Un ticket Beppe Grillo-Antonio Di Pietro porterebbe “ad una direzione non utile al Paese, né come modello democratico, nè per affrontare i problemi dell’Italia”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è intervenuto all’indomani del post con cui il leader del movimento 5 stelle ha lanciato Antonio Di Pietro per il Quirinale, scatenando il caos dentro l’Italia dei Valori. “Non lo so – ha detto Bersani- se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione. Uno va dove lo porta il cuore”. Bersani ha aggiunto che l’Italia si trova in una “profonda crisi” e che bisogna “lavorare in un contesto europeo. Non credo” – ha aggiunto – che da un’alleanza tra Di Pietro e Grillo “possa venire qualcosa di utile per il Paese”.
L’intervento di Bersani si somma alla lunga scia di polemiche esplose nel partito di Di Pietro. Dalla puntata di Report di domenica scorsa a oggi, passando per l’intervista dello stesso Di Pietro al Fatto – “L’Idv è morta domenica – un crescendo di tensione all’interno del partito che ne pregiudica l’esistenza stessa. Il più duro con il leader è il capogruppo alla Camera Massimo Donadi, che ha già messo un piede fuori dal partito e lancia pesanti accuse all’ex pm. “L’Idv negli anni in cui è esistita non ha fatto antipolitica – ha dichiarato – il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina, senza rendersi conto che quanto potevano dare alla politica lo hanno già dato”. In un’intervista a TgCom24, Donadi ha ribadito che “non ci sono precedenti nella storia repubblicana di un leader di partito che fa il necrologio del suo partito sulle colonne di un giornale, dicendo in più che sosterrà Grillo. Questa è un’operazione articolata da due politici navigati. Di Pietro ha scritto il necrologio troppo presto”.
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Il capogruppo Idv alla Camera aggiunge che “negli ultimi sei mesi, Di Pietro ha sbagliato tutto: ha attaccato Napolitano, ha rotto deliberatamente l’alleanza col centrosinistra portando in Sicilia a un’innaturale alleanza a sinistra. Lì si è voluti fare la vergine-prostituta. La scelta di Di Pietro di abbandonare il centrosinistra per cedere alle sirene dell’antipolitica di Grillo è la scelta di un leader che non è più utile al suo Paese”. E la chiosa, se possibile, è ancora più dura: “Un Italia del genere sarebbe come il Messico di Pancho Villa e Zapata”.
Ma nel partito di Di Pietro c’è anche chi vede “nell’alleanza” – che a oggi in realtà non c’è, e almeno sulla carta non ci sarà – con Grillo lo sbocco naturale della politica di questi anni. “Mi farebbe piacere – dice Fabio Evangelisti, vice-presidente vicario del partito alla Camera – un Presidente della Repubblica espressione dell’Italia dei Valori e di quella grande parte dei cittadini italiani che ha sempre visto in Di Pietro il simbolo della lotta alla corruzione, però dietro la mossa di Beppe Grillo è chiaro che c’è anche il senso della provocazione”. Sulla possibilità che la proposta di Grillo celi ‘un tranello’, un bacio della morte, Evangelisti dice: “E’ il bacio del principe alla bella addormentata…visto il risultato elettorale dell’Idv in Sicilia”. E aggiunge: “Chiaramente si tratta anche una strategia comunicativa, un disegno teso ad irrobustire il Movimento 5 Stelle, a far percepire all’opinione pubblica che non c’è solo la protesta, ma una proposta politica e istituzionale: di fatto Beppe Grillo è il candidato a Palazzo Chigi e Di Pietro, un altro uomo simbolo della rottura degli schemi e della contrapposizione ai poteri forti, è il candidato naturale per la corsa al Quirinale“. Una mossa concordata? “Di Pietro ha sempre detto che si sente con Beppe Grillo e i due stessi elettorati sono in qualche modo sovrapponibili – ha detto Evangelisti che prevede per l’Idv un futuro ‘movimentista’, sempre più lontano dalla foto di Vasto.
