Torna dopo tre mesi, Beppe Grillo, in quel piazzale della Pace di Parma che aprì ai suoi ragazzi le porte del palazzo comunale. Quella sera il Movimento Cinque stelle capì che con buona probabilità avrebbe governato. Oggi, dopo tre mesi, è un’altra cosa, un altro appuntamento. Un altro argomento, quello dell’inceneritore. Ma la piazza non è piena come allora. Centinaia di persone, ma non è una ressa, come ci si sarebbe aspettati.
Il sindaco Federico Pizzarotti qualche problema di ordinaria amministrazione continua ad averlo. Grillo lo sa, a mezza voce lo ammette: “Sbagliamo, io sbaglio. Ma questi ragazzi hanno speso in tre mesi 86 euro”. Problemi con l’inceneritore, certo, il motivo per cui il leader del Movimento è a Parma. Ma anche con le altre opere che la giunta Vignali gli ha lasciato in eredità e con un debito che sfiora il miliardo e non permette distrazioni: “Hanno speso 86 euro, ma nessuno lo scrive. Continuano a dire che ci ha messo troppo tempo a nominare gli assessori, ma nessuno parla di chi in questa città ha creato un debito di un miliardo”, ripete Grillo. Poi se la prende con i giornalisti: “Se questa è la classe politica che abbiamo avuto il merito è anche della stampa. Un’informazione vergognosa”. ”Giornalisti carogne”, ”schiavi dei loro editori”.
Prima di partecipare all’iniziativa, Beppe Grillo ha invece concesso, prima in albergo, poi nel retropalco, una lunghissima intervista a una televisione della Danimarca. Una parte dell’intervista è stata fatta anche in macchina, quando Grillo è arrivato in piazza della Pace, a bordo di un’auto familiare, accompagnato dal sindaco Federico Pizzarotti. Incontrandolo all’ingresso dell’albergo, scherzando davanti alle telecamere, Grillo ha salutato il primo cittadino di Parma con una battuta: “Casaleggio mi ha detto di dirti delle cose”, ma poi, parafrasando una favola di Calvino, lo prende come modello di “uomo onesto arrivato alla guida di una città di ladri”.
Poi l’arrivo in piazza e il bagno di folla, dove mostrando alla tv danese la schiera di giornalisti e telecamere che lo aspettavano, Grillo ha colto l’occasione per illustrare la sua opinione sulla stampa italiana: “Ci dovete aiutare voi tv straniere – ha detto nelle sue dichiarazioni, peraltro mai interrotte da domande – in Italia io le interviste le faccio con i cittadini, perché qui in Italia non ci sono giornali liberi, a parte Il Fatto quotidiano”.
Ma quindi lei non è democratico?, gli ha chiesto uno dei giornalisti che lo aspettavano. “No, io non sono democratico” è stata la sua risposta provocatoria, mentre sul palco cominciava un dibattito organizzato dal Movimento 5 stelle di Parma, con esperti che si sono alternati per spiegare ai cittadini le contraddizioni della vicenda inceneritore di Parma e la nocività degli impianti. Ci sono i guru di riciclo rifiuti Raphael Rossi, Walter Ganapini e Roberto Cavallo, il presidente dei Medici per l’ambiente Manrico Guerra, il consulente dell’amministrazione comunale per l’inceneritore Paolo Rabitti e l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli, e Aldo Caffagnini, presidente dell’associazione Gestione corretta rifiuti. È il “Dies Iren”, e Grillo una volta sul palco non risparmia le multiutility, ed in particolare quella che riunisce le città di Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Genova e Torino, e che nella città ducale sta costruendo l’inceneritore. “Nelle multiutility i maggiori azionisti sono i Comuni, che non sono più Comuni, ma Spa con amministratori delegati, dove a pagare alla fine sono i cittadini, perché se la società va in perdita, la ripagano alzando le tariffe”. Grillo parla di un sistema che sta morendo, dove Parma, con la sua lotta al termovalorizzatore di Ugozzolo, sta giocando un ruolo fondamentale. “E’ l’unica città in Iren che non è in mano al Pd, ed è per questo che diamo fastidio, perché in Borsa non si è quotata Iren, ma il Pd”. Poi l’ex comico punta il dito su Consob: “Iren ha denunciato il Comune di Parma, che è un suo azionista, e Consob non dice nulla. Secondo voi è normale?”.
“Iren fallirà”. Grillo non ha dubbi su come finirà la vicenda inceneritore. “Iren fallirà. Ha tre miliardi di debito e altrettanti ne fattura. Sarebbe già fallita se non la mantenessero i Comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia. Non può andare avanti. E il giorno che Iren fallirà trascinerà nel baratro tutti i suoi azionisti, i Comuni stessi”. Anche sul futuro di Parma Grillo ha un’idea precisa: “La faranno diventare come Napoli e daranno la colpa al Movimento 5 stelle – spiega – ma la verità è che Iren ha anche la gestione dei rifiuti e quando a ottobre scadrà la convenzione, la Regione si inventerà qualcosa per non fare un’asta pubblica”.
Poi Grillo, in merito all’amministrazione Pizzarotti, parla anche di minacce che avrebbero ricevuto il sindaco e i suoi assessori. “Hanno tutti contro, stanno togliendo le schifezze di questa città, come l’Orchestra del Regio, una Srl che prendeva musicisti dalla Romania, e gli imprenditori locali li osteggiano”.
