Gli scandali della cattiva politica fanno parte di “un’Italia vecchia”, da archiviare il prima possibile anche grazie all’azione del governo. L’operazione di “messa in soffitta” della politica vecchia la assume il presidente del Consiglio Mario Monti, che si dice convinto che il decreto legge taglia spese, in accoppiata con le misure per la crescita, trasformeranno il Paese. Parole che arrivano quando il Consiglio dei Ministri è ancora in corso, impegnato proprio a esaminare il pacchetto sugli sperperi di assessori e consiglieri. Ma che lui riprenderà proprio a riunione terminata e con accenti, se possibile, ancora più duri: “Possiamo immaginare quale effetto può avere sull’immagine dell’Italia – riflette – quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini alla televisione. Per l’Italia è un danno incalcolabile“. “Siamo impegnati, il ministro Grilli, io e anche gli altri ministri – ha proseguito il capo del governo – a far crescere il rispetto dell’Italia. E’ un lavoro che richiede il rispetto dei cittadini italiani, che richiede una grande presenza nelle sedi internazionali per spiegare che l’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”.
Da dove passa la ristrutturazione della facciata dell’Italia? Quello del governo è un bisturi che sembra voler mirare ai nodi principali di sprechi e spese allegre soprattutto nelle Regioni. Compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se c’è una Regione che non ci sta, benissimo: scioglimento del consiglio, commissariamento e tutti a casa.
L’opinione pubblica, riprende Monti, “è sgomenta di fronte a fatti che minano gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità” continua Monti. Si rischia di vanificare “lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il ruolo dell’Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale”. “Siamo impegnati a far crescere il rispetto per l’Italia” spiega. “Ed è un lavoro che richiede una grande presenza nella sedi internazionali per spiegare che l’immagine dell’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”. Ma gli scandali “inqualificabili” venuti alla luce in questi ultimi giorni “minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la credibilità dello Stato”, rischiando di vanificare “gli sforzi che stiamo facendo perché il ruolo dell’Italia sia riconosciuto a livello internazionale”. Tanto che Monti, preparato il terreno e tracciato il solco, a questo punto rilancia: “Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del Dna di ogni partito e spero che si raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese”.
Obiettivo: rivedere le competenze tra Stato e Regioni. Ma non finisce qui. Il bisturi di Monti sembra puntare ancora più in alto. Allo stesso Titolo V della Costituzione modificato in Parlamento dal centrosinistra e poi confermato da un referendum popolare. Al decreto legge sui costi della politica, spiega una nota di Palazzo Chigi, “seguiranno presto altri provvedimenti che comporteranno una proposta di revisione della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni al fine di assicurare un assetto razionale ed efficiente, con l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni burocratiche e chiameranno regioni ed enti locali a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, al consolidamento dei conti e al rispetto del pareggio di bilancio”. D’altronde, prosegue il comunicato del governo, l’aumento del deficit di bilancio di molte amministrazioni è il risultato, oltre che del ricorso all’indebitamento, anche dell’utilizzo opaco dei fondi da parte di alcune regioni e di un sistema farraginoso di controllo e valutazione delle performances. Con una crescita di spesa stellare. “Secondo i dati diffusi da Cgia Mestre a settembre 2012, nell’ultimo decennio la crescita della spesa delle Regioni è stata del 74,6%, pari a 89 miliardi di Euro” dicono dal governo. “Nel 2010 – si legge nella nota dell’esecutivo – (anno a cui risale l’ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione) le uscite complessive delle Regioni hanno superato i 208,4 miliardi di euro”.
Sindaci spreconi incandidabili per 10 anni. Arriva dunque il giro di vite per tutti gli amministratori locali. Sindaci e presidenti di provincia colpevoli di default saranno incandidabili per dieci anni e si troveranno a dover pagare mega multe: la Corte dei conti potrà infatti imporre una sanzione da cinque a venti volte la retribuzione dovuta al momento della violazione. Confermato poi il nuovo ruolo per i magistrati contabili, che dovranno fare controlli “preventivi” e che potranno farsi aiutare dalla Guardia di Finanza e dalla Ragioneria Generale dello Stato.
