Il sistema Renzi: amici, famiglia, potere. E un fascicolo sull’uso dei fondi pubblici
Dopo l’attenzione del Tesoro e della Corte dei Conti i magistrati fiorentini indagano sulle spese della Provincia, allora presieduta dall’attuale sindaco. Viaggio nel mondo del Rottamatore e nella macchina da guerra delle relazioni del boy scout di Rignano sull’Arno
Adesso. È lo slogan non proprio originale della campagna di Matteo Renzi per conquistare lo scettro di candidato a premier. Ma proprio “adesso” la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per verificare cosa c’è di vero nelle denunce sugli sperperi di Matteo Renzi all’epoca in cui era presidente della Provincia e aveva creato un carrozzone, la Florence Multimedia, che ha speso 9,2 milioni di euro dal 2006 al 2009 pagando fatture – come ha scoperto il Fatto – a un’impresa privata di Matteo Spanò, già manager della stessa Florence e amico di Renzi.
Questa mattina la Guardia di Finanza (per l’esattezza il nucleo di polizia tributaria di Firenze, Gruppo tutela spesa pubblica, sezione accertamento danni erariali) ha ascoltato per due ore e mezzo – su delega del procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, alla presenza del tenente colonnello Domenico Cuzzocrea – Alessandro Maiorano, il dipendente comunale che ha presentato esposti contro Renzi e la sua gestione. Si è parlato delle spese della provincia e delle fatture di cui ha parlato Luigi Lusi nei confronti della Web and Press, società che era di Patrizio Donnini, soggetto – come ha scoperto Il Fatto – in rapporti di affari con un socio delle sorelle e della mamma di Matteo Renzi. Majorano ha consegnato molte fatture dal 2004 al 2009 della Provincia e di Florence Multimedia.
In Procura precisano che l’inchiesta è per ora senza indagati né titoli di reato. Anche il ministero dell’Economia e la Corte dei conti stanno verificando l’operato della Provincia e della Florence Multimedia. A prescindere dall’esito delle indagini, quello che emerge dall’inchiesta autonoma che il Fatto ha condotto sugli atti delle camere di commercio è un intreccio tra le attività pubbliche del sindaco e dei suoi amici con quelle private degli amici di Renzi e della sua famiglia.
Sul sito internet della società della famiglia Renzi, la Eventi 6 Srl, che si occupa di diffusione di giornali e comunicazione, spicca un logo, quello della società che ha curato il sito (“powered by Dotmedia”) e che realizza larga parte del suo fatturato annuo grazie al Comune e alle sue partecipate. La Eventi 6 dei Renzi, ha organizzato la campagna per Renzi sindaco del 2009 all’insegna dello slogan “Firenze prima di tutto”, e la DotMedia ha curato molte campagne di comunicazione che danno lustro all’immagine del Comune e di Renzi e che portano contemporaneamente soldi a questa società legata alla sua famiglia; si va dalla Notte tricolore, alla centrale del latte Mukki, all’acqua pubblica.
Fatturazioni di società che lievitano in dodici mesi – Nel 2008 Dotmedia fatturava 9 mila euro, nel 2009 con Renzi sindaco si sale a 137 mila euro. Grazie all’interrogazione di due consiglieri comunali di opposizione, Tommaso Grassi di Sel e Ornella De Zordo, si è scoperto che ha incassato 232 mila euro dal comune e dintorni. Nel 2012 DotMedia ha fatturato 17 mila euro al comune che si aggiungono ai 215 mila euro fatturati dal 2009 alle quattro partecipate del Comune: Firenze Parcheggi, Mukki, Publiacqua e Ataf. II Fatto ha scoperto che Dot Media ha un legame societario con la Eventi 6. La società dei Renzi (amministrata da Matilde Renzi, 28 anni, che ne controlla come l’altra sorella maggiore di Matteo, Benedetta il 36 per cento mentre la mamma, Laura, ne detiene solo l’8 per cento) si chiamava Chil e nasce nel 1993. Matteo in un vecchio curriculum ne è stato fondatore e socio fino al 2004. Si occupa di strillonaggio e ispezioni nelle edicole per i giornali ma anche di eventi e ideazione di campagne. Il suo fatturato è ragguardevole: si va dai 7,2 milioni del 2007, ai 6,8 milioni del 2008 quando trasferisce la sua sede a Genova e passa di mano. La famiglia Renzi però continua ad operare grazie alla Eventi 6, creata nel 2007 che ha comprato nell’ottobre 2010 l’azienda dalla Chil, facendo decollare il giro di affari fino ai 3 milioni e 967 mila euro del 2011.
