L’architetto Michele Ugliola avrebbe avuto tre “referenti politici”: oltre all’ex assessore regionale lombardo all’Edilizia, Davide Boni, anche l’ex assessore all’Ambiente e al Commercio, Franco Nicoli Cristiani e l’ex assessore alle Risorse idriche, Massimo Buscemi. E’ quanto avrebbe detto, nel corso di un incidente probatorio a porte chiuse, Gilberto Leuci, ex collaboratore di Ugliola, sentito nell’ambito dell’inchiesta su un giro di tangenti in relazione a progetti immobiliari nell’hinterland milanese. Si tratta dell’inchiesta che ha portato nei mesi scorsi il leghista Boni alle dimissioni dalla presidenza del Consiglio regionale lombardo.
Nicoli Cristiani (arrestato a novembre 2011 in un’altra inchiesta per corruzione) e Buscemi non sono indagati nel procedimento che vede invece Boni accusato di corruzione. Da quanto si è saputo, Leuci – sentito davanti al gup di Milano Antonella Bertoja – al pm Paolo Filippini che gli chiedeva quali fossero i referenti politici di Ugliola, quando c’erano progetti immobiliari da portare avanti, avrebbe indicato, oltre a Boni, e al suo ex collaboratore Dario Ghezzi, anche Nicoli Cristiani e Buscemi.
Leuci avrebbe anche raccontato, da quanto si è appreso, che Ugliola era molto ‘geloso’ dei suoi contatti politici e quindi, in sostanza, non parlava facilmente di questi rapporti. Quando gli è stato chiesto di elencare i “referenti politici”, però, Leuci avrebbe messo a verbale anche i nomi di Nicoli Cristiani e Buscemi. Leuci, ex socio e cognato di Ugliola ha parlato anche di una vacanza in Egitto che Boni avrebbe passato in compagnia di Ugliola. Leuci ha spiegato, inoltre, che lui si rapportava solo con Ugliola e con Ghezzi e che era poi Ugliola a versare a Ghezzi (in favore di Boni) le presunte tangenti raccolte dagli imprenditori. Soldi che, secondo Leuci, dovevano servire per ottenere atti amministrativi favorevoli per portare avanti i progetti immobiliari. Secondo le indagini, sarebbero state raccolte, tra il 2008 e il 2010, mazzette a favore del leghista Boni per un totale di circa 1,2 milioni di euro.
Lunedì scorso era stato interrogato Ugliola, sempre in incidente probatorio per ‘cristallizzare’ la prova in vista di un eventuale processo (il contro-esame dell’architetto da parte delle difese andrà avanti il prossimo 9 ottobre). Il professionista – indagato assieme a Leuci, Boni e altre 6 persone – aveva spiegato davanti al gup che lui era considerato l’architetto ‘di riferimento’ per alcuni progetti immobiliari nell’hinterland milanese, e in particolare a Cassano d’Adda. E avrebbe messo a verbale che ci sarebbe stato un accordo, nel 2007, tra lui e Boni: l’architetto faceva da ‘collettore‘ delle mazzette che gli imprenditori del settore immobiliare dovevano versare e le tangenti poi, stando alla versione di Ugliola, arrivavano all’ex presidente del consiglio regionale lombardo ed ex assessore all’Edilizia, attraverso Ghezzi che materialmente le ‘ritirava’.