Nel mondo del giornalismo cinese dobbiamo segnalare una nuova rivista che fa base ad Hong Kong (e ovviamente nella Repubblica popolare è bloccata): Isunaffair.
Dopo qualche mese di prova si lancia sul mercato con un’incredibile copertina sul XVIII Congresso del Pcc e un editoriale del coraggioso Chang Ping, che in sintesi recita così:
Non è difficile scrivere gli editoriali per il Quotidiano del popolo, sono gli stessi dalla prima copia stampata. Usando le sempre le stesse parole e gli stessi slogan hanno anestetizzato le masse. E c’è di più. Le stesse parole sono amplificate da tutti gli altri media legati al Partito e nascoste sotto il grande ombrello del “modello Cina”.
Provano a fare un lavoro diverso i media commerciali e quelli di Hong Kong e Taiwan, ma difficilmente riescono ad uscire da una trappola linguistica. Non fanno che ripetere “la cina è a un punto di svolta” oppure “è il momento giusto per le riforme”. Devono comunque fingere di condividere le loro preoccupazioni con il Partito. Ho lavorato nell’industria mediatica per vent’anni, lo so bene.
Il Partito non ha mai rimpianto le occasioni perdute, né chiesto scusa per gli errori compiuti a prescindere dalla gravità degli incidenti. E noi rimaniamo in una trappola linguistica: criticare o complimentarsi con il Partito.
Qui non vogliamo giudicare i colleghi, ma affermare con forza che la Cina sta per affrontare cambiamenti fondamentali, che la libertà di espressione è più importante del controllo politico e che il benessere nazionale è più importante degli interessi del Partito. Facciamo tutti parte dello stesso scenario, che è mondiale.”