Credevo che la Rete fosse un “luogo democratico per eccellenza, al quale chiunque può accedere per dare voce alle proprie opinioni”, in realtà “può diventare arena di violenza incontenibile, diffamazione incontrastabile, vera e propria delinquenza mediatica”. Per questo e per altri motivi uno dei soci fondatori lascia la Casaleggio Associati. Enrico Sassoon, 64 anni, direttore del mensile di management Harvard Business Review Italia, lo ha annunciato con una lunga lettera al Corriere della Sera, mettendo in fila i motivi che hanno portato a questa decisione. Da una parte perché è stato accusato più volte di rappresentare i “poteri forti“: dalle banche alla “destra americana”. Ma di più ha pesato, scrive Sassoon, la serie di improperi ricevuti negli ultimi anni sui blog più diversi: dall’estrema sinistra all’estrema destra. Insulti che sono arrivati anche a essere antisemiti perché il cognome in effetti ha quell’origine.
“Non rappresento alcun potere forte – scrive Sassoon nella sua lettera – né in generale né nello specifico, né ritengo che alcun potere forte si senta rappresentato da me. La prova del contrario la lascio ai maliziosi interpreti che si sono finora beati nel richiamare fantasiose teorie complottistiche degne di romanzi d’appendice più che di una stampa seria e informata. Non conosco Beppe Grillo, non ci siamo mai incontrati né scambiati telefonate, mail o sms”. E chiarisce: “Lascio la società perché i miei interessi personali e professionali sono altrove, ma anche per spezzare il filo delle speculazioni interessate. Mi auguro che serva”. Fin qui il primo motivo.
L’altro riguarda “una valanga apparentemente inarrestabile di diffamazioni e calunnie di violenta intensità, basate su ancor più farneticanti teorie del complotto, che sono apparse e continuano ad apparire in blog e siti di diversa connotazione: da quelli di ispirazione esplicitamente nazi-fascista a quelli di tendenza diametralmente opposta (come i Meet Up di supporto a Grillo) passando per una varietà di blog e siti di varia natura che vanno dai circoli vegetariani a club politici o territoriali delle più diverse tendenze. In questi luoghi la teoria assume i toni foschi del complotto pluto-giudaico-massonico di memoria zarista e hitleriana. L’attribuzione di rappresentante dei poteri forti origina da qui, per assumere contorni decisamente deliranti e razzisti”.
Dal cognome Sassoon, racconta l’ex socio della Casaleggio, si è risaliti perfino a una famiglia con lo stesso nome che operava 250 anni fa nella Compagnia delle Indie che commerciava in droghe e spezie: “Tanto basta per vedermi associato, un quarto di millennio dopo, a una ‘potente dinastia di narcotrafficanti'”. Poi è stato un effetto domino: Sassoon dice di essere stato associato a “Bilderberg, Massoneria, Mossad, Illuminati, Lobby delle multinazionali, circoli esoterici e altre amenità di questo tipo da far impallidire Dan Brown o l’Umberto Eco del ‘Cimitero di Praga’”.
Da qui le riflessioni sulla libertà di pensiero trasformata da internet e dai blog (della quale si fa forte evidentemente anche Beppe Grillo) che però ha effetto (distorto) sull’informazione tradizionale: “Il primo punto è dunque come fare in modo che si salvaguardi la libertà di opinione ed espressione con la necessaria tutela di chi, per un motivo o per l’altro, venga preso di mira con intenti diffamatori e, nel caso in specie, anche razzisti. Ma i fatti non si fermano qui, perché la teoria del complotto dei poteri forti, che va avanti in Rete da almeno quattro anni, da un paio d’anni a questa parte è stata acriticamente assunta anche dai media ‘ufficiali’, ossia radio, televisione e carta stampata. Avevo erroneamente giudicato tutto sommato sgradevoli ma innocui quei siti e blog, prevedendone un progressivo declino in funzione della palese idiozia dei riferimenti e argomentazioni”.
Le informazioni “distorte” sono poi filtrate nella stampa quotidiana e in tv, racconta Sassoon, in un trionfo di “copia e incolla”. “Di recente, ad esempio, ho avuto il dubbio privilegio di sentirmi associato su La7 dal direttore di Rai4 Carlo Freccero ai poteri forti e al Bilderberg, per la felicità degli ospiti presenti. Altri, come l’ex politico Gianni De Michelis, hanno dichiarato a Radio24 che certamente dietro al successo di Grillo si ritrova la ‘destra americana’”.
“Decine di articoli e servizi televisivi – conclude Sassoon – hanno sostenuto e sostengono ogni giorno il teorema dei poteri forti dediti a infiltrare il Movimento, non si sa bene se per legittimarlo o delegittimarlo. Un’informazione distorta e malata, che impone una seria riflessione”.