La commissione Affari costituzionali del Senato ha adottato come testo base per la riforma della legge elettorale la proposta del Pdl a firma Lucio Malan. A favore hanno votato in 16: Pdl, Udc, Fli, Mpa, Lega e Cn. No da Idv, Pd e dal presidente della commissione Carlo Vizzini (che era stato eletto nel centrodestra e da tempo è passato al Psi di Nencini e che da giorni sottolinea il problema legato alle preferenze anche dopo gli scandali degli ultimi giorni). Il testo contiene le preferenze e un premio del 12,5% alla coalizione. Si prospetta un esame sprint sulla riforma. Il termine per gli emendamenti è stato, infatti, fissato a mercoledì sera alle 18. Per quanto riguarda i tempi d’esame il presidente Vizzini sottolinea: “Sentirò i capigruppo perché credo che a noi una settimana basti, ma qualcuno mi fa notare che ci sono le elezioni in Sicilia e quindi vedremo”. Un percorso con l’acceleratore abbassato, come conferma il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani: “Farò di tutto perché entro fine mese questo testo possa approdare in Aula”. “Oggi in Senato si è fatto un grosso passo avanti sulla nuova legge elettorale, l’adozione del testo base costituisce una svolta – aggiunge – Confido adesso nella collaborazione tra i gruppi e i partiti per il massimo della convergenza, che già sui 2/3 del testo si è realizzata”.
E’ “positivo” che sia stato approvato un testo base che “recupera il rapporto eletto elettore – prosegue Vizzini – Penso però sia passato il metodo certamente più difficile da governare sul piano etico” e se questo dovesse essere il testo finale bisognerà prendere degli accorgimenti in questo senso. Questo, ha aggiunto, “perché rischiamo di importare un virus che è infettivo perché il virus che stiamo importando è quello delle preferenze”.
Ne trae un’interpretazione politica Arturo Parisi, da tempo in polemica con il suo partito, il Pd: “Il pericoloso ritorno alle preferenze si prospetta come la prevedibile sconfitta inferta a Bersani dal suo principale alleato Casini a seguito di divergenze da sempre note. Ma il ritorno ad un impianto proporzionale e la difesa di una parte eccessiva di parlamentari nominati – la parte invece che nei due testi oggi esaminati dal Senato era comune – corrisponde invece all’obiettivo tenacemente perseguito nel tempo dal gruppo dirigente del Pd con l’aiuto di Casini e Berlusconi”.
“Il Pd – spiega più tardi la capogruppo in Senato Anna Finocchiaro – ha votato contro questo testo perché, pur essendo simile a quello che abbiamo presentato noi, prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze. Io penso che la cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale”. Ancora più chiaro il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd): “E’ ancora peggiore di quanto temevamo. Aldilà dei proclami dei mesi scorsi, questa legge avvicina il nostro Paese alla precarietà della Grecia, non alla stabilità delle altre grandi democrazie europee”. E l’autore del Porcellum, Roberto Calderoli, conferma: “In effetti è simile al sistema greco”. Per l’ex ministro leghista è l’unica parte da rivedere di una legge che però lui ha votato: “Perché era simile a una delle mie proposte”.
Così si rifanno sentire i 40 parlamentari del Pdl che avevano detto no alle preferenze: “Spiace che il testo base sulla riforma elettorale approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato preveda il ripristino delle preferenze, vero e proprio male della politica – dice Enrico La Loggia, uno dei primi firmatari – Mi auguro che durante il dibattito in Aula si mediti meglio sulla questione, fino a rivederla”.
La legge così fatta piace invece al segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa: “La legge approvata è un buon compromesso e tale deve essere considerato da tutti, destra e sinistra. Il Pd ha chiesto il premio alla coalizione e noi ci siamo fatti carico di questa scelta, che pure non condividevamo. Ci sono le preferenze, che consentono agli elettori di scegliersi i parlamentari: a chi le critica vorrei ricordare che i banditi che comprano voti possono farlo sia col sistema delle preferenze che con i collegi uninominali”.
Politica
Legge elettorale, in commissione ok al testo Pdl che prevede le preferenze
Al Senato approvata la proposta di Malan con i voti di tutto il centrodestra, Udc e Fli comprese. No di Pd e Idv. Previsto un premio di maggioranza alla coalizione del 12,5%. Cesa: "Buona legge". Chiti: "La Grecia è più vicina". Calderoli soddisfatto
La commissione Affari costituzionali del Senato ha adottato come testo base per la riforma della legge elettorale la proposta del Pdl a firma Lucio Malan. A favore hanno votato in 16: Pdl, Udc, Fli, Mpa, Lega e Cn. No da Idv, Pd e dal presidente della commissione Carlo Vizzini (che era stato eletto nel centrodestra e da tempo è passato al Psi di Nencini e che da giorni sottolinea il problema legato alle preferenze anche dopo gli scandali degli ultimi giorni). Il testo contiene le preferenze e un premio del 12,5% alla coalizione. Si prospetta un esame sprint sulla riforma. Il termine per gli emendamenti è stato, infatti, fissato a mercoledì sera alle 18. Per quanto riguarda i tempi d’esame il presidente Vizzini sottolinea: “Sentirò i capigruppo perché credo che a noi una settimana basti, ma qualcuno mi fa notare che ci sono le elezioni in Sicilia e quindi vedremo”. Un percorso con l’acceleratore abbassato, come conferma il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani: “Farò di tutto perché entro fine mese questo testo possa approdare in Aula”. “Oggi in Senato si è fatto un grosso passo avanti sulla nuova legge elettorale, l’adozione del testo base costituisce una svolta – aggiunge – Confido adesso nella collaborazione tra i gruppi e i partiti per il massimo della convergenza, che già sui 2/3 del testo si è realizzata”.