Nella Eventi 6 c’è Alessandro Conticini, bolognese di 36 anni ma residente in Etiopia dove lavora come direttore dell’Unicef. Conticini è allo stesso tempo socio della Eventi 6 dei Renzi con una quota del 20 per cento ed è presente anche nella DotMedia con identica quota. Nel capitale della Eventi 6 è l’unico a non essere parente del sindaco. Conticini è diventato socio anche della DotMedia solo dal 10 febbraio 2011 ed è interessante vedere chi lo ha fatto entrare. A cedergli le quote è stato Patrizio Donnini. Tra gli altri soci spicca il nome di Matteo Spanò, ex direttore della Florence Multimedia, con il 20 per cento e Davide Bacarella. Sono nomi importanti. Nell’inchiesta sul tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, erano emerse due fatture riferibili, secondo Lusi, alle spese sostenute da Renzi per le primarie a sindaco di Firenze che portavano impresso il nome della Web&Press Srl di Patrizio Donnini. Allora Renzi minacciò querele perché quella società nulla aveva a che fare con lui. il Fatto ora ha scoperto però che la Web&Press e la Dot Media erano partecipate entrambe da Donnini e che nella Dot Media sono soci anche Matteo Spanò e persino un socio della Eventi 6, controllata per il restante 80 per cento dalle sorelle Matilde e Benedetta Renzi e dalla mamma di Renzi, Laura Bovoli. Conticini è socio della famiglia Renzi da un lato e di Spanò dall’altro. Mentre non ci dovrebbero essere lagami con la Quality press di Donnini, anche se proprio Donnini è stato delegato a rappresentare Conticini nell’ultima assemblea della Dot Media.
A rendere ancora più inquietante il fatto che Dot Media tragga gran parte del suo fatturato dal comune di Renzi e dalle sue partecipate c’è un secondo dato: la partecipazione di Matteo Spanò al suo azionariato. Spanò nel 2006 era direttore di Florence Multimedia, ma era anche imprenditore in proprio con la Arteventi, che ha sede a Pontassieve, dove Spanò ha eletto il suo domicilio, e dove vive anche il suo amico Matteo Renzi con moglie e figli. Arteventi ha emesso fatture nel 2006 per Florence Multimedia, come risulta dal bilancio dove figura tra i fornitori da pagare per più di 7 mila euro. Spanò è uno scout come Renzi, di più, è un leader dell’Agesci in Toscana e a livello nazionale. L’amico Matteo si è ricordato di lui nominandolo presidente dell’associazione Museo dei ragazzi, che si occupa di molte campagne costose: dalla notte bianca, alla festa tricolore. Il Comune paga all’associazione un contributo annuo di 600.000 euro e Spanò pensa bene di spenderli gratificando l. Il consigliere comunale di Sel Tommaso Grassi denuncia da tempo l’assurdità di questa situazione: “un esempio della gestione Spanò è la Notte tricolore del 16 marzo 2011, quando come presidente dell’associazione Museo dei ragazzi Spanò organizzò l’evento in nome e per conto del Comune di Renzi, affidando il lavoro di comunicazione alla DotMedia”, di proprietà di Spanò e di Conticini, cioé del socio dei familiari di Renzi. Spanò, in qualità di presidente dell’Associazione Museo dei Ragazzi, ha dichiarato che la società Dot Media, partecipata da lui, non ha ricevuto compensi.
Da Il Fatto Quotidiano del 6 ottobre 2012 – aggiornato da redazioneweb alle 13.30 dell’8 ottobre
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La Redazione
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni non è venuta, perché il coraggio della presidente del Consiglio finisce quando c'è da confrontarsi con qualcuno: lei è coraggiosissima quando è sola, ma scappa dal Parlamento, fugge dal confronto e si nasconde dietro il segreto, solo che non c'è segreto istruttorio, non c'è segreto di Stato, c'è solo il segreto di Pulcinella". Lo ha affermato Maria Elena Boschi, di Italia viva, intervenendo alla Camera nel dibattito dopo l'informativa dei ministri della Giustizia e dell'Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.
"La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto paura del generale libico Almasri e per questo lo ha liberato -ha aggiunto l'ex ministra- la donna che aveva promesso di perseguire su tutto il globo i trafficanti di esseri umani ha fatto un favore ad un trafficante di esseri umani. Non so se è favoreggiamento e non mi interessa, so che la liberazione di Almasri è stata un gigantesco favore a chi gli esseri umani li rende schiavi, li tortura, ne abusa e fa soldi con il racket della tratta".
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - La vicenda Almasri e' "un'onta di infamia sulla storia delle istituzioni di questo Paese. La capisco la nostra premier, era assai difficile, forse impossibile venire qui a schiena dritta a giustificare la scelta del suo governo di liberare un torturatore, uno stupratore di bambini, per questo ha inviato qui due onorevoli prestanome". Lo dice Nicola Fratoianni in aula alla Camera dopo le informative dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri.
