Un blitz della Guardia di finanza in Regione è scattato questa mattina, mentre era in corso l’assemblea legislativa proprio sui tagli alle spese dei gruppi consiliari. Le Fiamme Gialle – dopo l’apertura del fascicolo contro ignoti per peculato – sono alla ricerca di tutte le fatture degli ultimi anni.
A Bologna i finanzieri si erano già presentati diverse settimane fa: ieri è stata formalizzata la costituzione di un pool guidato da due pubblici ministeri e cinque uomini della Finanza che, da qui ai prossimi mesi, lavoreranno solo sulla destinazione che hanno fatto i soldi destinati ai gruppi consiliari. La Procura a Bologna è da tempo che segue il profumo dei soldi. Lo aveva fatto con le interviste in tv a pagamento. Era da quel gruzzolo mal giustificato che i consiglieri, dal Movimento 5 stelle al Pd, fatta eccezione solo per l’Italia dei Valori, prelevavano i soldi che giravano sui conti correnti delle televisioni private per interviste, trasmissioni, dibattiti.
Il pool di investigatori è arrivato intorno alle 10.10, nel giorno di massima visibilità, quando si doveva discutere un documento per ridurre ancora, nel 2013, i costi della politica. La risoluzione, poi unanime, è una nuova versione dell’ordine del giorno uscito giorni fa dalla conferenza dei capigruppo: aggiunge, su proposta Idv e Movimento 5 stelle, l’intenzione di “pubblicizzare l’intera documentazione relativa alle spese dei gruppi”, anche per anni precedenti e tutto online. Sottoscritto da tutti tranne l’Udc (ma l’unica consigliera è all’estero), dà mandato all’Ufficio di presidenza dell’assemblea di “realizzare quattro riforme” con una legge regionale: oltre alla trasparenza, i bilanci dei gruppi dovranno essere verificati dalla Corte dei Conti; vanno ridotte “del 30% le risorse assegnate a gruppi, commissioni e strutture speciali”; e sono da “azzerare le spese di rappresentanza”.
“Era ora”, è il commento di Giovanni Favia, consigliere regionale a 5 Stelle dell’Emilia Romagna. Da tempo, infatti, il suo gruppo regionale chiede una più incisiva riduzione dei costi della politica, insieme alla pubblicizzazione online di tutte le sedute, delle commissioni, e degli atti. Misure approvate però solo questa mattina, dopo l’avvio di un’inchiesta della procura di Bologna e praticamente in contemporanea al blitz della Guardia di Finanza.
“La visita dei finanzieri di questa mattina rappresenta una sconfitta della politica”. Favia non va per il sottile.“Arriverà una valanga che non si potrà più fermare – prevede – e questo consiglio potrebbe non arrivare a fine legislatura. Se ci avessero ascoltato due anni fa le cose sarebbero andate diversamente. Da 2 anni chiediamo i bilanci e non ce li hanno mai dati con la scusa della privacy. Non so cosa c’è da aspettarsi dall’inchiesta. Forse non c’è Batman come nel Lazio, ma potrebbe esserci Robin”.
I finanzieri, arrivati in gruppo nella sede dell’assemblea, si sono diretti anche agli uffici della direzione generale dell’Assemblea, presumibilmente per acquisire dall’archivio i documenti di bilancio della scorsa legislatura, che tutti i gruppi hanno ormai depositato in quella sede dopo una verifica interna compiuta nei mesi scorsi. Intanto i lavori del consiglio erano già cominciati con le consuete interrogazioni, seguite dalla prima sessione sulla semplificazione amministrativa. Ma tensione fuori e dentro l’aula era evidente, anche a causa del via vai di decine di giornalisti locali e nazionali. Inoltre, molti tra gli eletti erano convinti che i finanzieri si sarebbero presentati nei prossimi giorni, e non proprio la mattina della convocazione dell’assemblea.
“Spero che gli inquirenti facciano in fretta – è l’auspicio di Gianguido Naldi, capogruppo di Sel in Regione – abbiamo bisogno di accertare se ci sono dei colpevoli, così da liberare gli altri dai sospetti che ora gravano su tutti”. Naldi si dice convinto che la “stragrande maggioranza dei consiglieri stia lavorando seriamente e nella completa trasparenza”. Ma oggi, conclude, “quello che una volta era considerato lecito, viene considerato moralmente inaccettabile”.
A tutti i nove gruppi consiliari i finanzieri, su delega della Procura, hanno notificato la richiesta di acquisire i bilanci relativi al periodo compreso tra il 2011 e il 2012 relativo, dunque, all’attuale mandato. Poi, all’ufficio di presidenza è stato chiesto di visionare i bilanci dei gruppi (già archiviati) della scorsa legislatura, cioè dal 2005 al 2010, e i relativi atti di controllo relativi all’attestazione di regolarità delle spese sostenute.
In quegli anni, presidente dell’Assemblea (ruolo ricoperto oggi da Matteo Richetti) era Monica Donini, consigliere di Fds. “Se avessi saputo di comportamenti scorretti o in odore di peculato – si difende – li avrei denunciati”. Secondo la consigliera della maggioranza non è poi così strano che un eletto presenti le ricevute di 4 ristoranti diversi (frequentati la stessa sera), proprio come ha fatto Paolo Nanni, ex-consigliere dell’Idv, oggi iscritto nel registro degli indagati per peculato. “Può capitare che, nella stessa sera un consigliere abbia impegni diversi, in posti diversi. Saranno gli inquirenti poi a dover capire se quei rimborsi erano ammissibili”.
Dopo aver notificato la richiesta dei documenti contabili i finanzieri hanno lasciato la sede delle Regione. Nel fascicolo sulla gestione delle spese dei gruppi consiliari gli inquirenti ipotizzano il reato di peculato contro ignoti. Questa inchiesta, ad ampio raggio, si affianca ad altre tre su cui i magistrati bolognesi sono al lavoro: la gestione dei fondi da parte del gruppo dell’Idv in Regione nella scorsa legislatura, le “ospitate” a pagamento dei consiglieri nelle emittenti locali ed i rimborsi elettorali della Lega Nord.