“Fino a ieri sera non sapevo di essere, addirittura, proprietario di una cinquantina di case“. Antonio Di Pietro continua la controffensiva contro Report, la trasmissione di Raitre che domenica ha dedicato una puntata al patrimonio immobiliare dell’ex magistrato di Mani pulite e ai finanziamenti dell’Italia dei valori, dopo l’inchiesta che ha coinvolto il capogruppo in regione Lazio Vincenzo Maruccio. Di Pietro ripropone sul proprio sito documenti e sentenze che, afferma, provano la correttezza del suo operato. E avverte che a quel consistente numero di immobili potrebbe arrivarci, “grazie ai risarcimenti di coloro che mi hanno diffamato e continuano a diffamarmi tutti i giorni. Stiamo parlando, infatti, di diversi milioni di euro, alcuni peraltro già da me incassati, a cominciare da quell’importo di 400 milioni di lire (a cui ne seguirono molti altri di diversi soggetti) che, sin dal lontano 1997, mi consegnò la Società Europea di Edizioni di Paolo Berlusconi“. Di Pietro promette ora di riportare in tribunale anche Elio Veltri, suo ex compagno di avventura politica, e l’avvocato Mario Di Domenico, che hanno ribadito le loro accuse nel programma di Milena Gabanelli. Ecco i principali punti contestati, con i link ai documenti pubblicati sul sito di Antonio Di Pietro.
LA DONAZIONE BORLETTI. Il 22 maggio 1995 Di Pietro riceve una donazione da Maria Virginia Borletti, della famiglia produttrice di macchine da cucire, pari al 10% della sua quota di eredità, che Report stima in un valore di 954 milioni di lire. Il leader dell’Idv ammette l’uso “privato” di parte di quei fondi, anche per l’acquisto di case. E lo giustifica col fatto che si trattava di una donazione alla sua persona, che avvenne “prima che io mi mettessi a fare politica” (diventerà ministro nel 1996 e senatore nel 1997, poi fonderà l’Italia dei valori nel 2000). In più dal punto di vista tecnico, continua Di Pietro, non si trattava di una donazione “modale“, cioè vincolata a uno specifico uso dei fondi. “Anche se io poi, per libera scelta, ne utilizzai buona parte proprio per avviare ed organizzare l’attività politica di IdV” (qui l’atto notarile di donazione).
I FONDI DEL PARTITO. Antonio Di Pietro sottolinea di aver già sconfitto in tribunale i suoi accusatori interpellati da Report, Veltri e Di Domenico. Entrambi, sottolinea, sono stati condannati in appello per le loro affermazioni sull’uso privato dei fondi di partito. In particolare, Veltri affermava in un’intervista al Giornale che “i fondi del partito andavano a loro tre e non al partito”, intendendo oltre allo stesso Di Pietro, la moglie Susanna Mazzoleni e la tesoriera Silvana Mura. In realtà, scrive il giudice, i soldi andavano all’Associazione Italia dei valori, soggetto distinto dal partito, ma non per uso personale (qui la sentenza). Il funzionamento dell’associazione è l’oggetto di una denuncia dell’avvocato Di Domenico, ex membro dell’associazione (qui la sentenza), anche lui sconfitto in tribunale. Dello stesso tenore il proscioglimento di Di Pietro sancito dal gip di Roma Maria Bonaventura, che non ravvisa irregolarità pur evidenziando “una sorta di confusione in ordine alla unicità/duplicità dei soggetti giuridici tra Associazione italia dei valori e Movimento politico Italia dei valori, sicuramente a far data dal 26 luglio 2004”.
Comunque, conclude l’ex magiustrato, “prossimamente, al fine di soddisfare ogni legittima curiosità dell’opinione pubblica, provvederò a pubblicare in Rete tutte le sentenze di condanna dei miei diffamatori e il relativo risarcimento in denaro a mio favore, disposto dai competenti Tribunali per ogni diffamazione subita. E ciò anche a dimostrazione della legittima provenienza del denaro di cui ho potuto disporre in questi anni”.
Politica
Fondi dell’Idv, Di Pietro contro Report: “Tutto regolare, ecco le carte”
L'ex magistrato pubblica on line sentenze e documenti per smentire le accuse contenute nell'inchiesta del programma di Milena Gabanelli. Comprese le condanne in appello dei suoi accusatori Elio Veltri e Mario Di Domenico. "Fino a ieri non sapevo di essere proprietario di una cinquantina di case"
“Fino a ieri sera non sapevo di essere, addirittura, proprietario di una cinquantina di case“. Antonio Di Pietro continua la controffensiva contro Report, la trasmissione di Raitre che domenica ha dedicato una puntata al patrimonio immobiliare dell’ex magistrato di Mani pulite e ai finanziamenti dell’Italia dei valori, dopo l’inchiesta che ha coinvolto il capogruppo in regione Lazio Vincenzo Maruccio. Di Pietro ripropone sul proprio sito documenti e sentenze che, afferma, provano la correttezza del suo operato. E avverte che a quel consistente numero di immobili potrebbe arrivarci, “grazie ai risarcimenti di coloro che mi hanno diffamato e continuano a diffamarmi tutti i giorni. Stiamo parlando, infatti, di diversi milioni di euro, alcuni peraltro già da me incassati, a cominciare da quell’importo di 400 milioni di lire (a cui ne seguirono molti altri di diversi soggetti) che, sin dal lontano 1997, mi consegnò la Società Europea di Edizioni di Paolo Berlusconi“. Di Pietro promette ora di riportare in tribunale anche Elio Veltri, suo ex compagno di avventura politica, e l’avvocato Mario Di Domenico, che hanno ribadito le loro accuse nel programma di Milena Gabanelli. Ecco i principali punti contestati, con i link ai documenti pubblicati sul sito di Antonio Di Pietro.