Politica
Bersani: “Da ticket Di Pietro – Grillo niente di utile per il Paese”
Il segretario del Pd: "Non so se questa sia davvero la direzione. Ma uno va dove lo porta il cuore". Ancora polemiche nel partito dell'ex pm. Donadi attacca ancora: "Un declino degno di Berlusconi"
Un ticket Beppe Grillo-Antonio Di Pietro porterebbe “ad una direzione non utile al Paese, né come modello democratico, nè per affrontare i problemi dell’Italia”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è intervenuto all’indomani del post con cui il leader del movimento 5 stelle ha lanciato Antonio Di Pietro per il Quirinale, scatenando il caos dentro l’Italia dei Valori. “Non lo so – ha detto Bersani- se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione. Uno va dove lo porta il cuore”. Bersani ha aggiunto che l’Italia si trova in una “profonda crisi” e che bisogna “lavorare in un contesto europeo. Non credo” – ha aggiunto – che da un’alleanza tra Di Pietro e Grillo “possa venire qualcosa di utile per il Paese”.
L’intervento di Bersani si somma alla lunga scia di polemiche esplose nel partito di Di Pietro. Dalla puntata di Report di domenica scorsa a oggi, passando per l’intervista dello stesso Di Pietro al Fatto – “L’Idv è morta domenica – un crescendo di tensione all’interno del partito che ne pregiudica l’esistenza stessa. Il più duro con il leader è il capogruppo alla Camera Massimo Donadi, che ha già messo un piede fuori dal partito e lancia pesanti accuse all’ex pm. “L’Idv negli anni in cui è esistita non ha fatto antipolitica – ha dichiarato – il Di Pietro di oggi decide di tradire la sua storia, con un declino simile a quello di Berlusconi, cambiando idea dalla sera alla mattina, senza rendersi conto che quanto potevano dare alla politica lo hanno già dato”. In un’intervista a TgCom24, Donadi ha ribadito che “non ci sono precedenti nella storia repubblicana di un leader di partito che fa il necrologio del suo partito sulle colonne di un giornale, dicendo in più che sosterrà Grillo. Questa è un’operazione articolata da due politici navigati. Di Pietro ha scritto il necrologio troppo presto”.
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Il capogruppo Idv alla Camera aggiunge che “negli ultimi sei mesi, Di Pietro ha sbagliato tutto: ha attaccato Napolitano, ha rotto deliberatamente l’alleanza col centrosinistra portando in Sicilia a un’innaturale alleanza a sinistra. Lì si è voluti fare la vergine-prostituta. La scelta di Di Pietro di abbandonare il centrosinistra per cedere alle sirene dell’antipolitica di Grillo è la scelta di un leader che non è più utile al suo Paese”. E la chiosa, se possibile, è ancora più dura: “Un Italia del genere sarebbe come il Messico di Pancho Villa e Zapata”.
Ma nel partito di Di Pietro c’è anche chi vede “nell’alleanza” – che a oggi in realtà non c’è, e almeno sulla carta non ci sarà – con Grillo lo sbocco naturale della politica di questi anni. “Mi farebbe piacere – dice Fabio Evangelisti, vice-presidente vicario del partito alla Camera – un Presidente della Repubblica espressione dell’Italia dei Valori e di quella grande parte dei cittadini italiani che ha sempre visto in Di Pietro il simbolo della lotta alla corruzione, però dietro la mossa di Beppe Grillo è chiaro che c’è anche il senso della provocazione”. Sulla possibilità che la proposta di Grillo celi ‘un tranello’, un bacio della morte, Evangelisti dice: “E’ il bacio del principe alla bella addormentata…visto il risultato elettorale dell’Idv in Sicilia”. E aggiunge: “Chiaramente si tratta anche una strategia comunicativa, un disegno teso ad irrobustire il Movimento 5 Stelle, a far percepire all’opinione pubblica che non c’è solo la protesta, ma una proposta politica e istituzionale: di fatto Beppe Grillo è il candidato a Palazzo Chigi e Di Pietro, un altro uomo simbolo della rottura degli schemi e della contrapposizione ai poteri forti, è il candidato naturale per la corsa al Quirinale“. Una mossa concordata? “Di Pietro ha sempre detto che si sente con Beppe Grillo e i due stessi elettorati sono in qualche modo sovrapponibili – ha detto Evangelisti che prevede per l’Idv un futuro ‘movimentista’, sempre più lontano dalla foto di Vasto.
C'era una volta la Sinistra
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".