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Tecnostressati, camminate con me sulle braci ardenti!

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Non è uno scherzo. Se usate troppa tecnologia digitale, se siete iperconessi alla Rete e il vostro cervello sembra scoppiare perché gestite ogni giorno troppe informazioni, allora siete esposti al rischio tecnostress. I sintomi sono mal di testa, calo della concentrazione, ansia, insonnia, ipertensione, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori.

Mi occupo di questo problema dal 2007, quando ho fondato Netdipendenza Onlus e pubblicato il libro “Tecnostress in azienda”. Durante una ricerca che ho condotto nel 2008 è emerso che può favorire anche il calo del desiderio sessuale. Quindi, bisogna correre ai ripari. Difendere la propria salute. Il Testo Unico 81 del 2008, che regola la normativa per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ha reso obbligatorio per le aziende la valutazione dello stress negli ambienti di lavoro. E di recente Lorenzo Fantini, dirigente del Ministero del Lavoro e presidente della Commissione permanente sullo Stress Lavoro Correlato, ha dichiarato che il tecnostress rischia di diventare la malattia professionale del futuro.

Le professioni più tecnostressanti – come emerge in un’altra mia ricerca – sono le seguenti: operatori Ict, giornalisti, analisti finanziari, informatici, top manager, ip manager, sviluppatori web, pubblicitari, analisti contabili, operatori call center.  Cioè gente che usa per molte ore al giorno la tecnologia digitale. E voi, quante ore trascorre con il computer? E con il cellulare? I tablet? Credete anche voi che la vita frenetica e ipertecnologica può favorire lo stress?

Le nuove tecnologie hanno aperto nuovi orizzonti, ma favoriscono anche la solitudine e le videodipedenze. L’ex editore Ivo Quartiroli ha scritto un interessante saggio sul “digitale che divide da noi stessi”, intervistando molti “malati di tecnologia”. Il problema principale è che usiamo troppo la mente quando siamo davanti a uno schermo. Andiamo in information overload, cioè il sovraccarico informativo, come lo definiscono gli studiosi americani. «Bisogna riattivare il nostro corpo, educandolo al movimento consapevole e creativo», mi spiega Elizabeth Koole, autrice del libro “Il corpo si fa ponte” ed insegnante di educazione fisica.

Riaccendere la vitalità del corpo. E’ con questo obiettivo simbolico che ho organizzato il 30 settembre una camminata sulle braci ardenti per tecnostressati, in collaborazione con la formatrice manageriale Serenella Ballore. Spezzare l’incantesimo degli schermi, recuperare il benessere e riprendere in mano la propria vita. Qui trovate la pagina Facebook dell’evento, qui il servizio del Tg1, qui il video girato con un iPhone dal presidente di Assodigitale Michele Ficara Manganelli, che invita i tecnostressati a lasciare per un giorno gli schermi e a correre nei parchi.

 




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