E’ “positivo” che sia stato approvato un testo base che “recupera il rapporto eletto elettore – prosegue Vizzini – Penso però sia passato il metodo certamente più difficile da governare sul piano etico” e se questo dovesse essere il testo finale bisognerà prendere degli accorgimenti in questo senso. Questo, ha aggiunto, “perché rischiamo di importare un virus che è infettivo perché il virus che stiamo importando è quello delle preferenze”.
Ne trae un’interpretazione politica Arturo Parisi, da tempo in polemica con il suo partito, il Pd: “Il pericoloso ritorno alle preferenze si prospetta come la prevedibile sconfitta inferta a Bersani dal suo principale alleato Casini a seguito di divergenze da sempre note. Ma il ritorno ad un impianto proporzionale e la difesa di una parte eccessiva di parlamentari nominati – la parte invece che nei due testi oggi esaminati dal Senato era comune – corrisponde invece all’obiettivo tenacemente perseguito nel tempo dal gruppo dirigente del Pd con l’aiuto di Casini e Berlusconi”.
“Il Pd – spiega più tardi la capogruppo in Senato Anna Finocchiaro – ha votato contro questo testo perché, pur essendo simile a quello che abbiamo presentato noi, prevede come strumento per scegliere gli eletti le preferenze. Io penso che la cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale”. Ancora più chiaro il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd): “E’ ancora peggiore di quanto temevamo. Aldilà dei proclami dei mesi scorsi, questa legge avvicina il nostro Paese alla precarietà della Grecia, non alla stabilità delle altre grandi democrazie europee”. E l’autore del Porcellum, Roberto Calderoli, conferma: “In effetti è simile al sistema greco”. Per l’ex ministro leghista è l’unica parte da rivedere di una legge che però lui ha votato: “Perché era simile a una delle mie proposte”.
Così si rifanno sentire i 40 parlamentari del Pdl che avevano detto no alle preferenze: “Spiace che il testo base sulla riforma elettorale approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato preveda il ripristino delle preferenze, vero e proprio male della politica – dice Enrico La Loggia, uno dei primi firmatari – Mi auguro che durante il dibattito in Aula si mediti meglio sulla questione, fino a rivederla”.
La legge così fatta piace invece al segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa: “La legge approvata è un buon compromesso e tale deve essere considerato da tutti, destra e sinistra. Il Pd ha chiesto il premio alla coalizione e noi ci siamo fatti carico di questa scelta, che pure non condividevamo. Ci sono le preferenze, che consentono agli elettori di scegliersi i parlamentari: a chi le critica vorrei ricordare che i banditi che comprano voti possono farlo sia col sistema delle preferenze che con i collegi uninominali”.
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Trump e Putin decidono le condizioni per la tregua in Ucraina, ma l’Europa frena di già. Scenari post guerra | Fantasmi elettorali a Kiev
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si dice che la Schlein con la sua posizione si sia isolata. Per nulla. Si è distinta. Ha lanciato un monito, non si è piegata a meccanismi automatici e obbligati di adesione. Non so che sviluppi ci saranno nel Pd. Un chiarimento serve. Così come serve tra le forze socialiste europee. Indicare una prospettiva di deterrenza comune e i nuovi assetti del mondo, con un nuovo spirito di pace e collaborazione, è la sola possibilità per i Socialisti di tornare a fare il proprio mestiere nelle condizioni date. Non è pacifismo senza nerbo, piuttosto combattimento senza incertezze e conformismi per i propri valori”. Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, in un'intervista all’'Unità'.
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - L'esercito israeliano ha lanciato un nuovo appello alla popolazione di Gaza affinché evacuino le "zone pericolose di combattimento" nel nord e nel sud del territorio palestinese, all'indomani degli intensi bombardamenti che, secondo Hamas, hanno causato la morte di oltre 400 persone.
