E’ la fine, forse definitiva, della pace apparente scoppiata il giorno dell’assemblea nazionale di Roma, quando il Pd sembrava procedere compatto e Bersani parlò di “capolavoro di democrazia”. Renzi, quello stesso giorno, disse di fidarsi del segretario. Oggi quell’atmosfera di fair play britannico sembra essere svanita nel nulla. Bersani infatti mette nel mirino il sindaco di Firenze e va giù duro: “Io credo che qualcuno che ha base alle Cayman non dovrebbe permettersi e di dare consigli. Non lo dico per Renzi, ma in generale: l’Italia non si compra a pezzi”. Renzi risponde di essere pronto al confronto pubblico il segretario risponde di non avere “difficoltà a discutere di tutto, non ci siamo solo noi e faremo il confronto secondo le regole che diranno i garanti”, mentre Nichi Vendola se la gode, da buon terzo che assiste al litigio tra gli altri due: “E io mi accomodo tra il pubblico ad ascoltare i vostri problemi con i banchieri e con la finanza…” ironizza su Twitter.
A cosa si riferisce il segretario, mosso da tanto animus? A una notizia pubblicata ieri dal Corriere della Sera e ripresa oggi dall’Unità: la cena di finanziamento elettorale in favore del “rottamatore” alla quale hanno partecipato esponenti della finanza milanese. Una “cena in piedi”, a porte chiuse, organizzata da Davide Serra, la cui società è controllata da una holding costituita, appunto, alle isole Cayman, noto paradiso fiscale. Proprio Serra, peraltro, a quell’appuntamento, aveva messo in evidenza che uno dei mali peggiori dell’Italia era proprio l’evasione fiscale da combattere – aveva spiegato il finanziere, secondo l’Unità – partendo dall’eliminazione di ogni pagamento in contanti.
Da qui l’affondo del segretario democratico che se la prende con “certa finanza che non risponde a criteri di trasparenza e che ha avuto in questi anni un po’ troppo mano libera. Bisogna partire dall’economia reale e la finanza deve essere a disposizione dell’economia reale e non l’inverso”. E continua bacchettando Renzi per aver accusato la politica di essere stata debole di fronte alla finanza. “Lasciamo perdere i giochini di parole – ha spiegato il segretario – La finanza non è tutta uguale, certa finanza ha fatto quel che ha fatto certamente mettendo in ginocchio la politica, la politica che si fa mettere in ginocchio”.
Renzi: “Confronto pubblico su banche e finanza. Va bene una casa del popolo?”
Renzi risponde attraverso Twitter: “Caro Bersani, su banche, finanza e trasparenza accetti un confronto pubblico? Non importa andare alle Cayman: ok una casa del popolo. Ti va?”. Poi riprende il discorso su facebook. “La finanza non è buona o cattiva. La finanza esiste ed è centrale per chi vuole governare un Paese in queste condizioni”. “La politica autorevole parla con la finanza – ha aggiunto – La politica meschina si fa dettare la linea dalla finanza”.
Renzi ha ricordato che “oggi la notizia del giorno per molti siti è la frase di Bersani sul finanziamento della mia campagna elettorale e sui rapporti con banche e finanza. Finanziamento campagna elettorale: tutto online, tutto trasparente, non c’è un centesimo di spesa pubblica. Lui farà altrettanto, ne sono certo”. Il sindaco di Firenze ha quindi rinnovato l’invito al segretario Pd per un confronto pubblico a due sul tema: “Non importa andare alle Cayman – ha scritto – scelga lui data e luogo: io mi libero e sarà un piacere…”.
Ieri aveva parlato lo spin doctor della campagna elettorale del sindaco, Giorgio Gori: “Davide Serra? Non lo conoscevo e non rappresenta il pensiero di Renzi – ha affermato intervistato all’Unità – Serra non lo conoscevo, mi sono imbucato a quell’incontro per salutare Matteo che non vedevo da qualche giorno – assicura Gori – Di 150 invitati ne avrò conosciuto al massimo tre. La cena non l’ho organizzata io”. E spiega di non avere elementi per dire se sia vero o no” che la storia delle Cayman. “Serra – precisa – non rappresenta il pensiero di Renzi. Ha portato un contributo, anche interessante, ma che non è il programma di Matteo. Serra ha chiamato alcuni suoi amici e gli ha chiesto di dare una mano a Renzi, tutto qui. C’è stata una specie di cena in piedi e Matteo ha risposto a varie domande”.
Aveva parlato anche lo staff del sindaco di Firenze: Serra non ha alcun ruolo, avevano spiegato, non fa parte dell’organizzazione che sostiene Renzi e figurarsi se detta la linea economica del programma del “rottamatore”.