La Regione non controlla? Niente soldi. Le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa previsto dal decreto varato oggi dal governo saranno sanzionate con un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto.
Taglio di consiglieri e assessori entro 6 mesi. Il decreto taglia il numero di consiglieri e assessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. La riduzione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dall’entrata in vigore, ad esclusione delle Regioni in cui è prevista una tornata elettorale per le quali il limite verrà applicato dopo le elezioni.
Dimezzati i finanziamenti ai partiti. I finanziamenti e le agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici vengono decurtati del 50% e adeguati ai livelli della Regione più virtuosa. Saranno aboliti i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere.
Tracciabilità delle spese dei gruppi. Sulle spese dei gruppi consiliari arriva un meccanismo di trasparenza che prevede la tracciabilità, oltre al controllo della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza.
Vietato il cumulo di indennità, eliminati i vitalizi. I compensi dei consiglieri e degli assessori vengono regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Vietato il cumulo di indennità ed emolumenti. Saranno eliminati i vitalizi e sarà introdotto metodo contributivo per il calcolo della pensione. “Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni”.
Commissariata la Regione che non applica le misure. Per le Regioni che si rifiutano di attuare le misure di taglio ai Costi della politica previsto dal decreto approvato oggi è previsto lo “scioglimento del Consiglio per gravi inadempienze di legge”.
“Dieta” anche su consulenze e auto blu. Il decreto sui costi della politica obbliga anche le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione di consulenze e convegni, auto blu, sponsorizzazioni, compensi degli amministratori delle società partecipate.
Società partecipate nel mirino. Nel mirino finiscono anche le società partecipate degli enti locali: gli obiettivi gestionali così come il quadro dei conti dovranno essere monitorati. L’intenzione è quella di fare in modo che tutte le amministrazioni abbiano nel giro di qualche anno le finanze in ordine e dunque il decreto legge rafforza quanto previsto dalla normativa già in vigore: agli enti locali viene infatti data la possibilità di deliberare “aliquote o tariffe di tributi nella misura massima consentita”. Il piano però non potrà durare più di cinque anni. Intanto arriva la possibilità di modificare le aliquote dell’Imu fino al 31 ottobre, riaprendo così i termini scaduti a settembre.
L’Anci: “E i ministri che il buco l’hanno fatto non pagano?”. Il governo, insomma, arriva in codice rosso e cerca di salvare il salvabile. Ma c’è chi ricorda che la responsabilità non è solo di chi c’è ora, ma anche di chi ci è stato: “Noi sindaci non ci sottraiamo alle valutazioni e alle responsabilità che per forza si devono avere quando si gestisce denaro pubblico, però mi chiedo se non sarebbe il caso di sanzionare allo stesso modo quei ministri che hanno portato il debito pubblico italiano a quasi 2 mila miliardi di euro” afferma il presidente dell’Anci Graziano Delrio. “Mi chiedo ad esempio – ha aggiunto – che cosa debba fare un neosindaco di un Comune praticamente dissestato che dopo un mese di mandato è costretto a chiedere aiuto allo Stato per non fallire: in questo caso spero che la responsabilità del tracollo non sia dei sindaci chiamati a gestire ex post quella situazione”. Il provvedimento che sta adottando il governo Monti, spiega ancora il presidente dell’Anci, “è molto simile a una proposta che a suo tempo fece il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e anche a lui avevamo detto sì. Ma la responsabilità nella gestione dei soldi pubblici deve essere estesa a tutti i livelli, senza sparare nel mucchio”.
