“Qui nessuno favorisce i corrotti, tant’è che voglio riformare la prescrizione”. Così il ministro della Giustizia Paola Severino difende, in una intervista a Repubblica il testo appena approvato al Senato con il voto di fiducia. Il Guardasigilli respinge le critiche al testo e annuncia che saranno predisposte altre leggi anti-corruzione. “Come si concilia – afferma Severino sull’accusa di favorire i corrotti – una simile falsa affermazione con un ddl che inserisce nuove figure di reato quali la corruzione tra privati e il traffico di influenze illecite, fino a pochi mesi fa osteggiate da quanti le ritenevano troppo punitive? Come si concilia con la circostanza che la legge prevede rilevanti aumenti di pena per la gran parte delle fattispecie di reato? Come si concilia con la circostanza che si prevedono ampliamenti delle pene accessorie? Il Paese – osserva il Guardasigilli – sarebbe molto più grato se venisse informato correttamente sui contenuti della legge”.
Severino apre quindi all’ipotesi di altri interventi: “Per me andare più in la” vuol dire completare questo primo passo importante con altri: prescrizione, reati societari, auto-riciclaggio, che non potevano stare tutti insieme”. Per quanto riguarda i processi in corso a Berlusconi e Penati, Severino replica: “Nel primo la prescrizione dovrebbe maturare intorno al 2020, con ampie possibilità che tutti i gradi di giudizio vengano percorsi, nel secondo parliamo di reati o che già sono prescritti con le attuali regole o che sono destinati a rimanere in piedi fino al 2016-2017”, in ogni caso, il ministro assicura di essersi “fatta carico” di entrambi i processi in corso stendendo il provvedimento. “Fino a pochi mesi fa – afferma infine difendeno la legge – pareva impossibile un risultato del genere”.
Fin dall’inizio, sostiene Severino, “ho detto che inserire tutti questi temi, così eterogenei e spesso legati a categorie di reati ben più ampie della corruzione, sarebbe stato improprio e avrebbe rallentato l’approvazione del ddl. Non ho mai subito veti incrociati, ma ho rilevato una profonda distanza tra le posizioni dei partiti – aggiunge – rispetto alle quali occorreva trovare una soluzione equilibrata che non alterasse lo spirito della legge”.