(Adnkronos) - "Ci dica chi l'ha torturata visto che, in nome della ricostruzione che ci ha fornito, ha giustificato una scelta politica e consentito che un criminale venisse liberato e rimandato a casa. Non è stato un passacarte, è stato fino in fondo un'autorità politica - aggiunge Fratoianni - Avete raccontato bugie, siete degli imbroglioni, avete umiliato gli uomini delle forze dell'ordine che avevano fatto il loro dovere arrestando Almasri".
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - "Quello che accade nei lager libici è inaccettabile per qualsiasi cittadino italiano. Non possiamo rimanere indifferenti. Io mi aspettavo di sentire dal governo come intende operare in Libia. Non basta il Piano Mattei, non bastano le nostre risorse, servono quelle europee per ricostruire pace e stabilità in Libia". Lo dice Ettore Rosato di Azione in aula alla Camera dopo l'informativa dei ministri della Giustizia e dell'Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri.
Rosato interviene anche sull'attacco alla magistratura: "Io non penso che a ogni atto di un magistrato, se non siamo d'accordo dobbiamo dire che è un attacco. Non è che ogni volta ci deve essere uno scontro. Io penso che non sia corretto che un pm prende una denuncia di otto righe e questa si trasforma in un atto d'accusa verso il premier e i ministri. Non è utile, perché non è un atto dovuto. Ma non possiamo trasformare tutto in uno scontro. Dobbiamo recuperare un dialogo serio".
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "Con l'iniziativa di oggi 'Straight to te target - free Hcv screening' continua l'impegno del Consiglio regionale del Lazio in materia di prevenzione. Nel mese di ottobre, infatti, abbiamo lanciato il progetto 'Un Consiglio in Salute': dopo gli screening fatti a dicembre per le malattie cardiologiche, oncologiche e diabetologiche, oggi promuoviamo la prevenzione sull'epatite C, una patologia importante che, secondo l'Oms, coinvolge oltre 80 milioni di persone a livello globale, 300mila in Italia, di cui 35mila nel Lazio, e che vogliamo contrastare con obiettivi importanti". Così Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio in occasione della presentazione - oggi a Roma nella sede del Consiglio regionale del Lazio - di 'Straight to the Target', progetto di prevenzione e sensibilizzazione che dà la possibilità ai dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv che consente di ottenere un riscontro immediato.
"Siamo sempre più convinti - aggiunge Aurigemma - che va cambiata la cultura della prevenzione, che non è un costo per la nostra sanità, ma deve diventare un investimento. I dati scientifici che vengono pubblicati su riviste internazionali, dimostrano l'utilità della prevenzione non solo nei confronti dei pazienti che possono evitare, prevenire o addirittura stemperare le conseguenze delle malattie, ma soprattutto l'utilità e il guadagno economico da parte della sanità che potrebbe risparmiare importanti risorse da investire in altri settori. Dobbiamo affrontare un cambiamento di cultura non solo da parte dei cittadini ma anche da parte di chi amministra la sanità. È un obiettivo importante che anche come conferenza dei presidenti dell'Assemblee legislative stiamo cercando di diffondere in tutte le regioni d'Italia".
L'iniziativa di oggi nasce da un dato. "Si stima che circa 300 mila persone siano portatrici inconsapevoli del virus, di cui 35mila risiedono in Lazio: sono numeri preoccupanti - commenta Aurigemma - Ma l'impegno è anche per altre patologie, come quelle da papillomavirus e la bronchiolite. La diffusione della vaccinazione è ormai un dato fondamentale".
"Dobbiamo continuare a lavorare su una cultura che va cambiata, non soltanto da parte dei cittadini e pazienti, ma anche da parte degli amministratori che, troppo spesso" non indirizzano abbastanza risorse economiche "sulla prevenzione e sugli screening che sono fondamentali per riuscire ad abbattere fenomeni che purtroppo hanno impatti molto rilevanti sulla popolazione italiana", prosegue Aurigemma.
Attualmente "stiamo cercando di allargare" questo progetto "anche ai territori confinanti - spiega - Stiamo sentendo i presidenti delle Province per poter portare questo progetto all'interno" dei luoghi "di lavoro. Abbiamo visto che, nonostante le numerose campagne di prevenzione lanciate nei confronti dei cittadini al compimento del 40esimo e 50esimo anno di età, la percentuale delle persone che ricevono lettere per fare esami gratuiti è intorno al 20-25%". Invece, quando si fa questa proposta nei luoghi di lavoro, "la percentuale cambia notevolmente: siamo intorno all'80-90%".