L'ordine di evacuazione si applica alle regioni di Beit Hanoun (nord), Khirbet Khuza'a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida (sud), dove l'esercito "ha iniziato le sue operazioni contro gruppi terroristici", ha scritto su X il portavoce di lingua araba dell'esercito, Avichay Adraee, invitando i residenti a "spostarsi in rifugi nella parte occidentale di Gaza City e nella città di Khan Younis".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Spero che la telefonata di Trump e Putin faccia fare dei passi in avanti, non credo che sia stata la telefonata che qualcuno ha raccontato di pace universale, ancora non ci siamo, ci saranno a Gedda alla fine della settimana ancora dei colloqui di pace, mi pare di capire stavolta anche con la Russia, l'altra volta c'erano stati tra America e Ucraina. Io penso che ci voglia grande prudenza e un doppio binario: da un lato bisogna prepararsi ad un periodo di turbolenze che vedremo anche sui mercati, vale a dire ci saranno delle difficoltà per le famiglie, purtroppo". Così Matteo Renzi, ospite di 'Non stop news' su Rtl 102.5.
"L'unico modo per risolverla è una grande iniziativa diplomatica e su questo -ribadisce l'ex premier- per me l'Europa ha dormito. In questi tre anni, lo dico dal 24 febbraio 2022, l'Europa doveva inviare un inviato speciale per fare la pace tra Russia e Ucraina, avevo proposto il nome di Tony Blair, ma questa è un po' la maledizione di quelli che dicono le cose giuste troppo presto. Noi lo abbiamo detto tre anni fa, non l'abbiamo fatto e adesso l'accordo di pace si fa a Gedda e non si fa a Bruxelles o a Roma, questo è un po' un limite del nostro Governo e della nostra Europa".
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Durante la notte, l'esercito israeliano ha condotto un'ondata di attacchi contro obiettivi di Hamas e della Jihad islamica palestinese nella Striscia di Gaza. L'aeronautica militare israeliana afferma di aver colpito circa 20 obiettivi, tra cui un sito militare di Hamas nel nord di Gaza, dove ha individuato preparativi per attacchi missilistici contro Israele.
Inoltre, la Marina israeliana ha preso di mira diverse imbarcazioni appartenenti alla Jihad islamica palestinese al largo della costa di Gaza, che secondo l'Idf venivano utilizzate per attività terroristiche.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oggi è San Giuseppe. Buon onomastico a chi porta il suo nome e auguri a tutti i papà! Una preghiera per quelli che continuano a vivere nei nostri ricordi e nel nostro cuore". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Un augurio speciale a tutti quei papà che passano la notte insonni, cullando i propri neonati. A quelli che ogni mattina vestono i bambini con cura e li accompagnano all’asilo o a scuola. A quelli che si fanno in quattro per sostenere i propri figli e la propria famiglia. A quelli che li proteggono da lassù. A chi vive la dolcezza di una vita di coppia e a chi, con il suo amore, riesce a dare tutto anche da solo. A quelli che, ormai con i figli adulti, non smettono mai di preoccuparsi per loro. Grazie a ognuno di voi. Perché papà e mamma sono e rimarranno sempre le parole più belle del mondo. Buona Festa del papà". Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Bruxelles, 19 mar. (Adnkronos) - Il riarmo dell'Unione Europea non è contro gli Usa: "ciò di cui l'industria della difesa ha bisogno ora è di contratti a lungo termine da parte degli Stati membri e noi stiamo incoraggiando i Paesi Ue a lavorare a stretto contatto e ad avere una prospettiva di lungo termine con gli investimenti". Lo dice al Corriere della Sera Henna Virkkunen, uno dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Europea, che ha guidato la preparazione di Safe, lo strumento che mette a disposizione dei Paesi Ue 150 miliardi di euro di prestiti per la difesa.
"La politica di difesa è di competenza degli Stati membri, ma sappiamo che viviamo in un mondo molto pericoloso e la situazione della nostra sicurezza è molto allarmante - spiega Virkkunen - Il ruolo dell'Unione europea è quindi quello di occuparsi della parte finanziaria, di come sostenere il finanziamento e di come rafforzare la nostra industria della difesa e la sua competitività. E poi c'è un terzo elemento: la mobilità militare, per la quale disponiamo di fondi oggi troppo esigui, ma sappiamo che gli Stati membri ne hanno bisogno. Gli Stati membri che si trovano più a Est vedono le minacce in modo molto più drammatico rispetto a quelli che non sono così vicini al confine orientale".
"Le tecnologie Usa sono spesso le migliori al mondo in molti settori - conclude - Nella nostra strategia per l'industria della difesa, abbiamo già detto che nel 2030 dovremmo avere una base industriale tale da poter acquistare il 50% dai mercati europei. In futuro continueremo ad acquistare anche fuori dell'Ue. Questo non è contro gli Usa. Non siamo ancora arrivati a questo punto: stiamo proponendo lo strumento sicuro di prestito, la clausola nazionale di salvaguardia, la flessibilità per i fondi di coesione. Ma abbiamo promesso di esaminare anche altri strumenti e stiamo anche preparando il nuovo bilancio Ue".