C’è un giudice ad Atene che indaga sullo strano caso di un documento da cui dipende il destino della Grecia e dell’Europa tutta. Mentre pensionati e lavoratori fanno i conti con salari ridotti del 20%, e gli impiegati pubblici si preparano al licenziamento per andare incontro ai desiderata della troika dei creditori internazionali, infatti, c’è un gruppo di politici greci che affolla una lista. Scomoda, perché elenca chi, quanto e per quali strade ha portato via dalle banche greche fior di migliaia di euro: leader di partiti, ministri, deputati. Gli stessi, cioè, che stanno cercando di dare nuova credibilità al Paese che, travolto dagli scandali e dalla crisi, ha trascinato l’euro sull’orlo del baratro. E che ora chiede altri sacrifici al suo popolo, ma anche altro tempo e altro denaro ai creditori.
Un documento prezioso e allo stesso tempo molto pericoloso, quindi. Non a caso, da quando è arrivato in Grecia per le vie ufficiali, ha intrapreso un viaggio piuttosto misterioso: nessun protocollo gli ha dato un’identità che ora possa renderlo confrontabile con la copia che sta circolando per le redazioni dei giornali, incluso Ilfattoquotidiano.it. E mentre i magistrati chiedono lumi a chi avrebbe dovuto dare una veste ufficiale a quel documento e non l’ha fatto, chi non può non conoscere l’originale e, allo stesso tempo, ha un ruolo cruciale per le sorti della Grecia e, a catena, dell’euro, tace.
La Lista, infatti, si chiama Lagarde, dal nome dell’attuale direttrice di uno dei tre membri della troika, il Fondo Monetario Internazionale. E’ stato proprio l’ex ministro del governo francese prima di passare alla guida dell’Fmi, diciotto mesi fa, a consegnarla al governo greco oltre a quelli italiano, spagnolo e tedesco, per via diplomatica. Sul documento, poi, è calata una fitta nebbia che oggi si sta diradando facendo tremare i palazzi del potere sotto l’Acropoli. Proprio in un momento delicatissimo per il Paese. E non solo per il fatto che in cassa ci sono soldi solo fino al 13 novembre e non è scontato che i creditori si muovano a pietà per la Grecia. Sul fronte interno, infatti, la politica sta per annunciare un doppio passo.
Da un lato è vicino il rimpasto di governo, con Venizelos e Kouvellis (leader di socialisti e sinistra democratica) che potrebbero diventare vicepremier; dall’altro una rivoluzione dei partiti in terra ellenica, con una vera e propria Tangentopoli a fare da grimaldello per l’archiviazione dell’attuale partitocrazia (si legga alla voce del nuovo movimento socialdemocratico guidato da Loverdos per rottamare il Pasok di Venizelos e il nuovo partito conservatore che dovrebbe raccogliere l’eredità del premier Samaras). Al centro la piazza stremata dai tagli e dall’esasperazione.
Ed ecco che sullo sfondo di elaborazioni politiche e di mosse future, piomba un presente piuttosto scomodo. Perché la Lista Lagarde elenca un gruppo di 1.991 nomi di rappresentanti molto in vista della politica greca che, negli anni della crisi che ha messo il Paese in ginocchio, hanno portato i loro capitali fuori dal Paese. Ma per quanto incredibile possa sembrare, gli ex ministri delle finanze Papaconstantinou e Venizelos (attuale capo del Pasok), a suo tempo entrambi destinatari della lista, non hanno fornito documenti ufficiali per la sua registrazione.
Quindi, non essendo protocollata, chiunque ne potrebbe contestare il contenuto. Situazione che, sul fronte dell’informazione, ne rende impossibile la pubblicazione. Tuttavia l’elenco controverso era stato consegnato proprio su un cd al ministero delle Finanze greco, con un documento ufficiale e numerato dal ministero delle Finanze francese. Questo, almeno, risulta dalle prove che fino ad ora hanno raccolto i pubblici ministeri che indagano sul caso.
La lista, quindi, solo in Grecia non esiste, ma dal cd è stata trasferita in una pennetta usb. Il tutto è stato chiarito domenica da una lettera del ministro delle finanze Yannis Stournaras agli stessi inquirenti: non vi è l’inclusione della lista Lagarde in alcun protocollo del Paese, ha detto. Nella sua lettera Stournaras indica ai due titolari dell’inchiesta che, dopo aver esaminato il protocollo riservato del ministro, non ci sono prove per l’inclusione di questo cd.