La prevenzione promossa a dicembre "ha portato", nella sede regionale, "oltre 410 persone a fare screening, su un numero di collaboratori intorno a 500-550 persone. Quindi, entrare nel mondo lavorativo, entrare negli ambienti dove si fa comunità - conclude - porta sicuramente a dei risultati e percentuali molto più alte di adesione".
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "L'infezione da Epatite C (Hcv) è una patologia curabile e guaribile, allo stato attuale, con dei farmaci estremamente potenti e dotati di pochissimi effetti collaterali. Per questa ragione è estremamente importante identificare i soggetti portatori dell'infezione per poter instaurare approcci terapeutici in maniera tempestiva". Lo ha detto Giuseppe Marrone, membro del comitato coordinatore Aisf, Associazione italiana studio fegato in occasione della presentazione - questa mattina a Roma nella sede del Consiglio regionale del Lazio - di "Straight to the Target", l'iniziativa di prevenzione e sensibilizzazione sul virus dell'epatite C che rientra nel progetto 'Un consiglio in Salute' promosso dal Consiglio Regionale del Lazio con la possibilità per i dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv. Organizzata da Cencora-Pharmalex e promossa dall’Associazione EpaC-Ets, Aisf e Simit, l'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio e il contributo non condizionato di Gilead Italia e Abbvie.
"In quest'ottica il ruolo delle associazioni scientifiche, e di Aisf in particolare - aggiunge Marrone - è quello di fornire dati a supporto dello screening per poter identificare i soggetti portatori del virus ed eradicare l'infezione da Hcv, l'obiettivo, estremamente ambizioso, posto dall'Organizzazione mondiale della sanità - per il quale tanto si è fatto ma tanto sia sta ancora facendo - per ridurre l'impatto di questa infezione sulla salute pubblica a livello nazionale".
"L'infezione cronica da Hcv - sottolinea ’esperto - è una condizione in cui la presenza di un virus all'interno dell'organismo determina un danno persistente del fegato" e, "in ultima istanza, lo sviluppo di una malattia cronica come la cirrosi epatica che a sua volta si può complicare con il tumore del fegato". Iniziative come quella di oggi "sono importantissime perché permettono di aumentare la sensibilità sul problema e quindi far vedere come, con dei test estremamente semplici e banali, è possibile porre una diagnosi di una malattia potenzialmente letale" conclude.
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "Allargare la fascia dello screening" per l’epatite C (Hcv) "e stabilizzarla fino al 2030, riservando le risorse che sono necessarie". A tale proposito "esiste anche una proposta di legge". Così Ivan Gardini, presidente Associazione EpaC-Ets in occasione della presentazione - oggi a Roma - di "Straight to the Target", progetto di prevenzione e sensibilizzazione promossa dal Consiglio Regionale del Lazio che dà la possibilità ai dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv (dalle 10 alle 17) che consente di ottenere un riscontro immediato. Organizzata da Cencora-Pharmalex e promossa dall’Associazione EpaC-Ets, Aisf e Simit, l'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio e il contributo non condizionato di Gilead Italia e Abbvie.
"Il target è di arrivare a screenare almeno l'80-85% della popolazione. In questo momento non siamo arrivati a questa quota. L'unico sistema per raggiungere il target è stabilizzare lo screening, almeno fino al 2030. La fascia di popolazione" interessata è quella "dove c'è maggiore prevalenza", cioè in chi ha più "di 50 anni. Questo è il sistema più veloce perché le regioni si possono organizzare meglio - spiega Gardini - Non possiamo continuare a prorogare di anno in anno e definire lo screening sperimentale. Stabilizzando lo screening" inoltre "si possono effettuare campagne nazionali: in questo momento vengono fatte a livello regionale, differenti l'una dall'altra. Questo non è il problema, ma una campagna nazionale avrebbe veramente un impatto maggiore. Bisognerebbe poi coinvolgere anche le farmacie e i medici di famiglia".
In questo momento le persone diagnosticate con infezione da virus dell’epatite C "sono rimaste davvero poche - osserva Gardini - Lo sappiamo perché i nostri associati, al 90-95% sono già stati tutti curati. Probabilmente c'è uno zoccolo duro di persone che ancora non vanno a curarsi perché, probabilmente, si ricordano delle vecchie terapie, davvero molto pesanti, e quindi sono probabilmente mal informati, oppure" hanno "informazioni fuorvianti. Probabilmente vivono nella inconsapevolezza del danno a cui possono andare incontro. Questo è il vero problema. Noi lavoriamo tantissimo per informare del pericolo di un'evoluzione in cirrosi, tumore e tutte le complicanze che ci possono essere. Chi è in cura - conclude - sicuramente non ha grossi problemi perché" le terapie disponibili hanno "davvero modestissimi effetti collaterali".
