Il governo spagnolo ha varato oggi una finanziaria da 39 miliardi di euro per correggere i conti pubblici del 2013. Il provvedimento prevede nuove tasse sulle emissioni di CO2 e sulle transazioni azionarie e l’eliminazione di alcuni benefici fiscali.

Inoltre il governo limiterà i pensionamenti anticipati, estenderà al 2013 il congelamento dei salari pubblici e varerà un nuovo istituto per il monitoraggio del deficit e del debito. Domani l’esecutivo diffonderà i risultati dell’audit dai quali sapremo di quanti soldi ha bisogno la Spagna per salvare il suo sistema bancario.

Dei 100 miliardi di euro stanziati da Bruxelles, Madrid finora ha lasciato intendere che ne utilizzerà 60. A quel punto probabilmente si capirà meglio se la Spagna intende richiedere o meno un intervento della Bce per l’acquisto di bond.

In un’intervista al Wall Street Journal il premier iberico Mariano Rajoy ha annunciato che la Spagna chiederà il salvataggio della Ue se i tassi d’interesse sui titoli di Stato “resteranno troppo alti per troppo tempo” e quindi rischiano di danneggiare l’economia. Lo stesso giornale in serata ha poi sottolineato che gli investitori stanno vendendo a piene mani i bond spagnoli e italiani sulla scia dei crescenti timori che il piano della Bce possa essere ostacolato dal ritardo della Spagna a chiedere formalmente il salvataggio.

E ieri a Madrid gli Indignados sono tornati in piazza per manifestare contro e i tagli decisi dalle politiche di austerity del governo. Il bilancio degli scontri è stato di 64 feriti e 28 arresti. 

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