La lettera del ministro delle Finanze è giunta in risposta alla richiesta dei pubblici ministeri inviata nuovamente per ottenere delucidazioni sulle sorti della Lista Lagarde assieme al numero di file e documenti esplicativi. Tuttavia, dopo la posizione ufficiale del ministro Stournaras, gli interrogativi si decuplicano. Come mai ad esempio la lista ha raggiunto l’ex ministro delle Finanze George Papaconstantinou, che non ha mai registrato i documenti arrivati al ministero? Nemmeno una registrazione, si chiedono i pm, è stata fatta dal suo successore alle finanze, Evangelos Venizelos, attuale presidente del Pasok?
Eppure la lista esiste e include tutti i nomi, gli importi e le banche utilizzate. Dei 1.991 nomi presenti tre sono per così dire venuti meno: il primo, l’ex ministro, Leonidas Tzanis, è stato trovato in casa impiccato una settimana fa. Il secondo, l’ex ministro della Difesa e braccio destro di Andreas Papandreou, Akis Tsochatzopulos, è stato arrestato lo scorso maggio per tangenti sulle forniture militari. Tra l’altro un suo compagno di affari, Vlassis Karambouloglu, è stato trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo. Il terzo, l’ex ministro Yannis Sbokos, è stato arrestato dallo SDOE, il compartimento greco per gli affari finanziari. Dei sopravvissuti, quelli che ancora rivestono incarichi di rilievo interpellati in merito non commentano se non minacciando querele.
L’unica certezza al momento è che ad Atene c’è un giudice con le sorti dell’Europa tra le mani.
Twitter @FDepalo
Zonaeuro
Grecia, non solo troika. La politica e l’euro tremano anche per la lista degli evasori
Un documento prezioso e pericoloso. Si chiama "lista Lagarde" ed è un elenco di nomi eccellenti che hanno fatto sparire dalle banche elleniche centinaia di migliaia di euro. E' stato proprio l'ex ministro del governo francese prima di passare alla guida dell'Fmi, diciotto mesi fa, a consegnarla al governo greco oltre a quelli italiano, spagnolo e tedesco, per via diplomatica. Sul documento, poi, è calata una fitta nebbia. E nessun protocollo gli ha dato un'identità che ora possa renderlo confrontabile con la copia che sta circolando per le redazioni dei giornali, incluso ilfattoquotidiano.it
C’è un giudice ad Atene che indaga sullo strano caso di un documento da cui dipende il destino della Grecia e dell’Europa tutta. Mentre pensionati e lavoratori fanno i conti con salari ridotti del 20%, e gli impiegati pubblici si preparano al licenziamento per andare incontro ai desiderata della troika dei creditori internazionali, infatti, c’è un gruppo di politici greci che affolla una lista. Scomoda, perché elenca chi, quanto e per quali strade ha portato via dalle banche greche fior di migliaia di euro: leader di partiti, ministri, deputati. Gli stessi, cioè, che stanno cercando di dare nuova credibilità al Paese che, travolto dagli scandali e dalla crisi, ha trascinato l’euro sull’orlo del baratro. E che ora chiede altri sacrifici al suo popolo, ma anche altro tempo e altro denaro ai creditori.
Un documento prezioso e allo stesso tempo molto pericoloso, quindi. Non a caso, da quando è arrivato in Grecia per le vie ufficiali, ha intrapreso un viaggio piuttosto misterioso: nessun protocollo gli ha dato un’identità che ora possa renderlo confrontabile con la copia che sta circolando per le redazioni dei giornali, incluso Ilfattoquotidiano.it. E mentre i magistrati chiedono lumi a chi avrebbe dovuto dare una veste ufficiale a quel documento e non l’ha fatto, chi non può non conoscere l’originale e, allo stesso tempo, ha un ruolo cruciale per le sorti della Grecia e, a catena, dell’euro, tace.
