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Campania, lo spreco corre sul web: 137 siti istituzionali e caselle email a peso d’oro

Da 'Magistra', sito interamente dedicato ai docenti di cui si sono perse le tracce, al milione e 200mila euro per dotare i dipendenti del centro direzionale di tecnologia Voip. Fino ai 50 euro spesi per ogni casella elettronica, contro i 6 del privato: anche su Internet il pubblico è di mani larghe. Quanto? Un censimento del 2009 scoprì che i siti legati alla Regione erano 137, ma non fu in grado di quantificarne i costi
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Qualcuno ricorda ‘Magistra, il portale interamente dedicato ai docenti campani’? Presentato in pompa magna dall’assessorato regionale all’Istruzione nel gennaio del 2009 presso il Palazzo dell’Innovazione e della Conoscenza di Napoli, il sito www.magistra.campania.it avrebbe dovuto essere uno “strumento nato per supportare e agevolare chi quotidianamente si adopera e si impegna nella scuola e vuole essere un punto di riferimento per tutti i docenti della regione”. Così almeno recitava il comunicato stampa. Si promettevano “librerie, archivi, posta elettronica, un ricco e aggiornato calendario eventi, news e soprattutto corsi on line che rispondono alle esigenze più diverse”.

Provate ora a digitare quell’indirizzo Internet. Pagina bianca. Server spento. Non c’è più. E chissà se gli insegnanti campani si sono accorti che la Regione aveva realizzato un sito tutto per loro. “E’ costato almeno tre milioni di euro” assicura una fonte che ha contatti con le imprese informatiche appaltatrici dell’amministrazione regionale. I giornali ne pubblicizzarono l’apertura. Nessuno ne ha verificato l’esito.

E’ il web la nuova frontiera dello spreco di risorse pubbliche. Lascia poche tracce e concede ampi margini di manovra. Se costruisci un palazzo che resta vuoto o una strada di cui non c’era bisogno, lo scempio è visibile a occhio nudo e suscita interrogativi e proteste in cittadini e associazioni. Se apri un sito e non ci va quasi nessuno, chi se ne accorge?

E quindi chi dovrebbe controllarne costi e congruità? Una commissione nominata quattro anni dalla giunta Bassolino con il compito di razionalizzare i siti internet della Regione e degli enti collegati ne individuò ben 137. Di cui 61 per “comunicazione istituzionale”, 33 “tematici” e 43 gestiti da “terzi”. E produsse una relazione che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare. Ventuno pagine di rilievi tecnici. Ma privi di alcune notizie fondamentali.

La commissione non ha determinato il costo di ogni sito. Non ha redatto uno studio sul numero dei contatti e dei fruitori. Alcuni indirizzi internet erano già spenti all’epoca. Altri sono stati spenti e sostituiti con un indirizzo Url più consono (ad esempio http://scuola.polizia.campania.it, il portale della scuola regionale per le polizie municipali, è diventato www.polizia.campania.it). Mentre altri siti e portali sono nati – e morti – in seguito. Come nel caso di Magistra, non ricompreso nell’elenco steso dalla commissione. Progetto pilota nel mondo della scuola che non è sopravvissuto alla giunta Bassolino e alla vittoria del centrodestra.

In tempi di spending review la prassi dei nuovi assessori di aprire appena insediati un sito fresco attinente alle loro deleghe si è fermata. Ma la prassi di pagare molto, troppo, i servizi sul web è sempre dura a morire. Il consiglio regionale della Campania sta per spendere 1.200.000 euro per consentire ai dipendenti delle isole F/13 ed F/8 del Centro Direzionale di chiamarsi tra loro attraverso la tecnologia Voip sul computer, senza utilizzare la linea fissa telefonica. Si stenta a capire quale sia il risparmio sulle bollette, il Voip ha riscosso successo mondiale perché permette di comunicare gratis. Eppoi un qualsiasi navigatore sa che lo stesso risultato si otterrebbe scaricando Skype e scambiandosi gli indirizzi email tra i contatti. Costerebbe zero euro e zero centesimi. A proposito di email, incuriosisce un dato: la Regione Campania ha creato le caselle di posta elettronica non certificata dei suoi dipendenti e amministratori (nome.cognome@regione.campania.it) tramite Microsoft Exchange. Il costo di mercato per gli enti pubblici di questo sistema – ‘call active directory’ con licenza di posta elettronica  – è di circa 50 euro complessivi a casella. La Ferrari delle caselle email: ci sono provider che riforniscono le pubbliche amministrazioni di caselle di posta elettronica certificata, quindi con un servizio in più, a soli 13 euro. E un privato spende solo 6 euro.

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