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Femminicidio Palermo, “non raptus, è premeditazione aggravata da futilità”

Samuele Caruso, 23 anni, ha ammesso di fronte agli inquirenti di aver ucciso a coltellate la sorella della sua ex Lucia, ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Cervello. Secondo la sua testimonianza si sarebbe trattato di "follia improvvisa", ma le molestie andavano avanti dall'estate. Manifestazione di solidarietà nel capoluogo siciliano
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Altro che “pazzia improvvisa” o “raptus”. Per la procura di Palermo il 23enne Samuele Caruso ha agito con premeditazione contro le sorelle Lucia e Carmela Petrucci, di 18 e 17 anni, quest’ultima uccisa da 20 coltellate. Due di questi, quelli fatali,  ben piazzati al collo secondo quanto emerso da un primo esame sul cadavere, approfondito oggi nel corso dell’autopsia nell’Istituto di medicina legale del Policlinico. Il magistrato Caterina Malagoli, che coordina l’indagine condotta dalla polizia, contesta l’omicidio volontario premeditato, aggravato dai motivi futili e abietti a Caruso che ha passato la sua prima notte in carcere all’Ucciardone in attesa dell’interrogatorio di lunedì 22 ottobre. Il giovane, preso dalla polizia nel pomeriggio alla stazione di Bagheria mentre attendeva un treno, ha confessato il delitto: “Mi aveva lasciato questa estate, ho perso la testa”, ha detto Caruso agli inquirenti riferendosi a Lucia, ricoverata in prognosi riservata alla Rianimazione dell’ospedale “Cervello” di Palermo. Contro la teoria del “raptus” anche il luogo di ritrovamento del coltello, la sella del motorino, sintomo di un maldestro tentativo di nascondere l’arma del delitto.

Il ragazzo, che nella collutazione si è ferito, ha lasciato tracce di sangue lungo il tragitto da via Uditore a Piazza Giotto dove ha preso un autobus. Ma, ancora una volta, è stato il cellulare a tradirlo. Ai poliziotti, guidati da Carmine Mosca, è bastato controllare le celle a cui il telefonino del killer si agganciava. La corsa del fuggitivo è terminata alla stazione di Bagheria. Samuele stava per salire su un treno. “Tigrotto”, questo il nomignolo che usava su Facebook, si è arreso subito. Le foto, pubblicate sulla bacheca del social network, lo ritraggono spesso a torso nudo, a mostrare i muscoli frutto degli allenamenti in palestra. Il body building, la Juventus e i gatti le sue passioni. Una faccia da ragazzino nonostante i 23 anni. Figlio di un imprenditore, frequentava ancora la scuola superiore. “L’unica cosa che non puoi cambiare è la perdita di chi ami”, aveva scritto nella sua bacheca di Facebook. Una perdita a cui, evidentemente, non è riuscito a rassegnarsi.

In ricordo di Carmela e di tutte le altre donne uccise, si è svolta la manifestazione in piazza Politeama, nel cuore di Palermo, organizzata dal Coordinamento antiviolenza 21 luglio. “Di fronte alla tragica morte di una ragazza di 17 anni e al ferimento della sorella per mano di un giovane di 22 anni, siamo sconvolte e addolorate. Siamo di fronte – afferma Mila Spicola del coordinamento – all’ennesimo episodio non più tollerabile di violenza maschile contro la donna”.  Le istituzioni, ha aggiunto, “continuano a ignorare il grave fenomeno del ‘femminicidio’ purtroppo in espansione. Pretendiamo che si mettano subito in atto tutte le azioni – legate all’educazione, alla prevenzione e alla tutela – per fermare tali comportamenti lesivi della libertà e della vita delle donne”.

Palermo in piazza contro la violenza sulle donne
Il giorno dopo l'omicidio di Carmela Petrucci, i palermitani manifestano davanti al teatro Politeama. “E' un bollettino di guerra che si aggiorna ogni giorno. Siamo qui per reagire”
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Secondo il ministro Elsa Fornero, la giovane uccisa dall’ex fidanzato della sorella è “l’ennesima vittima della violenza contro le donne. Vorrei che il cambiamento venga portato avanti anche in nome e per conto di questi ragazzi che di opportunità ne hanno avute poche”, ha aggiunto riferendosi anche al ragazzo assassinato qualche giorno fa a Napoli. “Due giovani – ha ripetuto il ministro – che non hanno avuto pari opportunità

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