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Torino, accoltella a morte la moglie e chiama i carabinieri

All'uccisione ha assistito il figlio 17enne della coppia. Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: "E' la 100esima vittima da inizio anno: quante donne dovranno essere barbaramente uccise? Quante madri sgozzate davanti ai figli?"
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Ha ucciso la moglie a coltellate durante una lite. E’ successo a Collegno, nel torinese. E’ stato lo stesso uomo poi a chiamare il 118 dicendo di avere accoltellato la moglie. Quando sono giunti i soccorsi, la donna era già morta.

L’uomo è stato fermato dai carabinieri e portato in caserma. All’uccisione ha assistito il figlio diciassettenne della coppia. 

Si tratta della 100° vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno. Il 7 ottobre è stato Telefono Rosa, il call center che dal 1988 denuncia la violenza “sommersa” che subiscono le donne in Italia, a lanciare l’allarme: “Novantotto vittime in meno di 10 mesi: la media è di quasi una ogni due giorni”

“Sono cento le donne uccise dall’inizio dell’anno ad oggi, una ogni due giorni e intanto i soldi del fondo anti-violenza sono stati ridotti – commenta Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa – Abbiamo chiesto in ogni modo di intervenire, abbiamo spiegato che non basta nulla di quello che oggi viene messo in campo per fermare il femminicidio. Abbiamo visto ridursi i soldi del fondo anti-violenza, non vediamo alcun intervento straordinario, non esiste un programma organico di prevenzione né di cura dei violenti, nessun piano per le scuole”. “Abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, alla ministra Severino, a tutti i segretari dei partiti: abbiamo ovunque urlato l’angoscia degli italiani e delle italiane. Nulla è accaduto in concreto”, prosegue Moscatelli. “Chiediamo al presidente del Consiglio Monti: quante donne dovranno essere barbaramente uccise? Quante madri sgozzate davanti ai figli? Quanti orfani ancora?”. “Se sarà necessario – conclude Moscatelli – indiremo una grande manifestazione in piazza a Roma, chiedendo aiuto a tutti i movimenti di donne a partire da “Se non ora quando”. Noi non possiamo più accettare questa barbarie”.

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