Politica
Regioni, sforbiciate a poltrone e vitalizi. Monti: “Scandali? Danni incalcolabili”
Il governo approva un decreto "anti-Casta": compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se una Regione non ci sta viene commissariata. Ma ora nel mirino finiranno anche le competenze
Gli scandali della cattiva politica fanno parte di “un’Italia vecchia”, da archiviare il prima possibile anche grazie all’azione del governo. L’operazione di “messa in soffitta” della politica vecchia la assume il presidente del Consiglio Mario Monti, che si dice convinto che il decreto legge taglia spese, in accoppiata con le misure per la crescita, trasformeranno il Paese. Parole che arrivano quando il Consiglio dei Ministri è ancora in corso, impegnato proprio a esaminare il pacchetto sugli sperperi di assessori e consiglieri. Ma che lui riprenderà proprio a riunione terminata e con accenti, se possibile, ancora più duri: “Possiamo immaginare quale effetto può avere sull’immagine dell’Italia – riflette – quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini alla televisione. Per l’Italia è un danno incalcolabile“. “Siamo impegnati, il ministro Grilli, io e anche gli altri ministri – ha proseguito il capo del governo – a far crescere il rispetto dell’Italia. E’ un lavoro che richiede il rispetto dei cittadini italiani, che richiede una grande presenza nelle sedi internazionali per spiegare che l’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”.
Da dove passa la ristrutturazione della facciata dell’Italia? Quello del governo è un bisturi che sembra voler mirare ai nodi principali di sprechi e spese allegre soprattutto nelle Regioni. Compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se c’è una Regione che non ci sta, benissimo: scioglimento del consiglio, commissariamento e tutti a casa.
L’opinione pubblica, riprende Monti, “è sgomenta di fronte a fatti che minano gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità” continua Monti. Si rischia di vanificare “lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il ruolo dell’Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale”. “Siamo impegnati a far crescere il rispetto per l’Italia” spiega. “Ed è un lavoro che richiede una grande presenza nella sedi internazionali per spiegare che l’immagine dell’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”. Ma gli scandali “inqualificabili” venuti alla luce in questi ultimi giorni “minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la credibilità dello Stato”, rischiando di vanificare “gli sforzi che stiamo facendo perché il ruolo dell’Italia sia riconosciuto a livello internazionale”. Tanto che Monti, preparato il terreno e tracciato il solco, a questo punto rilancia: “Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del Dna di ogni partito e spero che si raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese”.
Obiettivo: rivedere le competenze tra Stato e Regioni. Ma non finisce qui. Il bisturi di Monti sembra puntare ancora più in alto. Allo stesso Titolo V della Costituzione modificato in Parlamento dal centrosinistra e poi confermato da un referendum popolare. Al decreto legge sui costi della politica, spiega una nota di Palazzo Chigi, “seguiranno presto altri provvedimenti che comporteranno una proposta di revisione della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni al fine di assicurare un assetto razionale ed efficiente, con l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni burocratiche e chiameranno regioni ed enti locali a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, al consolidamento dei conti e al rispetto del pareggio di bilancio”. D’altronde, prosegue il comunicato del governo, l’aumento del deficit di bilancio di molte amministrazioni è il risultato, oltre che del ricorso all’indebitamento, anche dell’utilizzo opaco dei fondi da parte di alcune regioni e di un sistema farraginoso di controllo e valutazione delle performances. Con una crescita di spesa stellare. “Secondo i dati diffusi da Cgia Mestre a settembre 2012, nell’ultimo decennio la crescita della spesa delle Regioni è stata del 74,6%, pari a 89 miliardi di Euro” dicono dal governo. “Nel 2010 – si legge nella nota dell’esecutivo – (anno a cui risale l’ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione) le uscite complessive delle Regioni hanno superato i 208,4 miliardi di euro”.