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Giustizia & Impunità
Il sistema Renzi: amici, famiglia, potere. E un fascicolo sull’uso dei fondi pubblici
Dopo l’attenzione del Tesoro e della Corte dei Conti i magistrati fiorentini indagano sulle spese della Provincia, allora presieduta dall’attuale sindaco. Viaggio nel mondo del Rottamatore e nella macchina da guerra delle relazioni del boy scout di Rignano sull’Arno
Adesso. È lo slogan non proprio originale della campagna di Matteo Renzi per conquistare lo scettro di candidato a premier. Ma proprio “adesso” la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per verificare cosa c’è di vero nelle denunce sugli sperperi di Matteo Renzi all’epoca in cui era presidente della Provincia e aveva creato un carrozzone, la Florence Multimedia, che ha speso 9,2 milioni di euro dal 2006 al 2009 pagando fatture – come ha scoperto il Fatto – a un’impresa privata di Matteo Spanò, già manager della stessa Florence e amico di Renzi.
Questa mattina la Guardia di Finanza (per l’esattezza il nucleo di polizia tributaria di Firenze, Gruppo tutela spesa pubblica, sezione accertamento danni erariali) ha ascoltato per due ore e mezzo – su delega del procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, alla presenza del tenente colonnello Domenico Cuzzocrea – Alessandro Maiorano, il dipendente comunale che ha presentato esposti contro Renzi e la sua gestione. Si è parlato delle spese della provincia e delle fatture di cui ha parlato Luigi Lusi nei confronti della Web and Press, società che era di Patrizio Donnini, soggetto – come ha scoperto Il Fatto – in rapporti di affari con un socio delle sorelle e della mamma di Matteo Renzi. Majorano ha consegnato molte fatture dal 2004 al 2009 della Provincia e di Florence Multimedia.
In Procura precisano che l’inchiesta è per ora senza indagati né titoli di reato. Anche il ministero dell’Economia e la Corte dei conti stanno verificando l’operato della Provincia e della Florence Multimedia. A prescindere dall’esito delle indagini, quello che emerge dall’inchiesta autonoma che il Fatto ha condotto sugli atti delle camere di commercio è un intreccio tra le attività pubbliche del sindaco e dei suoi amici con quelle private degli amici di Renzi e della sua famiglia.
Sul sito internet della società della famiglia Renzi, la Eventi 6 Srl, che si occupa di diffusione di giornali e comunicazione, spicca un logo, quello della società che ha curato il sito (“powered by Dotmedia”) e che realizza larga parte del suo fatturato annuo grazie al Comune e alle sue partecipate. La Eventi 6 dei Renzi, ha organizzato la campagna per Renzi sindaco del 2009 all’insegna dello slogan “Firenze prima di tutto”, e la DotMedia ha curato molte campagne di comunicazione che danno lustro all’immagine del Comune e di Renzi e che portano contemporaneamente soldi a questa società legata alla sua famiglia; si va dalla Notte tricolore, alla centrale del latte Mukki, all’acqua pubblica.
Fatturazioni di società che lievitano in dodici mesi – Nel 2008 Dotmedia fatturava 9 mila euro, nel 2009 con Renzi sindaco si sale a 137 mila euro. Grazie all’interrogazione di due consiglieri comunali di opposizione, Tommaso Grassi di Sel e Ornella De Zordo, si è scoperto che ha incassato 232 mila euro dal comune e dintorni. Nel 2012 DotMedia ha fatturato 17 mila euro al comune che si aggiungono ai 215 mila euro fatturati dal 2009 alle quattro partecipate del Comune: Firenze Parcheggi, Mukki, Publiacqua e Ataf. II Fatto ha scoperto che Dot Media ha un legame societario con la Eventi 6. La società dei Renzi (amministrata da Matilde Renzi, 28 anni, che ne controlla come l’altra sorella maggiore di Matteo, Benedetta il 36 per cento mentre la mamma, Laura, ne detiene solo l’8 per cento) si chiamava Chil e nasce nel 1993. Matteo in un vecchio curriculum ne è stato fondatore e socio fino al 2004. Si occupa di strillonaggio e ispezioni nelle edicole per i giornali ma anche di eventi e ideazione di campagne. Il suo fatturato è ragguardevole: si va dai 7,2 milioni del 2007, ai 6,8 milioni del 2008 quando trasferisce la sua sede a Genova e passa di mano. La famiglia Renzi però continua ad operare grazie alla Eventi 6, creata nel 2007 che ha comprato nell’ottobre 2010 l’azienda dalla Chil, facendo decollare il giro di affari fino ai 3 milioni e 967 mila euro del 2011.
