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Campania, prefetto contro prete anti-roghi: “Non dica ‘signora’ alla collega”

La colpa di don Maurizio Patriciello? Aver utilizzato l'appellativo "sbagliato" nei confronti del prefetto di Caserta. Almeno secondo l'omologo capoluogo campano, Andrea De Martino, per questo l'ha ripreso. Ma, forse, a pesare, è l'attivismo del sacerdote in terra di clan
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La ‘colpa’ di don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano (Napoli) che da mesi anima una battaglia contro i roghi tossici nell’hinterland napoletano e casertano? Essersi rivolto al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola “signora”. E non “signora prefetto”, come da protocollo. Circostanza che irrita a tal punto il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, da umiliare pubblicamente il prelato: “Lei manca di rispetto per le istituzioni, se io la chiamerei signore come reagirebbe? Mi fa anche dimenticare l’italiano… Se vuole andare via può anche andare… lei l’ha offesa, e ha offeso anche me”. Il prete si prostra in scuse: “Non sono avvezzo a questi consessi, non volevo mancare di rispetto, mi perdonerete tutti quanti”. Ma la mortificazione è compiuta.





Il video risale a giovedì 18 ottobre. Riprende una riunione in prefettura a Napoli sul tema dei rifiuti e degli incendi che avvelenano l’aria e le campagne della cosiddetta “Terra dei fuochi”, quelle zone al confine di Napoli e Caserta sotto assedio di chi sversa abusivamente immondizia e poi la brucia per non lasciare tracce. Partecipano esponenti delle forze dell’ordine, i prefetti di Napoli e Caserta, le associazioni e i comitati dei cittadini vittime dei roghi. E’ un tema serio, delicato. Don Patriciello interviene, si accalora, denuncia la presenza di amianto nei campi colpiti dagli incendi, ringrazia la “signora” che è stata disponibile a riceverlo qualche volta anche senza appuntamento. La signora è il prefetto di Caserta, che ascolta con attenzione e non pare offesa. Invece si offende, e molto, il prefetto di Napoli. Alle sue parole una signora fuori campo reagisce con un commento che ricorda un film di Totò: “Signori si nasce”. Poi la discussione riprende e dopo le scuse, don Maurizio ricorda: “Noi siamo i volontari che vanno a fotografare i roghi rischiando la vita nelle terre dei clan dei casalesi”.

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