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Anonymous e il suicidio di Amanda Todd

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Fawkes Secutiry, parte del gruppo Anonymous, ha divulgato l’identità del presunto stalker di Amanda Todd, la ragazza canadese di 15 anni che si è suicidata nella sua stanza una settimana fa, dopo una travagliata vicenda personale di molestia e minacce, sofferenza e alienazione e infine droga, tutta documentata sui social media (specie Facebook) con messaggi e immagini, fino all’annuncio della ragazza di togliersi la vita. 

Secondo Anonymous Amanda sarebbe stata tormentata da un uomo di 32 anni legato alla frequentazione di siti pedopornografici. Gli attivisti hacker ne hanno svelato nome, cognome e indirizzo dichiarando: “nella migliore delle ipotesi è la persona che ha fatto questo ad Amanda, nella peggiore delle ipotesi è uno dei pedofili che sfrutta i bambini”. 

La polizia teme per l’incolumità dell’uomo e comunque ritiene possa essere la persona sbagliata, dato che l’uomo stesso ha indicato come possibile stalker di Amanda un’altra persona che vive a New York.

Riporto uno dei video attribuiti ad Anonymous (ne circolando diversi), dove si rivela l’identità del presunto stalker: che è stato già raggiunto da una serie di interviste Tv e minacce. Non rileva se il video sia vero o presunto, perché il fatto resta, l’organizzazione ha davvero svelato pubblicamente l’identità di una persona additandola quale molestatore sessuale, che avrebbe indotto una giovane ragazza al suicidio.

Tralascio le considerazioni, forse ovvie, sul concetto di giustizia di uno che si è dedicato prima alla Filosofia poi alla Teologia. Ma mi preme dire  che, quando riascolto il motto di Anonymous (verso cui ho sempre provato una certa empatia) “noi siamo Anonymous, noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo…”, specie riferito a tali accuse verso un uomo, non riesco a trattenere l’inquietudine. Era la cosa giusta da fare? “noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo…”





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