LA DONAZIONE BORLETTI. Il 22 maggio 1995 Di Pietro riceve una donazione da Maria Virginia Borletti, della famiglia produttrice di macchine da cucire, pari al 10% della sua quota di eredità, che Report stima in un valore di 954 milioni di lire. Il leader dell’Idv ammette l’uso “privato” di parte di quei fondi, anche per l’acquisto di case. E lo giustifica col fatto che si trattava di una donazione alla sua persona, che avvenne “prima che io mi mettessi a fare politica” (diventerà ministro nel 1996 e senatore nel 1997, poi fonderà l’Italia dei valori nel 2000). In più dal punto di vista tecnico, continua Di Pietro, non si trattava di una donazione “modale“, cioè vincolata a uno specifico uso dei fondi. “Anche se io poi, per libera scelta, ne utilizzai buona parte proprio per avviare ed organizzare l’attività politica di IdV” (qui l’atto notarile di donazione).
I FONDI DEL PARTITO. Antonio Di Pietro sottolinea di aver già sconfitto in tribunale i suoi accusatori interpellati da Report, Veltri e Di Domenico. Entrambi, sottolinea, sono stati condannati in appello per le loro affermazioni sull’uso privato dei fondi di partito. In particolare, Veltri affermava in un’intervista al Giornale che “i fondi del partito andavano a loro tre e non al partito”, intendendo oltre allo stesso Di Pietro, la moglie Susanna Mazzoleni e la tesoriera Silvana Mura. In realtà, scrive il giudice, i soldi andavano all’Associazione Italia dei valori, soggetto distinto dal partito, ma non per uso personale (qui la sentenza). Il funzionamento dell’associazione è l’oggetto di una denuncia dell’avvocato Di Domenico, ex membro dell’associazione (qui la sentenza), anche lui sconfitto in tribunale. Dello stesso tenore il proscioglimento di Di Pietro sancito dal gip di Roma Maria Bonaventura, che non ravvisa irregolarità pur evidenziando “una sorta di confusione in ordine alla unicità/duplicità dei soggetti giuridici tra Associazione italia dei valori e Movimento politico Italia dei valori, sicuramente a far data dal 26 luglio 2004”.
Comunque, conclude l’ex magiustrato, “prossimamente, al fine di soddisfare ogni legittima curiosità dell’opinione pubblica, provvederò a pubblicare in Rete tutte le sentenze di condanna dei miei diffamatori e il relativo risarcimento in denaro a mio favore, disposto dai competenti Tribunali per ogni diffamazione subita. E ciò anche a dimostrazione della legittima provenienza del denaro di cui ho potuto disporre in questi anni”.
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Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Io candidata premier? C'è tempo, intanto costruiamo la coalizione e il progetto condiviso per l'Italia". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Sembra che parliamo di cose astratte o di fantasie ma le alleanze le abbiamo già fatte e abbiamo vinto due elezioni in Regioni in cui governava la destra, costruendo una coalizione attorno a un programma di cose concrete". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita, a proposito del centrosinistra.
"Sento anche io questo ritornello dell'opposizione che manca, ma non tiriamoci più sfiga di quella che c'è. Lavoriamo per unire le opposizioni su cose concrete. In Parlamento sono più le cose che votiamo insieme di quelle che su cui dividiamo", ha spiegato la leader del Pd.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria, ce lo chiede la gente. Rispetto il dibattito di questi giorni, l'aspetto positivo è che siamo tutti d'accordo sul fatto che non può andare come l'altra volta. Ma prima degli accori tattici ho una ambizione più alta, unire su una prospettiva comune l'Italia che vuole mandare a casa la destra". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita sul dibattito innescato dalle parole di Dario Franceschini.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "L'attacco giudiziario è un altro modo di Giorgia Meloni di spostare l'attenzione dall'economia che è ferma, dalla produzione industriale che cala da 20 mesi, dai salari che calano. Cosa sale, mentre la Meloni cerca di farci parlare d'altro? Le accise, le liste d'attesa, le bollette". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita parlando del caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Una vergogna, dichiaravano guerra ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, hanno fatto il rimpatrio più veloce della storia d'Italia. Meloni deve riferire in aula, si fa vedere solo suo social. La devono smettere di scappare, devono spiegare". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita sul caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Stupiscono le critiche superficiali alle dichiarazioni dell’onorevole Giovanni Donzelli. Le polemiche che imperversano non aiutano la coalizione anche se capisco sono frutto della passione e la gratitudine verso il grande leader che è stato Berlusconi". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d'Italia.
"Le dichiarazioni di Donzelli invece sono un'analisi elettorale, perché la figura di Berlusconi non è in discussione per nessuno di noi in Fdi; molti hanno militato nel Pdl e molti provengono da Forza Italia. Egli ha conquistato un posto nella storia, è stato il leader della coalizione e ognuno di noi è riconoscente alla sua opera e alla sua azione", ha continuato Cirielli.
"Donzelli ha fatto solo un esame quantitativo. Prima della discesa in campo di Berlusconi nelle comunali del 1993 di Napoli e Roma, il MSI aveva raccolto oltre il 30%; con la discesa in campo di Forza Italia nel 1994 - pochi mesi dopo - il Msi scese al 13.5% -precisa Cirielli-. Se questa è storia, è altrettanto un fatto storico che grazie a Berlusconi nacque la Destra di Governo. La coalizione che seppe mettere in campo e che solo lui poteva creare ancora oggi, con la guida di Giorgia Meloni, è protagonista. Di questo gli saremo grati per sempre".