La commissione lavoro della Camera ha approvato all’unanimità un emendamento alla Legge di Stabilità che amplia le garanzie per gli esodati. La proposta, che ora dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio di Montecitorio, è passata con il no del governo e al voto non ha partecipato il solo deputato del Pdl Giuliano Cazzola.
L’emendamento tende a salvaguardare, nel biennio 2013/14, coloro che sono rimasti senza stipendio e senza pensione per effetto della riforma pensionistica. In particolare l’emendamento mira a regolamentare e definire un fondo per gli esodati comprensivo dei finanziamenti già individuati con precedenti decreti, con lo stanziamento del fondo di 100 milioni di euro previsto nella legge di stabilità e un ulteriore somma individuabile sulla base di un contributo di solidarietà una tantum riguardante gli alti livelli di reddito e pensionistico nella quota parte in cui superano i 150 mila euro.
Il parere contrario dell’Esecutivo è stato dato per ragioni di coperture finanziarie. L’emendamento approvato in commissione Lavoro, che ora dovrà essere sottoposto all’esame della commissione Bilancio come tutti gli altri emendamenti alla Legge di Stabilità, è a prima firma del presidente della commissione Silvano Moffa ed è stato sottoscritto da tutti gli altri capigruppo.
Tra i deputati presenti in commissione l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano: “Confido che questo emendamento vada buon fine. Grazie alle nuove norme – dice Damiano – vengono salvaguardati tutti i lavoratori licenziati nel 2011 e quindi spero che questo tema sia inserito tra le priorità della discussione sulla Legge di Stabilità”. L’unico assente al voto sull’emendamento bipartisan è stato Giuliano Cazzola, che non nasconde la sua contrarietà: “L’ampliamento delle garanzie per gli esodati approvato dalla commissione Lavoro della Camera crea diritti soggettivi e ha bisogno di coperture”.
Cazzola ha presentato una proposta diversa, che secondo lo stesso parlamentare “ha il pregio di non aver bisogno di nuovi fondi. Io – dice infatti – gioco sui risparmi e affido a un decreto del presidente del Consiglio la possibilità di destinare eventuali risparmi a una serie di categorie. Loro invece – sottolinea – creano diritti soggettivi”.