Nella Eventi 6 c’è Alessandro Conticini, bolognese di 36 anni ma residente in Etiopia dove lavora come direttore dell’Unicef. Conticini è allo stesso tempo socio della Eventi 6 dei Renzi con una quota del 20 per cento ed è presente anche nella DotMedia con identica quota. Nel capitale della Eventi 6 è l’unico a non essere parente del sindaco. Conticini è diventato socio anche della DotMedia solo dal 10 febbraio 2011 ed è interessante vedere chi lo ha fatto entrare. A cedergli le quote è stato Patrizio Donnini. Tra gli altri soci spicca il nome di Matteo Spanò, ex direttore della Florence Multimedia, con il 20 per cento e Davide Bacarella. Sono nomi importanti. Nell’inchiesta sul tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, erano emerse due fatture riferibili, secondo Lusi, alle spese sostenute da Renzi per le primarie a sindaco di Firenze che portavano impresso il nome della Web&Press Srl di Patrizio Donnini. Allora Renzi minacciò querele perché quella società nulla aveva a che fare con lui. il Fatto ora ha scoperto però che la Web&Press e la Dot Media erano partecipate entrambe da Donnini e che nella Dot Media sono soci anche Matteo Spanò e persino un socio della Eventi 6, controllata per il restante 80 per cento dalle sorelle Matilde e Benedetta Renzi e dalla mamma di Renzi, Laura Bovoli. Conticini è socio della famiglia Renzi da un lato e di Spanò dall’altro. Mentre non ci dovrebbero essere lagami con la Quality press di Donnini, anche se proprio Donnini è stato delegato a rappresentare Conticini nell’ultima assemblea della Dot Media.
A rendere ancora più inquietante il fatto che Dot Media tragga gran parte del suo fatturato dal comune di Renzi e dalle sue partecipate c’è un secondo dato: la partecipazione di Matteo Spanò al suo azionariato. Spanò nel 2006 era direttore di Florence Multimedia, ma era anche imprenditore in proprio con la Arteventi, che ha sede a Pontassieve, dove Spanò ha eletto il suo domicilio, e dove vive anche il suo amico Matteo Renzi con moglie e figli. Arteventi ha emesso fatture nel 2006 per Florence Multimedia, come risulta dal bilancio dove figura tra i fornitori da pagare per più di 7 mila euro. Spanò è uno scout come Renzi, di più, è un leader dell’Agesci in Toscana e a livello nazionale. L’amico Matteo si è ricordato di lui nominandolo presidente dell’associazione Museo dei ragazzi, che si occupa di molte campagne costose: dalla notte bianca, alla festa tricolore. Il Comune paga all’associazione un contributo annuo di 600.000 euro e Spanò pensa bene di spenderli gratificando l. Il consigliere comunale di Sel Tommaso Grassi denuncia da tempo l’assurdità di questa situazione: “un esempio della gestione Spanò è la Notte tricolore del 16 marzo 2011, quando come presidente dell’associazione Museo dei ragazzi Spanò organizzò l’evento in nome e per conto del Comune di Renzi, affidando il lavoro di comunicazione alla DotMedia”, di proprietà di Spanò e di Conticini, cioé del socio dei familiari di Renzi. Spanò, in qualità di presidente dell’Associazione Museo dei Ragazzi, ha dichiarato che la società Dot Media, partecipata da lui, non ha ricevuto compensi.
Da Il Fatto Quotidiano del 6 ottobre 2012 – aggiornato da redazioneweb alle 13.30 dell’8 ottobre
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"La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto paura del generale libico Almasri e per questo lo ha liberato -ha aggiunto l'ex ministra- la donna che aveva promesso di perseguire su tutto il globo i trafficanti di esseri umani ha fatto un favore ad un trafficante di esseri umani. Non so se è favoreggiamento e non mi interessa, so che la liberazione di Almasri è stata un gigantesco favore a chi gli esseri umani li rende schiavi, li tortura, ne abusa e fa soldi con il racket della tratta".
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - La vicenda Almasri e' "un'onta di infamia sulla storia delle istituzioni di questo Paese. La capisco la nostra premier, era assai difficile, forse impossibile venire qui a schiena dritta a giustificare la scelta del suo governo di liberare un torturatore, uno stupratore di bambini, per questo ha inviato qui due onorevoli prestanome". Lo dice Nicola Fratoianni in aula alla Camera dopo le informative dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri.
