Il 12 settembre una ragazzina è stata lapidata dai titoli dei giornali (si anche di quelli di cui ci vorremmo fidare) che l’hanno chiamata “prostituta”. 22 anni, questa la sua età, venduta e acquistata dalla mafia maschile, quella che fa affari su tutto, anche sulle nostre “figlie”.
Provate a immaginare, un fisico molto giovane, un’anima indifesa, arrivata chi sa da dove ma messa al solito posto, sul marciapiede. E’ sotto gli occhi di tutti, migliaia di ragazzine, carne viva, sono il core business dei peggiori delinquenti, quelli che vendono carne umana e che non si limitano a venderla ma la rapiscono, ne spezzano la volontà con tutti i mezzi e se gli gira dopo avergli rotto le ossa in mezzo alla strada, le danno anche fuoco.
A questo orrore nessuno si oppone seriamente, né il governo, né la chiesa, né la polizia, né le madri né i padri delle nostre città.
In compenso i direttori dei giornali, maschi per lo più, si distraggono quanto basta da permettere titoli vergognosi che osano adoperare con disinvoltura la parola prostituta al posto della parola “vittima”. Tra i più noti: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Il Mattino,Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa, Paese sera, ecc…
Per questo dico, attenzione! Le parole sono pietre .. e per questo propongo che le testate giornalistiche “distratte” provvedano a proprie spese alla tutela legale e sanitaria della sventurata ragazza nel caso sopravviva alla “punizione”.