La Lista, infatti, si chiama Lagarde, dal nome dell’attuale direttrice di uno dei tre membri della troika, il Fondo Monetario Internazionale. E’ stato proprio l’ex ministro del governo francese prima di passare alla guida dell’Fmi, diciotto mesi fa, a consegnarla al governo greco oltre a quelli italiano, spagnolo e tedesco, per via diplomatica. Sul documento, poi, è calata una fitta nebbia che oggi si sta diradando facendo tremare i palazzi del potere sotto l’Acropoli. Proprio in un momento delicatissimo per il Paese. E non solo per il fatto che in cassa ci sono soldi solo fino al 13 novembre e non è scontato che i creditori si muovano a pietà per la Grecia. Sul fronte interno, infatti, la politica sta per annunciare un doppio passo.
Da un lato è vicino il rimpasto di governo, con Venizelos e Kouvellis (leader di socialisti e sinistra democratica) che potrebbero diventare vicepremier; dall’altro una rivoluzione dei partiti in terra ellenica, con una vera e propria Tangentopoli a fare da grimaldello per l’archiviazione dell’attuale partitocrazia (si legga alla voce del nuovo movimento socialdemocratico guidato da Loverdos per rottamare il Pasok di Venizelos e il nuovo partito conservatore che dovrebbe raccogliere l’eredità del premier Samaras). Al centro la piazza stremata dai tagli e dall’esasperazione.
Ed ecco che sullo sfondo di elaborazioni politiche e di mosse future, piomba un presente piuttosto scomodo. Perché la Lista Lagarde elenca un gruppo di 1.991 nomi di rappresentanti molto in vista della politica greca che, negli anni della crisi che ha messo il Paese in ginocchio, hanno portato i loro capitali fuori dal Paese. Ma per quanto incredibile possa sembrare, gli ex ministri delle finanze Papaconstantinou e Venizelos (attuale capo del Pasok), a suo tempo entrambi destinatari della lista, non hanno fornito documenti ufficiali per la sua registrazione.
Quindi, non essendo protocollata, chiunque ne potrebbe contestare il contenuto. Situazione che, sul fronte dell’informazione, ne rende impossibile la pubblicazione. Tuttavia l’elenco controverso era stato consegnato proprio su un cd al ministero delle Finanze greco, con un documento ufficiale e numerato dal ministero delle Finanze francese. Questo, almeno, risulta dalle prove che fino ad ora hanno raccolto i pubblici ministeri che indagano sul caso.
La lista, quindi, solo in Grecia non esiste, ma dal cd è stata trasferita in una pennetta usb. Il tutto è stato chiarito domenica da una lettera del ministro delle finanze Yannis Stournaras agli stessi inquirenti: non vi è l’inclusione della lista Lagarde in alcun protocollo del Paese, ha detto. Nella sua lettera Stournaras indica ai due titolari dell’inchiesta che, dopo aver esaminato il protocollo riservato del ministro, non ci sono prove per l’inclusione di questo cd.
La lettera del ministro delle Finanze è giunta in risposta alla richiesta dei pubblici ministeri inviata nuovamente per ottenere delucidazioni sulle sorti della Lista Lagarde assieme al numero di file e documenti esplicativi. Tuttavia, dopo la posizione ufficiale del ministro Stournaras, gli interrogativi si decuplicano. Come mai ad esempio la lista ha raggiunto l’ex ministro delle Finanze George Papaconstantinou, che non ha mai registrato i documenti arrivati al ministero? Nemmeno una registrazione, si chiedono i pm, è stata fatta dal suo successore alle finanze, Evangelos Venizelos, attuale presidente del Pasok?
Eppure la lista esiste e include tutti i nomi, gli importi e le banche utilizzate. Dei 1.991 nomi presenti tre sono per così dire venuti meno: il primo, l’ex ministro, Leonidas Tzanis, è stato trovato in casa impiccato una settimana fa. Il secondo, l’ex ministro della Difesa e braccio destro di Andreas Papandreou, Akis Tsochatzopulos, è stato arrestato lo scorso maggio per tangenti sulle forniture militari. Tra l’altro un suo compagno di affari, Vlassis Karambouloglu, è stato trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo. Il terzo, l’ex ministro Yannis Sbokos, è stato arrestato dallo SDOE, il compartimento greco per gli affari finanziari. Dei sopravvissuti, quelli che ancora rivestono incarichi di rilievo interpellati in merito non commentano se non minacciando querele.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.