Franco Fiorito è stato iscritto nel registro degli indagati anche dalla Procura di Viterbo nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione delle fatture del gruppo consiliare del Pdl in Regione. L’ex capogruppo del Popolo della Libertà alla Regione Lazio è stato oggi interrogato per cinque ore dal pm Massimiliano Siddi per l’ipotesi di reato di calunnia e falso. Assieme a Fiorito sarebbero indagati anche diversi membri del coordinamento regionale del Pdl.
Fiorito era stato ascoltato dai pm di Viterbo il 24 settembre scorso ma in qualità di testimone. Il fascicolo sulle fatture gonfiate o false è scaturito da una denuncia per diffamazione a mezzo stampa contro il giornalista Paolo Gianlorenzo presentata dai legali di Francesco Battistoni, successore di Fiorito alla guida del gruppo in Regione: in oggetto la pubblicazione su un sito web una decina di fatture relative alle spese sostenute da Battistoni. Fatture che, secondo il procuratore capo di Viterbo Alberto Pazienti, “sono state evidentemente e grossolanamente alterate o completamente falsificate”. Gianlorenzo ha sostenuto che le fatture gli erano state consegnate da qualcuno “vicino” a Fiorito.
Il filone viterbese si somma all’indagine romana sulla gestione che Fiorito – accusato di peculato – avrebbe fatto dei soldi pubblici destinati alle spese del consiglio. Interesse principale della Procura della capitale è ottenere spiegazioni non tanto sui conti degli altri, quanto sui 109 bonifici che hanno portato 753mila euro dalle casse del partito su conti esteri intestati al consigliere o ai familiari.
Poco più di una settimana fa l’ex sindaco di Anagni aveva annunciato attraverso il suo difensore Carlo Taormina che “avrebbe restituito i soldi”. Nel lungo interrogatorio davanti agli inquirenti romani l’ex capogruppo aveva spiegato che quello applicato da lui era il sistema comune e che nel suo ruolo di consigliere veniva ‘perseguitato’ dai consiglieri che gli chiedevano soldi per cene, manifestazioni e altro. “Er Batman”, questo il suo soprannome, è finito nel registro degli indagati all’inizio di settembre. Su 17 consiglieri che formano il gruppo Pdl alla Regione, sette avrebbero presentato fatture false. Mettendo tutto nero su bianco il consigliere ha consegnato ai magistrati il dossier di ricevute rimborsate agli ex colleghi che ha trascinato la Regione Lazio allo scioglimento della giunta.
In questo ambito è stata interrogata stamattina la ex findanzata di Fiorito, Samantha Reali. Tre ore di interrogatorio, i cui atti sono stati secretati. Da quel che si sa, la Reali avrebbe ammesso di aver ricevuto tre bonifici da parte dell’ex capogruppo del Pdl non sapendo comunque da dove provenissero quei fondi. Reali è stata accompagnata dall’avvocato Fabrizio Gallo. “La mia assistita – ha affermato il penalista – ha dato la massima collaborazione agli inquirenti”. Nei giorni scorsi la Reali in varie dichiarazioni aveva detto di ritenere che il denaro fosse il compenso per avere aiutato Fiorito nella campagna elettorale.
Giustizia & Impunità
Fondi Pdl, Fiorito indagato anche a Viterbo con i vertici del partito
L'ex consigliere Pdl è indagato a Viterbo con l'accusa di falso e calunnia. Avrebbe falsificato le fatture delle spese sostenute dall’ex capogruppo Francesco Battistoni. Indagini anche su diversi membri del coordinamento regionale del partito
Franco Fiorito è stato iscritto nel registro degli indagati anche dalla Procura di Viterbo nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione delle fatture del gruppo consiliare del Pdl in Regione. L’ex capogruppo del Popolo della Libertà alla Regione Lazio è stato oggi interrogato per cinque ore dal pm Massimiliano Siddi per l’ipotesi di reato di calunnia e falso. Assieme a Fiorito sarebbero indagati anche diversi membri del coordinamento regionale del Pdl.
Fiorito era stato ascoltato dai pm di Viterbo il 24 settembre scorso ma in qualità di testimone. Il fascicolo sulle fatture gonfiate o false è scaturito da una denuncia per diffamazione a mezzo stampa contro il giornalista Paolo Gianlorenzo presentata dai legali di Francesco Battistoni, successore di Fiorito alla guida del gruppo in Regione: in oggetto la pubblicazione su un sito web una decina di fatture relative alle spese sostenute da Battistoni. Fatture che, secondo il procuratore capo di Viterbo Alberto Pazienti, “sono state evidentemente e grossolanamente alterate o completamente falsificate”. Gianlorenzo ha sostenuto che le fatture gli erano state consegnate da qualcuno “vicino” a Fiorito.
Il filone viterbese si somma all’indagine romana sulla gestione che Fiorito – accusato di peculato – avrebbe fatto dei soldi pubblici destinati alle spese del consiglio. Interesse principale della Procura della capitale è ottenere spiegazioni non tanto sui conti degli altri, quanto sui 109 bonifici che hanno portato 753mila euro dalle casse del partito su conti esteri intestati al consigliere o ai familiari.
Poco più di una settimana fa l’ex sindaco di Anagni aveva annunciato attraverso il suo difensore Carlo Taormina che “avrebbe restituito i soldi”. Nel lungo interrogatorio davanti agli inquirenti romani l’ex capogruppo aveva spiegato che quello applicato da lui era il sistema comune e che nel suo ruolo di consigliere veniva ‘perseguitato’ dai consiglieri che gli chiedevano soldi per cene, manifestazioni e altro. “Er Batman”, questo il suo soprannome, è finito nel registro degli indagati all’inizio di settembre. Su 17 consiglieri che formano il gruppo Pdl alla Regione, sette avrebbero presentato fatture false. Mettendo tutto nero su bianco il consigliere ha consegnato ai magistrati il dossier di ricevute rimborsate agli ex colleghi che ha trascinato la Regione Lazio allo scioglimento della giunta.
In questo ambito è stata interrogata stamattina la ex findanzata di Fiorito, Samantha Reali. Tre ore di interrogatorio, i cui atti sono stati secretati. Da quel che si sa, la Reali avrebbe ammesso di aver ricevuto tre bonifici da parte dell’ex capogruppo del Pdl non sapendo comunque da dove provenissero quei fondi. Reali è stata accompagnata dall’avvocato Fabrizio Gallo. “La mia assistita – ha affermato il penalista – ha dato la massima collaborazione agli inquirenti”. Nei giorni scorsi la Reali in varie dichiarazioni aveva detto di ritenere che il denaro fosse il compenso per avere aiutato Fiorito nella campagna elettorale.
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Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
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Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.