“Sto con Marchionne senza se e senza ma”, diceva Matteo Renzi qualche mese fa: e il ragazzo è coerente. Mentre Marchionne è costretto a smontare la bufala industriale del piano ‘Fabbrica Italia’, il suo fan fiorentino deve sbaraccare, più modestamente, i casotti di tubi innocenti da cui dava la caccia al Leonardo fantasma di Palazzo Vecchio. Tutto finito, nel più rigoroso silenzio stampa.
Sulla soap opera, anzi sull’operetta in vernacolo, il sipario si era aperto un anno fa. Dopo aver provato a strappare allo Stato la proprietà del David di Michelangelo, dopo aver annunciato la costruzione della facciata progettata da Michelangelo per San Lorenzo mezzo millennio fa, dopo aver proposto di ripavimentare Piazza della Signoria in cotto, ecco che il Bambino (di Palazzo) Vecchio aveva finalmente trovato il giocattolo che fa per lui: la caccia alla Battaglia di Anghiari, perfetta arma di distrazione di massa.
Peccato che sfruttare il cadavere inerte della gloriosissima storia dell’arte, a Firenze non sia un’idea originale: la Provincia cerca le ossa di Monna Lisa, il presidente del consiglio comunale gestisce le mostre-cassetta della povera casa di Michelangelo, il cardinale arcivescovo movimenta le tavole di Giotto come fosse la Gondrand, la Confindustria organizza una specie di fiera dei beni culturali che si chiama Florens (si scrive in latino, ma si legge in inglese).
Quando, un anno fa, la baracconata leonardesca aprì i battenti gli studiosi provarono a ricordare che: 1) non sappiamo su quale parete Leonardo iniziò a dipingere la famosa Battaglia, e che gli indizi più importanti sono a favore di quella occidentale, mentre il sindaco cercava sull’orientale; 2) le fonti dicono che la tecnica di Leonardo si rivelò sbagliata, e la pittura colò via prima ancora di esser finita; 3) che se ci fosse ancora stato qualcosa di visibile, Vasari non l’avrebbe mai coperto con un proprio, inamovibile affresco, ma avrebbe staccato la reliquia leonardesca; 4) che i precedenti sondaggi al radar escludono la presenza di una nicchia o di un’intercapedine realizzata con lo scopo di conservare qualcosa. Ma non ci fu niente da fare: il sor Matteo fece orecchi da mercante, e dette carta bianca a Maurizio Seracini, un ingegnere che ha fatto della ricerca della Battaglia di Anghiari la (nobile, quanto inquietante) mania di una vita intera. Forte della sponsorizzazione del National Geographic (interessatissimo a comprare per un tozzo di pane i diritti televisivi della caccia al Leonardo), Renzi affidò tutto non a un comitato scientifico, ma a Once Events, un’impresa fiorentina che organizza eventi di spessore, come la sfilata di moda agli Uffizi. Se Berlusconi voleva sostituire l’educazione pubblica con le famose ‘tre i’, a Renzi bastano due consonanti, una p e una r: pierre.
Quando ormai era tutto pronto per bucare Vasari e cercare Leonardo, nel primo esperimento di eugenetica storico-artistica, un granellino di polvere inceppò gli ingranaggi: come sempre in Italia, a fare la differenza fu un singolo individuo che non era disposto a far finta di non vedere. In questo caso si trattò di Cecilia Frosinini, una storica dell’arte che avrebbe dovuto guidare la gruvierizzazione del Vasari e che invece fece obiezione di coscienza, ricordando che la pagano per tutelare le opere, non per bucarle.
A questo punto la comunità scientifica reagì, e i più importanti esperti del Rinascimento e di Leonardo firmarono una petizione che chiedeva quel che sarebbe ovvio in qualunque paese civile: un comitato scientifico vero, e lo stop alla sagra del traforo creativo. La reazione di Renzi è stata un crescendo di insulti, minacce, annunci clamorosi: abbiamo trovato il colore di Leonardo, la lacca di Leonardo, manca poco la barba di Leonardo. Anche i più neutrali osservatori supponevano che Renzi avesse qualche asso nella manica, vista tanta sicumera. E tutti si chiedevano come, alla fine, ne sarebbe uscito. Ora lo sappiamo: quando rischiava di diventare evidente che le prove strombazzate in mondovisione da un raccapricciante documentario del National Geographic (che in confronto Alberto Angela è il presidente dei Lincei) non avrebbero retto a un minimo esame terzo, Renzi ha rovesciato clamorosamente il tavolo. Intorno a ferragosto ha scritto una lettera di fuoco al povero ministro Ornaghi (che una volta tanto aveva invece fatto il proprio dovere), addossandogli la colpa. Insomma: “Non trovo Leonardo, perché non mi lasciano lavorare!”.
