Il governo Monti ha bocciato la gestione commissariale della Sanità molisana del presidente della Regione, Michele Iorio. Non poteva essere letto in altro modo l’arrivo a Campobasso di un nuovo commissario ad acta che, come aveva preannunciato lo scorso 30 maggio il ministro della Salute Renato Balduzzi, “affiancherà il presidente Iorio per attuare il Piano di rientro dal disavanzo sanitario”. In quell’occasione Balduzzi – rispondendo all’interrogazione del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro – sottolineò l’inesistenza delle condizioni per la rimozione del governatore molisano dall’incarico di commissario. “Attualmente la situazione giuridica del presidente Iorio è di prorogatio – affermò il ministro – in quanto lo statuto del Molise non prevede un procedimento specifico a seguito dell’annullamento delle elezioni” da parte del Tar. Insomma senza quell’impedimento Iorio probabilmente sarebbe già stato destituito dalla carica che, nel 2009 l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, gli conferì per far fronte al ripetuto inadempimento della Regione alle disposizioni di razionalizzazione della spesa sanitaria dettate dallo Stato.
“In sostanza – sintetizza il consigliere regionale di Costruire Democrazia, Massimo Romano – il responsabile del disastro venne posto con poteri straordinari a risolvere lo sfascio che egli stesso aveva creato”. Ma poco importa perché, pur rimanendo al suo posto, Iorio di fatto non conta più nulla. La nomina del nuovo commissario ad acta (Filippo Basso), fatta dal Consiglio dei ministri il 7 giugno scorso, rappresenta il suo totale fallimento: solo nel 2011 il disavanzo della Sanità molisana ha superato i 40 milioni di euro. Il Molise dunque è la prima Regione a sperimentare il commissariamento del commissario. La conferma, che ad occuparsi del risanamento della struttura sanitaria molisana sarà esclusivamente il tecnico nominato dal governo, è riportata nel verbale del tavolo tenutosi a Roma il 20 luglio scorso tra il presidente-commissario molisano e gli alti dirigenti dei ministeri dell’Economia e della Salute. Un documento secretato ma reso pubblico, soltanto nei giorni scorsi, dal consigliere regionale Romano. “L’ho ottenuto, non senza difficoltà, da una fonte anonima di Roma”, racconta a ilfattoquotidiano.it. Ventitré pagine che sintetizzano l’incontro per la verifica trimestrale degli adempimenti per il rientro dal deficit, durante il quale il governatore viene umiliato e ridicolizzato. Già perché gli emissari del governo oltre a bocciare ancora una volta la gestione della sanità da parte della Regione, rimproverano a Iorio una serie di comportamenti non in linea con le direttive imposte da Roma. Come il mancato recapito della documentazione entro la data di scadenza (5 luglio) fissata dai ministeri e il conseguente tentativo di giustificazione con l’esecuzione, proprio in quel giorno, del back-up del sistema documentale della Regione. Una fandonia prontamente smascherata dal tavolo tecnico: “E’ stato verificato – scrivono i tecnici ministeriali – che alcuni documenti inseriti a sistema il 6 luglio recavano la data del protocollo regionale in uscita il 6 luglio stesso”. Nessun back-up. “Non è la prima volta che si verifica l’invio tardivo”, continuano a lamentare i dirigenti dei ministeri, ormai convinti che “la gestione commissariale non appare adeguatamente strutturata neppure per far fronte all’invio della documentazione”.
L’elenco delle inadempienze, evidenziate dai rappresentanti dei ministeri dell’Economia e della Salute, è lunghissimo e riguarda anche la sanità privata: il tavolo richiama ad esempio l’attenzione su una notizia, diffusa dalla stampa locale, relativa alla costruzione di una nuova struttura della Neuromed – la clinica della famiglia dell’eurodeputato Pdl ed ex vicepresidente della Regione, Aldo Patriciello – “di cui i ministeri affiancanti non erano stati messi a conoscenza”. Gli emissari del governo chiedono quindi a Iorio se il nuovo padiglione della clinica sia compatibile con il numero dei posti letto programmati e con gli impegni economici assunti con il Piano di rientro. E naturalmente se vi sia l’autorizzazione edilizia. La risposta di Iorio, riportata nel verbale, è stupefacente: “Il Presidente della Regione, pur essendo presente alla cerimonia della ‘posa della prima pietra’ come riportato dalla stampa, dichiara di non essere a conoscenza dell’esistenza di una preventiva autorizzazione regionale e che sta approfondendo la questione con gli uffici regionali”.
Non è finita perché sotto la lente di ingrandimento del tavolo finiscono anche i contratti di attribuzione di incarichi fatti dall’Asrem (Azienda sanitaria regionale del Molise) e l’autorizzazione – da parte della stessa Asl – dell’istituto del comando. I comandi infatti “sono assimilabili ad assunzioni che l’azienda – viene sottolineato – non può effettuare a norma di legge”. E tra i neo “assunti” alla Asrem c’è anche il figlio del presidente della Regione, il dottor Luca Iorio, assunto dalla Asl di Rovigo e comandato dalla Asrem a prestare servizio presso la U.O.C dell’ospedale “Cardarelli” di Campobasso. In sostanza la Asrem opera “in contrasto con quanto osservato dai ministeri affiancanti e in violazione del blocco del turn over nonché della legislazione vigente”. Ma ciò che più risalta in quel documento è un concetto chiaro e semplice, ma a scanso di equivoci ripetuto – seppur con parole diverse – più volte: registrato l’insuccesso di Iorio, adesso sarà il Commissario Basso a cercare di far rientrare la Sanità molisana dall’enorme deficit accumulato negli anni, a redigere il nuovo Piano sanitario e a definire “i criteri per l’adozione, da parte dell’Asrem, dell’atto aziendale”. Solo lui.