, gonfia di pesticidi di ogni tipo, dannatamente cara.
Un resiliente, per stare agli esempi concreti, è una persona che sceglie di avere cura della propria pelle, e dei polmoni, bandendo tutti quei prodotti per la pulizia della casa e della pelle fatti, per l’appunto, di petrolio. Che inquinano noi e le nostre falde acquifere. Che producono montagne di rifiuti (gli imballaggi in plastica), che costano un patrimonio e che puliscono (e profumano) non molto di più e meglio dei detersivi e detergenti che potremmo autoprodurci con pochi, semplici passaggi.
Un resiliente è una persona che ricomincia a usare le mani, coordinandole con il cervello, e si riappropria di gesti e saperi ed abitudini che gli consentono di allungare la vita delle cose. Riparandole, quando è possibile, mettendo in gioco la capacità di farlo senza l’ausilio del denaro, in comunità organizzate in cui la ricchezza è il tempo donato, come nel caso delle banche del tempo.
Una comunità resiliente, è un gruppo di cittadini e famiglie che provano a scardinare il sistema praticando, concretamente, l’alternativa. Magari con l’ausilio di una moneta locale, meglio ancora se supportati, sostenuti e incentivati da Municipi sostenibili, i cui amministratori non siano burocrati privi di una visione alta e altra del futuro, ma donne e uomini al servizio delle comunità locali, vedasi al riguardo le esperienze dei Comuni virtuosi, o delle Città in transizione.
Oggi, in questo crepuscolo di Impero che perde pezzi ad ogni angolo di strada, chi pratica la resilienza è in montagna a resistere, e sta contribuendo anche involontariamente al momento, che verrà, della liberazione.
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Mondo
Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari
Buriram, 2 mar. (Adnkronos) - Altra doppietta dei fratelli Marquez nel Gp della Thailandia di MotoGp. Dopo la Sprint Race i fratelli spagnoli hanno occupato le prime due posizioni anche nella gara lunga, con la Ducati ufficiale di Marc Marquez che fa doppietta davanti ad Alex Marquez, con la Ducati del Team Gresini, terza anche in gara l'altra Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia, per il tris di ducatisti sul podio, a seguire Franco Morbidelli, poi l'Aprilia del rookie Ai Ogura, e Marco Bezzecchi, mentre sono usciti Acosta e Mir e si è ritirato Fernandez.
Marc Marquez parte bene e guadagna subito la testa della gara ma a circa 19 giri al termine, un po' a sorpresa, Alex Marquez passa il fratello, che sembra aver deliberatamente rallentato per farsi passare e mettersi in scia del fratello, forse per un problema di pressione gomme. Dopo aver seguito a pochi decimi il fratello, a tre giri dal termine, Marc passa il fratello e scappa via verso la seconda vittoria consecutiva e la testa della classifica mondiale. (segue)
Gaza, 2 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas insiste sulla necessità di attuare la seconda fase del cessate il fuoco con Israele, dopo che Israele ha approvato un'estensione temporanea della fase iniziale.
"L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri è completare l'attuazione dell'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase", ha affermato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.