Se vi ricorda Nonno Silvio (come lo chiama l’attento nipotino) non vi stupite: la retorica è esattamente quella di un berlusconiano nativo. Come ben dimostra questa chiusura in sordina: tutto messo a tacere per non portarsi nel camper l’imbarazzante zavorra di una conclamata balla spaziale. Il motto della campagna elettorale renziana è “Adesso”. E dice il vero: se fate l’errore di aspettare troppo, lo spot finisce. Proprio come a Palazzo Vecchio.
Il Fatto Quotidiano, 19 Settembre 2012
Tomaso Montanari
Storico dell'arte
Cultura - 19 Settembre 2012
Renzi e la soap opera del Leonardo fantasma
Sulla soap opera, anzi sull’operetta in vernacolo, il sipario si era aperto un anno fa. Dopo aver provato a strappare allo Stato la proprietà del David di Michelangelo, dopo aver annunciato la costruzione della facciata progettata da Michelangelo per San Lorenzo mezzo millennio fa, dopo aver proposto di ripavimentare Piazza della Signoria in cotto, ecco che il Bambino (di Palazzo) Vecchio aveva finalmente trovato il giocattolo che fa per lui: la caccia alla Battaglia di Anghiari, perfetta arma di distrazione di massa.
Peccato che sfruttare il cadavere inerte della gloriosissima storia dell’arte, a Firenze non sia un’idea originale: la Provincia cerca le ossa di Monna Lisa, il presidente del consiglio comunale gestisce le mostre-cassetta della povera casa di Michelangelo, il cardinale arcivescovo movimenta le tavole di Giotto come fosse la Gondrand, la Confindustria organizza una specie di fiera dei beni culturali che si chiama Florens (si scrive in latino, ma si legge in inglese).
Quando, un anno fa, la baracconata leonardesca aprì i battenti gli studiosi provarono a ricordare che: 1) non sappiamo su quale parete Leonardo iniziò a dipingere la famosa Battaglia, e che gli indizi più importanti sono a favore di quella occidentale, mentre il sindaco cercava sull’orientale; 2) le fonti dicono che la tecnica di Leonardo si rivelò sbagliata, e la pittura colò via prima ancora di esser finita; 3) che se ci fosse ancora stato qualcosa di visibile, Vasari non l’avrebbe mai coperto con un proprio, inamovibile affresco, ma avrebbe staccato la reliquia leonardesca; 4) che i precedenti sondaggi al radar escludono la presenza di una nicchia o di un’intercapedine realizzata con lo scopo di conservare qualcosa. Ma non ci fu niente da fare: il sor Matteo fece orecchi da mercante, e dette carta bianca a Maurizio Seracini, un ingegnere che ha fatto della ricerca della Battaglia di Anghiari la (nobile, quanto inquietante) mania di una vita intera. Forte della sponsorizzazione del National Geographic (interessatissimo a comprare per un tozzo di pane i diritti televisivi della caccia al Leonardo), Renzi affidò tutto non a un comitato scientifico, ma a Once Events, un’impresa fiorentina che organizza eventi di spessore, come la sfilata di moda agli Uffizi. Se Berlusconi voleva sostituire l’educazione pubblica con le famose ‘tre i’, a Renzi bastano due consonanti, una p e una r: pierre.
Quando ormai era tutto pronto per bucare Vasari e cercare Leonardo, nel primo esperimento di eugenetica storico-artistica, un granellino di polvere inceppò gli ingranaggi: come sempre in Italia, a fare la differenza fu un singolo individuo che non era disposto a far finta di non vedere. In questo caso si trattò di Cecilia Frosinini, una storica dell’arte che avrebbe dovuto guidare la gruvierizzazione del Vasari e che invece fece obiezione di coscienza, ricordando che la pagano per tutelare le opere, non per bucarle.