(Adnkronos) - "Ci dica chi l'ha torturata visto che, in nome della ricostruzione che ci ha fornito, ha giustificato una scelta politica e consentito che un criminale venisse liberato e rimandato a casa. Non è stato un passacarte, è stato fino in fondo un'autorità politica - aggiunge Fratoianni - Avete raccontato bugie, siete degli imbroglioni, avete umiliato gli uomini delle forze dell'ordine che avevano fatto il loro dovere arrestando Almasri".
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - "Quello che accade nei lager libici è inaccettabile per qualsiasi cittadino italiano. Non possiamo rimanere indifferenti. Io mi aspettavo di sentire dal governo come intende operare in Libia. Non basta il Piano Mattei, non bastano le nostre risorse, servono quelle europee per ricostruire pace e stabilità in Libia". Lo dice Ettore Rosato di Azione in aula alla Camera dopo l'informativa dei ministri della Giustizia e dell'Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri.
Rosato interviene anche sull'attacco alla magistratura: "Io non penso che a ogni atto di un magistrato, se non siamo d'accordo dobbiamo dire che è un attacco. Non è che ogni volta ci deve essere uno scontro. Io penso che non sia corretto che un pm prende una denuncia di otto righe e questa si trasforma in un atto d'accusa verso il premier e i ministri. Non è utile, perché non è un atto dovuto. Ma non possiamo trasformare tutto in uno scontro. Dobbiamo recuperare un dialogo serio".
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "Con l'iniziativa di oggi 'Straight to te target - free Hcv screening' continua l'impegno del Consiglio regionale del Lazio in materia di prevenzione. Nel mese di ottobre, infatti, abbiamo lanciato il progetto 'Un Consiglio in Salute': dopo gli screening fatti a dicembre per le malattie cardiologiche, oncologiche e diabetologiche, oggi promuoviamo la prevenzione sull'epatite C, una patologia importante che, secondo l'Oms, coinvolge oltre 80 milioni di persone a livello globale, 300mila in Italia, di cui 35mila nel Lazio, e che vogliamo contrastare con obiettivi importanti". Così Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio in occasione della presentazione - oggi a Roma nella sede del Consiglio regionale del Lazio - di 'Straight to the Target', progetto di prevenzione e sensibilizzazione che dà la possibilità ai dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv che consente di ottenere un riscontro immediato.
"Siamo sempre più convinti - aggiunge Aurigemma - che va cambiata la cultura della prevenzione, che non è un costo per la nostra sanità, ma deve diventare un investimento. I dati scientifici che vengono pubblicati su riviste internazionali, dimostrano l'utilità della prevenzione non solo nei confronti dei pazienti che possono evitare, prevenire o addirittura stemperare le conseguenze delle malattie, ma soprattutto l'utilità e il guadagno economico da parte della sanità che potrebbe risparmiare importanti risorse da investire in altri settori. Dobbiamo affrontare un cambiamento di cultura non solo da parte dei cittadini ma anche da parte di chi amministra la sanità. È un obiettivo importante che anche come conferenza dei presidenti dell'Assemblee legislative stiamo cercando di diffondere in tutte le regioni d'Italia".
L'iniziativa di oggi nasce da un dato. "Si stima che circa 300 mila persone siano portatrici inconsapevoli del virus, di cui 35mila risiedono in Lazio: sono numeri preoccupanti - commenta Aurigemma - Ma l'impegno è anche per altre patologie, come quelle da papillomavirus e la bronchiolite. La diffusione della vaccinazione è ormai un dato fondamentale".
"Dobbiamo continuare a lavorare su una cultura che va cambiata, non soltanto da parte dei cittadini e pazienti, ma anche da parte degli amministratori che, troppo spesso" non indirizzano abbastanza risorse economiche "sulla prevenzione e sugli screening che sono fondamentali per riuscire ad abbattere fenomeni che purtroppo hanno impatti molto rilevanti sulla popolazione italiana", prosegue Aurigemma.
Attualmente "stiamo cercando di allargare" questo progetto "anche ai territori confinanti - spiega - Stiamo sentendo i presidenti delle Province per poter portare questo progetto all'interno" dei luoghi "di lavoro. Abbiamo visto che, nonostante le numerose campagne di prevenzione lanciate nei confronti dei cittadini al compimento del 40esimo e 50esimo anno di età, la percentuale delle persone che ricevono lettere per fare esami gratuiti è intorno al 20-25%". Invece, quando si fa questa proposta nei luoghi di lavoro, "la percentuale cambia notevolmente: siamo intorno all'80-90%".
La prevenzione promossa a dicembre "ha portato", nella sede regionale, "oltre 410 persone a fare screening, su un numero di collaboratori intorno a 500-550 persone. Quindi, entrare nel mondo lavorativo, entrare negli ambienti dove si fa comunità - conclude - porta sicuramente a dei risultati e percentuali molto più alte di adesione".