Sindaci spreconi incandidabili per 10 anni. Arriva dunque il giro di vite per tutti gli amministratori locali. Sindaci e presidenti di provincia colpevoli di default saranno incandidabili per dieci anni e si troveranno a dover pagare mega multe: la Corte dei conti potrà infatti imporre una sanzione da cinque a venti volte la retribuzione dovuta al momento della violazione. Confermato poi il nuovo ruolo per i magistrati contabili, che dovranno fare controlli “preventivi” e che potranno farsi aiutare dalla Guardia di Finanza e dalla Ragioneria Generale dello Stato.
La Regione non controlla? Niente soldi. Le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa previsto dal decreto varato oggi dal governo saranno sanzionate con un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto.
Taglio di consiglieri e assessori entro 6 mesi. Il decreto taglia il numero di consiglieri e assessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. La riduzione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dall’entrata in vigore, ad esclusione delle Regioni in cui è prevista una tornata elettorale per le quali il limite verrà applicato dopo le elezioni.
Dimezzati i finanziamenti ai partiti. I finanziamenti e le agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici vengono decurtati del 50% e adeguati ai livelli della Regione più virtuosa. Saranno aboliti i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere.
Tracciabilità delle spese dei gruppi. Sulle spese dei gruppi consiliari arriva un meccanismo di trasparenza che prevede la tracciabilità, oltre al controllo della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza.
Vietato il cumulo di indennità, eliminati i vitalizi. I compensi dei consiglieri e degli assessori vengono regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Vietato il cumulo di indennità ed emolumenti. Saranno eliminati i vitalizi e sarà introdotto metodo contributivo per il calcolo della pensione. “Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni”.
Commissariata la Regione che non applica le misure. Per le Regioni che si rifiutano di attuare le misure di taglio ai Costi della politica previsto dal decreto approvato oggi è previsto lo “scioglimento del Consiglio per gravi inadempienze di legge”.
“Dieta” anche su consulenze e auto blu. Il decreto sui costi della politica obbliga anche le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione di consulenze e convegni, auto blu, sponsorizzazioni, compensi degli amministratori delle società partecipate.
Società partecipate nel mirino. Nel mirino finiscono anche le società partecipate degli enti locali: gli obiettivi gestionali così come il quadro dei conti dovranno essere monitorati. L’intenzione è quella di fare in modo che tutte le amministrazioni abbiano nel giro di qualche anno le finanze in ordine e dunque il decreto legge rafforza quanto previsto dalla normativa già in vigore: agli enti locali viene infatti data la possibilità di deliberare “aliquote o tariffe di tributi nella misura massima consentita”. Il piano però non potrà durare più di cinque anni. Intanto arriva la possibilità di modificare le aliquote dell’Imu fino al 31 ottobre, riaprendo così i termini scaduti a settembre.
L’Anci: “E i ministri che il buco l’hanno fatto non pagano?”. Il governo, insomma, arriva in codice rosso e cerca di salvare il salvabile. Ma c’è chi ricorda che la responsabilità non è solo di chi c’è ora, ma anche di chi ci è stato: “Noi sindaci non ci sottraiamo alle valutazioni e alle responsabilità che per forza si devono avere quando si gestisce denaro pubblico, però mi chiedo se non sarebbe il caso di sanzionare allo stesso modo quei ministri che hanno portato il debito pubblico italiano a quasi 2 mila miliardi di euro” afferma il presidente dell’Anci Graziano Delrio. “Mi chiedo ad esempio – ha aggiunto – che cosa debba fare un neosindaco di un Comune praticamente dissestato che dopo un mese di mandato è costretto a chiedere aiuto allo Stato per non fallire: in questo caso spero che la responsabilità del tracollo non sia dei sindaci chiamati a gestire ex post quella situazione”. Il provvedimento che sta adottando il governo Monti, spiega ancora il presidente dell’Anci, “è molto simile a una proposta che a suo tempo fece il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e anche a lui avevamo detto sì. Ma la responsabilità nella gestione dei soldi pubblici deve essere estesa a tutti i livelli, senza sparare nel mucchio”.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.