Il leader passa quindi ai temi nazionali e alle polemiche sulla democrazia interna sul Movimento. “Casaleggio? Dietro di me ci sono io e dietro Casaleggio c’è Casaleggio, e c’è una Srl in perdita di 20mila euro. Ma la gente non può capire, perché non crede che qualcuno possa fare qualcosa senza un tornaconto economico”.
In piazza è presente anche Valentino Tavolazzi, consigliere comunale di Ferrara che è stato il primo grande accusatore di Beppe Grillo sul fronte della democrazia interna nel Movimento 5 Stelle.
Favia non sale sul palco. C’è anche il consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Giovanni Favia, all’incontro organizzato a Parma. Protagonista della vicenda del fuori onda in cui ha denunciato la mancanza di democrazia interna al movimento, è stato in qualche modo scomunicato dallo stesso Grillo, che ha scritto sul blog che il consigliere regionale non ha più la sua fiducia. Favia, a differenza dell’altro consigliere regionale, Andrea Defranceschi, non è salito sul palco, limitandosi a seguire i lavori del convegno a distanza. Accanto all’indifferenza di molti militanti, Favia ha però ricevuto il sostegno di molti altri, che sono andati a stringergli la mano per dimostrargli il proprio sostegno, rubando per pochi secondi la scena anche a Beppe Grillo, il mattatore. Favia ha preferito non rilasciare dichiarazioni sui temi che aveva sollevato. “Ma incontrerai Beppe Grillo?”, gli hanno chiesto. “Vediamo, se capiterà…” ha risposto lui, che fino a pochi mesi fa era uno dei pupilli del comico genovese. Ma poi, commentando l’intervento di Grillo sul palco, ha aggiunto: “E’ un grandissimo comunicatore, condivido in pieno quello tutto quello che ha detto ma oggi sono qua per parlare dell’inceneritore non c’è nessuna ascia di guerra da sotterrare con Grillo. Il Movimento deve restare unito e dobbiamo dare tutti un contributo per arricchirlo. Io sono dentro al Movimento, è la mia casa. Penso di poterla recuperare la fiducia”.
Intanto è Grillo sul palco ad affrontare il tema della democrazia: “Mi chiedono se voglio fare democrazia tradizionale – continua – noi vogliamo fare democrazia senza altri aggettivi”. Poi il leader del Movimento si lancia all’attacco di Mario Monti: “E’ l’esorcista al contrario, è qui per fare recuperare i crediti alla Francia e alla Germania. Non siamo falliti solo per salvare loro”. E poi, sulla sua idea di uscire dall’euro, chiarisce una volta per tutte: “Non ho mai detto che dobbiamo uscire dall’euro, sono i cittadini che devono decidere con un referendum”.
Legge elettorale. Incalzato dalle domande dei giornalisti, Grillo parla poi delle elezioni. “Facciano la legge elettorale che vogliono, non ci interessa, tanto saranno scacciati via. Non è questione di fare alleanze, di sostituire una classe politica con un’altra”. A chi gli chiede che cosa ne pensa delle previsioni che danno il Movimento 5 stelle al 20 per cento alle prossime elezioni, il leader replica: “Non ci interessa il 20 per cento, vogliamo il 100 per cento…”.“Saremo in parlamento – continua – bisogna smetterla con questa visione fanciullesca del leader, se falliamo noi arriva il leaderone, arriva come in Grecia Alba dorata, dovreste ringraziarci perché occupiamo un vuoto che altrimenti toccherebbe agli estremisti”. Dello stesso tenore le affermazioni sull’euro: “La mia posizione non la dico, è giusto però che decidano gli italiani attraverso un referendum“
Infine, a chi gli chiede se si sente ancora un comico, replica: “Non sono più un comico, sono un ex comico, sono un ex di qualcosa, non lo so… Noi stiamo provando a fare qualcosa di diverso”.
Fiat. “In tanti si fermano per stringere la mano all’ex comico, che parla dell’Italia, toccando i grandi temi che vanno dalla Parmalat all’Ilva e alla Fiat. “Quindici anni fa la Fiat sapeva fare macchine, avevano dei progettisti bravissimi, 20 anni fa al centro ricerche di Orbassano avevano già realizzato l’auto elettrica. E poi, basta, tutto finito, si sono dati alla finanza e agli hedge funds. Sono vent’anni che parlo di queste cose, e vent’anni prima di me le dicevano altri. E voi non sapete niente, vergogna”.
Rivoluzione di civiltà. Quindi l’attenzione ritorna di nuovo al Movimento 5 stelle e alla sua crescita in Italia. “I sostenitori del Movimento 5 stelle non vogliono cambiare la classe politica, ma fare una rivoluzione di civiltà, di cultura e di pensiero. Questo è un miracolo non mio ma della rete che è andata avanti in 3 anni senza soldi: abbiamo rotto un meccanismo, perché dentro i Comuni, nei consigli regionali sono arrivati gli onesti”.
La chiusura dell’incontro punta di nuovo su Parma e sui temi più cruciali per l’amministrazione Pizzarotti: l’inceneritore e il Teatro Regio. “L’inceneritore non deve accendersi” dice, e Pizzarotti gli fa eco: “Non deve essere l’ultimo inceneritore in Regione, perché se così fosse sarà anche l’ultimo a spegnersi”. Grillo infine lancia un appello per il Festival Verdi: “Ci sono ancora biglietti in vendita, comprateli. Anche io verrò all’inaugurazione, se mi invitano, e pagherò il mio biglietto”.
di Silvia Bia e Emiliano Liuzzi
Foto di Roberto Brancolini