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "L'infezione da Epatite C (Hcv) è una patologia curabile e guaribile, allo stato attuale, con dei farmaci estremamente potenti e dotati di pochissimi effetti collaterali. Per questa ragione è estremamente importante identificare i soggetti portatori dell'infezione per poter instaurare approcci terapeutici in maniera tempestiva". Lo ha detto Giuseppe Marrone, membro del comitato coordinatore Aisf, Associazione italiana studio fegato in occasione della presentazione - questa mattina a Roma nella sede del Consiglio regionale del Lazio - di "Straight to the Target", l'iniziativa di prevenzione e sensibilizzazione sul virus dell'epatite C che rientra nel progetto 'Un consiglio in Salute' promosso dal Consiglio Regionale del Lazio con la possibilità per i dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv. Organizzata da Cencora-Pharmalex e promossa dall’Associazione EpaC-Ets, Aisf e Simit, l'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio e il contributo non condizionato di Gilead Italia e Abbvie.
"In quest'ottica il ruolo delle associazioni scientifiche, e di Aisf in particolare - aggiunge Marrone - è quello di fornire dati a supporto dello screening per poter identificare i soggetti portatori del virus ed eradicare l'infezione da Hcv, l'obiettivo, estremamente ambizioso, posto dall'Organizzazione mondiale della sanità - per il quale tanto si è fatto ma tanto sia sta ancora facendo - per ridurre l'impatto di questa infezione sulla salute pubblica a livello nazionale".
"L'infezione cronica da Hcv - sottolinea ’esperto - è una condizione in cui la presenza di un virus all'interno dell'organismo determina un danno persistente del fegato" e, "in ultima istanza, lo sviluppo di una malattia cronica come la cirrosi epatica che a sua volta si può complicare con il tumore del fegato". Iniziative come quella di oggi "sono importantissime perché permettono di aumentare la sensibilità sul problema e quindi far vedere come, con dei test estremamente semplici e banali, è possibile porre una diagnosi di una malattia potenzialmente letale" conclude.
Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - "Allargare la fascia dello screening" per l’epatite C (Hcv) "e stabilizzarla fino al 2030, riservando le risorse che sono necessarie". A tale proposito "esiste anche una proposta di legge". Così Ivan Gardini, presidente Associazione EpaC-Ets in occasione della presentazione - oggi a Roma - di "Straight to the Target", progetto di prevenzione e sensibilizzazione promossa dal Consiglio Regionale del Lazio che dà la possibilità ai dipendenti di sottoporsi gratuitamente a un test salivare per Hcv (dalle 10 alle 17) che consente di ottenere un riscontro immediato. Organizzata da Cencora-Pharmalex e promossa dall’Associazione EpaC-Ets, Aisf e Simit, l'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Epatiti virali e malattie del fegato, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio e il contributo non condizionato di Gilead Italia e Abbvie.
"Il target è di arrivare a screenare almeno l'80-85% della popolazione. In questo momento non siamo arrivati a questa quota. L'unico sistema per raggiungere il target è stabilizzare lo screening, almeno fino al 2030. La fascia di popolazione" interessata è quella "dove c'è maggiore prevalenza", cioè in chi ha più "di 50 anni. Questo è il sistema più veloce perché le regioni si possono organizzare meglio - spiega Gardini - Non possiamo continuare a prorogare di anno in anno e definire lo screening sperimentale. Stabilizzando lo screening" inoltre "si possono effettuare campagne nazionali: in questo momento vengono fatte a livello regionale, differenti l'una dall'altra. Questo non è il problema, ma una campagna nazionale avrebbe veramente un impatto maggiore. Bisognerebbe poi coinvolgere anche le farmacie e i medici di famiglia".
In questo momento le persone diagnosticate con infezione da virus dell’epatite C "sono rimaste davvero poche - osserva Gardini - Lo sappiamo perché i nostri associati, al 90-95% sono già stati tutti curati. Probabilmente c'è uno zoccolo duro di persone che ancora non vanno a curarsi perché, probabilmente, si ricordano delle vecchie terapie, davvero molto pesanti, e quindi sono probabilmente mal informati, oppure" hanno "informazioni fuorvianti. Probabilmente vivono nella inconsapevolezza del danno a cui possono andare incontro. Questo è il vero problema. Noi lavoriamo tantissimo per informare del pericolo di un'evoluzione in cirrosi, tumore e tutte le complicanze che ci possono essere. Chi è in cura - conclude - sicuramente non ha grossi problemi perché" le terapie disponibili hanno "davvero modestissimi effetti collaterali".