Centrato l’obiettivo: tagli alle commissioni e azzeramenti ai trasferimenti. Così, secondo la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, finisce lo scandalo partito dall’ex capogruppo del Pdl Franco Fiorito. La governatrice è intervenuta in consiglio regionale, ha parlato di dimissioni “vere, ma sospese”, di un “regolamento serio” e da qui ha aggiunto di sentirsela di “andare avanti”. “Oggi abbiamo centrato l’obiettivo, ciò che avevo chiesto – ha spiegato la Polverini alla Pisana – Abbiamo dimezzato le commissioni, abolito quelle speciali, azzerato i trasferimenti al consiglio regionale. Ora metteremo in campo un regolamento serio”.
Quindi la presidente si è rivolta ai consiglieri di maggioranza: “Noi non abbiamo bisogno dei sondaggi. Dobbiamo capire se ce la sentiamo di fare uno sforzo importante, sapendo che tutto quello che faremo avrà un’osservazione particolare. Se voi ve la sentite io me la sento”. E, sorprendentemente, si è difesa attaccando il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha detto: “Dice che mi devo dimettere ma mi deve spiegare perché non lo ha fatto lui davanti alle vicende Lusi e Penati” (arriverà poi la risposta del Pd: “Dichiarazioni patetiche. Fa parte di una maggioranza che ha fatto razzia del denaro pubblico. Invece che farneticare, farebbe meglio a dimettersi”).
“Il voto unanime mi ha convinta che vale ancora la pena di andare avanti” ha aggiunto insomma la Polverini. Quindi è convinta: “Se c’è la volontà come oggi, che ho potuto riscontrare in Aula, di proseguire in modo unanime su questi provvedimenti, ovviamente rimanendo sulle posizioni di maggioranza e opposizione, è mio dovere rimanere”.
I tagli (anche alle Asl). Secondo la Polverini con i tagli approvati oggi “i cittadini del Lazio avranno venti milioni in più”. Risorse che “andranno all’assessorato al lavoro e politiche sociali. Viste le difficoltà su questi due versanti. Inoltre i fondi per la nuova palazzina, che abbiamo revocato, saranno destinati alla sanità, ad opere concrete che andremo a realizzare insieme perchè i tagli li abbiamo fatti insieme”. Sono stati azzerati e revocati gli investimenti: per esempio “la nuova palazzina non si farà, abbiamo revocato l’assegnazione delle auto blu, sciolto i monogruppi e creato l’impianto razionalizzazione dei fondi”. Le commissioni consiliari sono passate da 16 a 8.
Tra i tagli che la Polverini ha in serbo di fare tra ottobre e dicembre anche “la riduzione delle Asl, la soppressione delle comunità montane, l’accorpamento delle società regionali e la modifica dei vitalizi. Tra ottobre e al massimo dicembre – ha detto – si possono ridurre le Asl accorpandone subito due”. Ed ancora la soppressione delle comunità montane e delle 21 società regionali “da trasformare in holding” e un’azione su l’Ater e le Ipab. “Sono soltanto alcune delle cose che possiamo fare – ha detto in aula – se siamo d’accordo possiamo dare un esempio nella consapevolezza di aver fatto un danno, quanto meno di immagine perchè alcuni non hanno fatto nulla”.
La nuova capogruppo del Pdl. Il “giorno della verità” della Polverini si è aperto con la nomina del terzo capogruppo Pdl in consiglio regionale in poche settimane. Chiara Colosimo è stata eletta dai consiglieri all’unanimità e succede così al dimissionario Francesco Battistoni. Il governatore prenderà oggi pomeriggio una decisione sul suo futuro politico. Tutto dipenderà dal voto sui tagli agli sprechi. Questa mattina l’ex segretario Ugl ha scritto una lettera al quotidiano Il Tempo: “Sul piano politico è intollerabile e indecente quanto accaduto”. E prosegue: “Poiché il ruolo della politica è dare risposte, in Consiglio regionale e in giunta ho chiarito e agito immediatamente. Se il Consiglio regionale non adotterà le misure che abbiamo approntato non ha senso che l’Assemblea regionale resti in carica”.
“Da oggi parte il rilancio del Popolo della Libertà alla Regione Lazio, e lo fa compatto” ha detto la neoeletta capogruppo. “Siamo contenti di poter partecipare – ha aggiunto – alla svolta della Regione Lazio, per quello che riguarda i costi e lo abbiamo fatto consapevolmente”. Colosimo, 26 anni, è la più giovane consigliera del Lazio. Proveniente dalle fila di An, corrente Fabio Rampelli, è anche dirigente regionale dei giovani del partito. Fu proprio lei, lunedì, nel corso della seduta di Consiglio dell’aut-aut di Polverini a prendere la parola al posto del capogruppo. La governatrice non ha mai nascosto la sua stima per la giovane consigliera anche pubblicamente.
Polverini: “Sapevo e avevo chiesto tagli”. La Polverini è tornata a parlare oggi confermando quel “non poteva non sapere” che Fiorito avrebbe detto ai magistrati riferita alla governatrice. E lo fa spiegando di essersi mossa, in effetti, da tempo per chiedere un taglio alle spese del consiglio: “I dipendenti del Consiglio hanno un contratto diverso da quelli della Giunta. La Giunta quindi non può che erogare le risorse sulla base di quello che il Consiglio chiede. La cifra abnorme era già nella mia attenzione. Avevo richiamato più volte il presidente del Consiglio ad avviare una spending review che in parte aveva già iniziato a fare. Nell’ultima fase avevo cominciato a scrivere lettere che già tutti conoscono, perchè è evidente che quella cifra, al di là di quello che è stato commesso, era una cifra che in un momento così delicato per la nostra Regione non era più possibile permettersi”.
La presidente della Regione giura che, superato questo ostacolo, cambierà il Lazio: “Se oggi il Consiglio dimostra, e sono sicura che farà così, che c’è la consapevolezza di poter andare avanti malgrado ciò che ho definito una catastrofe politica ancora da superare – sostiene – saremo in grado di trasformare in questi due anni e mezzo questa Regione”. “Con il taglio delle Commissioni da 20 a 8 e con tutti gli altri provvedimenti già trasformati in atti quest’anno porteremo 20 milioni di risparmio” ha aggiunto, prevedendo 26 milioni di risparmi per i prossimi due anni.
Alfano: “Polverini parte lesa”. Oggi il segretario nazionale del partito Angelino Alfano difende (di nuovo) la Polverini: “Lei è parte lesa in questa vicenda – dice – Non faremo sconti a nessuno. Noi non abbiamo nulla a che fare con ladri rubagalline. Le mele marce devono essere sempre meno anche attraverso i criteri di selezione della classe dirigente. Il male è nel cuore dell’uomo, non è facile assicurare che a nessuno arrivi, ma il nostro partito deve fare in modo che siano casi isolati”.
Le versioni di Franco. Sull’altro fronte, però, bisogna fare i conti con le parole di Franco Fiorito, che nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm (salvo poi smentire in tv), ha parlato di una lettera protocollata il 18 luglio e inviata anche a Renata Polverini: “C’è stata una congiura nei miei confronti dopo la lettera perché volevo controllare quei conti, perché i miei li ho versati tutti secondo la legge, altri no”. Da qui la linea secondo cui Polverini “non poteva non sapere”. Stamani intanto nuovo vertice in Procura al quale hanno partecipanti i magistrati titolari dell’inchiesta e gli ufficiali della Guardia di Finanza che conducono le indagini.