Mentre in Sicilia, il Movimento 5 stelle si scopre primo partito, Beppe Grillo parla di “cambiamento epocale” e pubblica le regole per la candidatura alle elezioni politiche del 2013. Lo fa mettendo online sul suo blog un videomessaggio e un comunicato politico, il numero 53, in cui l’ex comico, oltre a chiarire quali sono i paletti per gli aspiranti parlamentari a 5 stelle, si definisce un “capo politico”. Ribadendo però la sua veste di garante, di controllore, perché “le soglie di attenzione devono essere molto alte”.
Dunque, chi potrà candidarsi nel Movimento 5 stelle? Potranno correre coloro che in passato hanno già partecipato a competizioni elettorali con la bandiera a 5 stelle, senza però riuscire a essere eletti. “Tutti coloro – specifica – che si sono presentati alle elezioni comunali o regionali certificati con il logo del Movimento 5 Stelle o liste civiche 5 Stelle e avranno compiuto almeno 25 anni a febbraio 2013”. Un modo, dice Grillo, “per premiare quelli che sono stati con noi per 5 anni, che hanno combattuto sul territorio, che poi non sono stati eletti e si sono candidati”.
Saranno escluse “le persone facenti parte di liste diffidate dall’uso del simbolo del Movimento 5 Stelle e le persone che hanno incarichi da eletti al 29 ottobre 2012”. Fuori dalla competizione, quindi, tutti gli eletti in liste certificate da Grillo e poi espulsi dal Movimento, come il consigliere di Progetto per Ferrara, Valentino Tavolazzi. E non solo. Esclusi anche gli attivisti che, per varie ragioni, non hanno avuto finora la possibilità di correre alle amministrative, e tutti i consiglieri regionali, comunali o di quartiere attualmente in carica. Infine, continua Grillo, “non potranno partecipare le persone che successivamente alla certificazione per le elezioni amministrative abbiano perso i requisiti che erano stati richiesti per la certificazione della candidatura per le elezioni amministrative”.
Per ciascuna delle quattro ripartizioni della circoscrizione estero potranno candidarsi invece tutti coloro che, residenti ed elettori nella ripartizione, risultino iscritti al Movimento 5 Stelle prima del 30 settembre e che abbiano certificato la loro identità tramite il caricamento di un proprio documento entro le ore 12 di martedì 30 ottobre.
Scomparirà per i parlamentari a 5 stelle l’appellativo di onorevole. “Niente onorevole, sarà Cittadino del Movimento 5 Stelle, il leader sarà il Movimento, il leader vero. Terremo sempre un piede fuori dal Parlamento, quindi con i nostri rimborsi, con i nostri stipendi, che non dovranno superare un certo limite, con tutte le cose fatturate, messe online. Quelli di fuori controlleranno quelli dentro e quelli dentro saranno a disposizione di quelli fuori, cioè i Cittadini fuori potranno esporre una loro legge e proposta che verrà messa dentro attraverso i parlamentari e discussa in Parlamento”.
Specificati anche i dettagli per la formazione della lista. I candidati, che dovranno essere in possesso dei “necessari requisiti e aderire al codice di comportamento degli eletti del Movimento 5 stelle in Parlamento”, saranno selezionati attraverso la rete. Potranno votare tutti gli iscritti al Movimento (entro settembre 2012) che abbiano certificato la loro identità presentando un proprio documento, entro il 2 novembre.
Grillo poi specifica quale sarà il suo ruolo. “Io devo essere il capo politico di un movimento, però io voglio solo dirvi che il mio ruolo è quello di garante, di essere a garanzia di controllare, vedere chi entra, dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte”.
Tra i primi a commentare le regole, il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Giovanni Favia, che adombra la possibilità di Grillo candidato premier : “Mi par di capire – scrive su Facebook – che, anche se solo formalmente, sarà lui il capo della coalizione che in linguaggio non tecnico, significa candidato premier. Ma ripeto sarebbe solo un ruolo di garanzia e rappresentativo, non una sua reale candidatura. La preoccupazione di Grillo è stata quella di tenere lontano chi tenterà di salire sul carro dei vincitori, senza mai aver mosso un dito in questi anni. Come dargli torto? Secondo me – conclude – nonostante diverse controindicazioni, ha avuto un’idea geniale che colma alcune lacune legate alla non selezione dei candidati attraverso il territorio”.
Intanto, oggi, il Movimento di Milano ha spedito ai giornalisti una sorta di vademecum linguistico, in cui vengono indicati i termini da usare e quelli da evitare. Nella nota sono elencate, punto per punto, le regole che la stampa dovrebbe seguire quando si occupa di vicende relative al Movimento di Grillo. Viene ad esempio consigliato di definire il Movimento 5 stelle non un “partito”, ma una “forza politica”,. Mentre per i consiglieri viene suggerito il vocabolo “portavoce”, al posto di “leader”. Bandita anche l’espressione “grillino”: “La parola è scorretta e anche un po’ offensiva, in quanto riduttiva e verticistica”.