Una buonuscita di 3,6 milioni di euro per Piergiorgio Peluso, figlio del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. E’ la somma pagata da Fondiaria Sai, la società assicurativa di Salvatore Ligresti “salvata” dall’intervento di Unipol, all’ex direttore generale, ora neodirettore finanziario di Telecom. Al braccio destro di Peluso, Gianandrea Perco, sono andati 1,7 milioni di euro. La notizia è stata anticipata dal sito di Repubblica, che sottolinea come la maga-liquidazione sia arrivata dopo “un solo anno di duro lavoro”.
Il pagamento, che grava su un gruppo prostrato dalla gestione dei Ligresti e soggetto a due ricapitalizzazioni in un anno, è avvenuto in occasione delle dimissioni di Peluso a metà dello scorso settembre ed è stata comunicata al consiglio di amministrazione nel corso della riunione della scorsa settimana. Peluso ha potuto incassare la maxi-buonuscita in virtù delle clausole contenute nel suo contratto che consentivano, in caso di cambio di controllo o di demansionamento, la possibilità di dimettersi con giusta causa e di incassare l’equivalente di tre annualità. Facoltà che Peluso ha deciso di esercitare a settembre, non rientrando una sua conferma nei programmi di Unipol nel frattempo salita sulla plancia di comando dell’ex compagnia dei Ligresti.
Il figlio del ministro Cancellieri era entrato in Fonsai nel maggio del 2011, dopo essere stato responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit per l’Italia, posizione dalla quale aveva trattato l’esposizione delle società della famiglia siciliana verso l’istituto di Piazza Cordusio. Proprio la conoscenza con l’ingegnere Ligresti, che lo avrebbe voluto nel gruppo, aveva agevolato il suo ingresso. Al momento del suo ingresso Peluso rappresentava dunque una figura di garanzia sia per la famiglia Ligresti sia per Unicredit, grande creditore di Fonsai, appena uscita dal fallito matrimonio con Groupama, e la famiglia Ligresti.
I rapporti tra il manager e la famiglia siciliana hanno cominciato a deteriorarsi quando Peluso, allineandosi alla posizione di Mediobanca, si è speso per una profonda azione di pulizia del bilanci di Fonsai, facendo emergere la perdita miliardaria del bilancio 2011. Dalla quale è scaturita l’esigenza di ricapitalizzazione che ha portato al matrimonio, avversato dai Ligresti, con Unipol.