Ma il segretario insiste: “Rottamare la rottamazione”
Ma l’affondo di Bersani non finisce qui: “Spero che la rottamazione venga rottamata. Faremo il rinnovamento, sarà serio e tutti sono impegnati” dice, “forte” – per così dire – del passo indietro di Veltroni prima e D’Alema poi. “Ho sempre detto: per quale diavolo di motivo bisogna essere parlamentari per essere protagonisti? Veltroni e D’Alema sono figure elevate, uno molto impegnato sul fronte legalità e l’altro coordina e dirige le fondazioni dei Progressisti europei“. “Abbiamo tante forze nuove – rivendica Bersani – le abbiamo fatte crescere e sia in un futuro governo sia nel partito ci sarà una calata nuova”. Il leader democratico ricorda che “ho sempre detto da mesi che la ruota girerà. E’ stata presa per una giaculatoria, ma era la realtà. Renzi o non Renzi è il nostro modo di lavorare. Si arriverà a questo senza mettere nessuno sull’asfalto”.
Il leader democratico: “Le regole per le primarie? Servono per formare una comunità”
Il segretario infine allarga il discorso anche al regolamento delle primarie, criticato a più riprese da Renzi: “Non è obbligatorio partecipare alle direzioni del Pd, ma voglio ricordare che dopo i casi di Napoli e Palermo feci una relazione per spiegare che servivano regole. Può darsi che ai gazebo verrà qualcuno di meno ma il nostro obiettivo è anche creare una comunità dei progressisti con cui interagire dopo che hanno sottoscritto l’appello del centrosinistra. Sono serenissimo che le nostre regole saranno rispettate da tutti. C’è volontà di promuovere la partecipazione ma noi diciamo anche: ‘Decidete ma vi prendete la responsabilità di dire che siete progressisti e ci mettiamo in comunicazione come nessuno in Europa ha mai fatto'”.
Vendola: “Renzi ha già esaurito il repertorio della rottamazione. Ora gli resta ben poco”
Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Vendola, è d’accordo sul richiamo di Bersani sulla finanza poco trasparente. “Mi pare che la frase di Bersani sia importante e dal peso rilevante”, ha detto. “Trovo anche incredibile – ha commentato il presidente della Regione Puglia e candidato alle primarie – attivare una polemica sulla trasparenza del segretario del proprio partito e buttarla in caciara”. “Avendo esaurito il repertorio della rottamazione – conclude Vendola – Resta ben poco del vocabolario di Matteo Renzi”.
L’endorsement della Biancofiore: “Renzi è come Berlusconi”
La pidiellina Michaela Biancofiore parteciperà a Bolzano, la sua città, al comizio di Renzi per le primarie. “Vado ad ascoltarlo – spiega Biancofiore – perché è sempre positivo conoscere il potenziale avversario e perché, magari, ci si può sentire ‘fratelli d’Italia’ anche e soprattutto con giovani di altre formazioni politiche”. “Per Renzi, la generazione di quarantenni di questo Paese non intende fare gli stessi errori dei loro predecessori e dialogare prima, dopo e durante – prosegue Biancofiore – “La cosa che detestano di più gli italiani è vedere la classe politica litigare furiosamente, dentro e fuori le proprie famiglie politiche, dimenticando di pensare al bene, alla quotidianita’ e all’interesse generale dei cittadini. A Renzi mi unisce la simpatia e la condivisione del fatto lampante che Berlusconi, ancora oggi, e’ l’unico leader del panorama politico italiano. E siccome Renzi lo ha capito, si ispira a lui replicando il linguaggio della gente comune, tipico del berlusconismo”.
I sondaggi interni al partito: “Bersani al 40 per cento”
Intanto nel partito, secondo indiscrezioni dell’Adnkronos, girano sondaggi che sembrano sorridere al segretario, dato al 40,4% contro il 31,7 di Renzi. Un risultato che al quartier generale di Bersani viene, ovviamente, accolto positivamente e che segna un’inversione di tendenza dopo i sondaggi delle scorse settimane che davano il sindaco di Firenze in netto avvicinamento nelle intenzioni di voto. I dati in possesso del Pd, secondo un sondaggio effettuato il 17 ottobre, sono stati calibrati su due platee: la prima quella dei cittadini che dichiarano che andranno “probabilmente” o “sicuramente” a votare alle primarie; la seconda quella di chi si dichiara elettore del Pd. In questo secondo caso, il vantaggio di Bersani cresce ulteriormene: 54,4% per il segretario e 31,1 per Renzi. Questi i risultati nel dettaglio. Tra quelli che sono intenzionati a votare alle primarie: Bersani al 40,4%, Renzi al 31,7%, Nichi Vendola al 13%, Laura Puppato al 2,1%, Bruno Tabacci al 1,2%. Tra gli elettori del Pd: Bersani al 54,4%, Renzi al 31,1%, Vendola al 7,4%, Puppato allo 0,9% e Tabacci allo 0,4%.