Tre dirigenti del comune di Genova sono indagati per falso e calunnia in concorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura del capoluogo ligure sull’alluvione del 4 novembre 2011. Di questi due sono a piede libero e uno agli arresti domiciliari. Ai domiciliari è finito Sandro Gambelli dirigente del settore Protezione civile, pubblica incolumità e volontariato, che è un settore della direzione città sicura. Risultano invece Pierpaolo Cha, dirigente dell’ufficio Città sicura e hazard manager e Gianfranco Dalponte, dirigente generale area Sicurezza e protezione speciale.
Secondo il disegno accusatorio del pm Luca Scorza Azzarà, i tre dirigenti, indagati in filone del procedimento sull’alluvione, avrebbero redatto falsi verbali ricostruendo l’evento in modo non veritiero. In particolare avrebbero anticipato l’onda di piena del torrente Fereggiano riducendo la propria capacità di intervento. Il torrente prima uscì dagli argini, poi superò i ponti quindi arrivò l’onda di piena che travolse e uccise sei persone. Secondo la procura i dirigenti avrebbero anticipato di oltre mezz’ora l’arrivo dell’onda di piena, attribuendo a un volontario della protezione civile dichiarazioni mai rese sullo stato del Fereggiano. L’uomo, sentito dalla Procura, si sarebbe trovato in tutt’altra zona nel momento della tragica esondazione. Sono stati perquisiti gli uffici del comune e le abitazioni dei tre indagati.
Tra le reazioni, il sindaco di Genova Marco Doria che ha indetto una conferenza stampa: “Non so quali errori siano stati fatti, ma siamo assolutamente disponibili a collaborare con la magistratura e attendiamo di sapere meglio quanto è accaduto. Nello stesso tempo – ha tenuto a precisare il sindaco – non vorrei che si facesse pensare ai cittadini che, trovati in questa vicenda eventuali colpevoli, si risolve il problema dell’alluvione 2011. Non ci deve essere questa illusione: la tragedia che è avvenuta è stata provocata da una serie complessa di eventi”.
A chi gli chiedeva se nei confronti dei tre funzionari oggetto dell’indagine il Comune adotterà provvedimenti disciplinari, il sindaco ha risposto: “Devo prima sapere qual è l’oggetto della questione, quali reati vengono loro contestati. Ad ora non siamo a conoscenza degli addebiti o delle contestazioni nei loro confronti – ha aggiunto – e a seconda dei provvedimenti adottati dalla magistratura, quando li conosceremo, valuteremo l’applicazione del nostro regolamento disciplinare. Cerchiamo di acquisire elementi ufficiali per capire cosa sia accaduto e, poi, fare riflessione interna, che va fatta, alla luce di elementi più certi”.
A commentare la vicenda è stata anche il predecessore di Doria, Marta Vincenzi, che all’epoca dei fatti fu anche contestata e che oggi all’emittente Telenord ha detto: ”Non posso pensare che ci sia qualcuno che abbia manipolato dati, ne morirei”.