A questo punto la comunità scientifica reagì, e i più importanti esperti del Rinascimento e di Leonardo firmarono una petizione che chiedeva quel che sarebbe ovvio in qualunque paese civile: un comitato scientifico vero, e lo stop alla sagra del traforo creativo. La reazione di Renzi è stata un crescendo di insulti, minacce, annunci clamorosi: abbiamo trovato il colore di Leonardo, la lacca di Leonardo, manca poco la barba di Leonardo. Anche i più neutrali osservatori supponevano che Renzi avesse qualche asso nella manica, vista tanta sicumera. E tutti si chiedevano come, alla fine, ne sarebbe uscito. Ora lo sappiamo: quando rischiava di diventare evidente che le prove strombazzate in mondovisione da un raccapricciante documentario del National Geographic (che in confronto Alberto Angela è il presidente dei Lincei) non avrebbero retto a un minimo esame terzo, Renzi ha rovesciato clamorosamente il tavolo. Intorno a ferragosto ha scritto una lettera di fuoco al povero ministro Ornaghi (che una volta tanto aveva invece fatto il proprio dovere), addossandogli la colpa. Insomma: “Non trovo Leonardo, perché non mi lasciano lavorare!”.
Se vi ricorda Nonno Silvio (come lo chiama l’attento nipotino) non vi stupite: la retorica è esattamente quella di un berlusconiano nativo. Come ben dimostra questa chiusura in sordina: tutto messo a tacere per non portarsi nel camper l’imbarazzante zavorra di una conclamata balla spaziale. Il motto della campagna elettorale renziana è “Adesso”. E dice il vero: se fate l’errore di aspettare troppo, lo spot finisce. Proprio come a Palazzo Vecchio.
Il Fatto Quotidiano, 19 Settembre 2012
Lady Etruria
di Davide Vecchi 11.4€ Acquista su AmazonArticolo Precedente
Chiedi chi era Roberto Roversi
Articolo Successivo
Mucca Affamata
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
FQ Magazine
“Ma chi deve venire al tuo concerto a Barcellona”, “C’è scritto sold out somaro, sai leggere?”: il botta e risposta tra Gue’ e un hater su X
Lana di pelo di cane e gatto, è boom di richieste: “Un maglione può costare anche mille euro, ogni gomitolo racchiude la storia dell’animale amato”
Un tè bollente rovesciato sui genitali lo costringe a subire diverse operazioni: Starbucks dovrà risarcirlo per 50 milioni di dollari
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato sul prossimo Consiglio europeo.
"La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dell’Isis o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni -ha concluso la premier- potrà consentire l’implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi la Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri Ue, così come la stessa Commissione europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione dell’Italia sul concetto di Paese sicuro di origine. L’auspicio, ovviamente, è che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati Membri e dell’Unione europea stessa, perché significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilità stessa dell’Europa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Ma in ogni caso -ha aggiunto la premier- stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico".
Roma, 18 (Adnkronos) - "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l’azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l’Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Ravenna, 18 mar. (Adnkronos) - Manca solo un mese all’avvio della nuova stagione di Mirabilandia! L’appuntamento è fissato per giovedì 17 aprile alle ore 10.30. Il Parco divertimenti più grande d’Italia si prepara a un 2025 imperdibile con delle incredibili novità. Grande attesa per Nickelodeon Land, la nuova area di ben 25.000 mq dedicata alle famiglie con bambini e giovani adulti, dove divertirsi in compagnia di SpongeBob, Patrick, le Tartarughe Ninja, Dora e la Paw Patrol. All’interno dell’area troveranno posto 10 attrazioni, 3 punti ristoro a tema, 2 aree meet&greet e uno shop tematizzato. I fan di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saliranno a bordo del nuovo coaster per famiglie Cowabunga Carts per un’avventura adrenalinica in compagnia delle Tartarughe Ninja. Gli appassionati di viaggi troveranno una foresta pluviale da scoprire insieme all’amata esploratrice Dora e il suo Dora’s Train Adventure, con una colonna sonora che farà cantare, battere le mani e sorridere tutti insieme. Un’esperienza indimenticabile sarà anche il Boots’ Balloons per salire in alto, molto in alto, in una mongolfiera.
Gli amici di SpongeBob e Patrick troveranno i loro personaggi preferiti a Splish Splat per un’esperienza rinfrescante, nelle stanze della casa di SpongeBob and Friends oppure a Jellyfish Jam per volare in alto e inseguire le meduse giganti. Per perdere la testa ad alta velocità, immancabile una corsa sul Bikini Bottom Express. I cuccioli Paw Patrol saranno i padroni di casa della famosa torre di controllo a Paw Patrol Adventure Bay con la versione in miniatura dei loro veicoli. Cinture allacciate e grande azione per il coaster Paw Patrol To The Rescue e Rubble’s Rapids per un’avventura acquatica. Uniche le atmosfere di Adventure Bay Carousel per un giro insieme agli amici a 4 zampe di Nickelodeon. Ma le novità non finiscono qui! La nuova stagione avrà anche un palinsesto degli show completamente rinnovato. Sul palco del Pepsi Theatre andrà in scena un’attualissima versione di Pinocchio: un musical con musica dal vivo che vede protagonista il burattino di legno trasformato in un robot umanoide da alcuni scienziati visionari. In Piazza della Fama si alterneranno i sogni di Usnavi, un giovane carismatico pieno di talento, in New York Dreams, e le favole ricche di personaggi di fantasia dello spettacolo C'era Una Volta. Ritmo, energia e avventure preistoriche si sentiranno a Dino DJ nell’area Dinoland del Parco. Nella Far West Valley sarà John e il suo solitario viaggio nelle aride frontiere al centro dello show Wild West Cowboy.
All’apertura dei cancelli, nella Baia dei Pirati, ad accogliere i visitatori ci saranno gli attori-ballerini di Action! – Welcome Show per un benvenuto davvero movimentato. La stunt arena ospiterà l’imperdibile Hot Wheels City-La nuova sfida, il più acclamato stunt show d'Europa, con il loop mobile più alto (15 metri di altezza) mai eseguito prima in un parco divertimenti. Un appuntamento che dopo oltre 20 anni continua ad attrarre il pubblico di tutte le età. Per le vie del Parco si incontrerà la Nickelodeon Parade con tutti i personaggi più amati dai bambini. Esibizioni, canti e balli andranno in scena al Teatro Nickelodeon con Let’s Party per delle vere e proprie feste in cui divertirsi tutti insieme. Tanti i momenti Meet&Greet per foto ricordo da portare a casa. Per i visitatori in cerca di adrenalina da Guinness dei primati, sempre a disposizione le amatissime attrazioni come iSpeed, Katun e Divertical. “Ormai ci siamo, la stagione 2025 sta per partire e noi siamo particolarmente entusiasti di presentare Nickelodeon Land, una novità assoluta per l’Italia, commenta Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia. L’accordo con Paramount non è solo un nuovo fiore all’occhiello per il nostro Parco, ma anche un grande valore aggiunto per il territorio e per l’industria del turismo italiana”. La stagione 2025 di Mirabilandia prenderà il via giovedì 17 aprile e si concluderà domenica 2 novembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - "Gli eventi cardiovascolari rimangono la prima causa di morte in Italia, in Europa e nel mondo, ed è questo che ci spinge a non fermarci. Il nostro obiettivo e la nostra ambizione è quella che nessun cuore smetta di battere troppo presto. E per raggiungere questo obiettivo continuiamo nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per i pazienti". Lo ha detto questa mattina a Milano Chiara Gnocchi, country Comms & Advocacy head di Novartis Italia, in occasione dell'incontro 'Non solo colesterolo Ldl: alla scoperta della Lipoproteina (a)', organizzato dalla farmaceutica.
"Novartis è presente nell'area cardiovascolare da oltre 40 anni - sottolinea Gnocchi - Si tratta infatti di un impegno continuo che ci ha visto portare soluzioni terapeutiche innovative nell'ambito dello scompenso cardiaco e dell'ipercolesterolemia. Il nostro primo impegno è nel conoscere meglio la scienza. Questo ci ha permesso di comprendere alcuni fattori prognostici e predittivi sui quali lavorare, con soluzioni terapeutiche che stiamo ricercando e sviluppando, per abbattere il rischio di eventi cardiovascolari".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "L’Italia accoglie con favore il Piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione, nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due Stati, è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato in Aula la consegna alla Camera del testo delle comunicazioni rese al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Il dibattito avrà inizio domani alle 9,30 e proseguirà con la replica della premier, per concludersi con il voto sulle risoluzioni.