Ci hanno messo 72 ore poi, alla fine, anche le tardo femministe si sono accorte che qualcosa stonava nell’editto di Grillo sui talk show e il “punto G”. Nel Tg3 di prima serata, l’unica a riprendere la notizia della rivolta, canalizzata sul web, è stata Mariella Venditti. Altrove, il silenzio.
Ma il punto, non G, è un altro e la querelle (leggere Valentini su la Repubblica di ieri) si sposta altrove: il diktat di Beppe Grillo (“Non esibitevi in tv”) ha un senso? Un risultato, intanto, lo ha ottenuto: da martedì – il giorno incriminato della grillina (non si può, cosa usiamo? Adepta, seguace, beppista, militante, citoyenne, arruolata, partigiana, credente?) Federica Salsi a Ballarò – non un movimentista delle 5 Stelle è comparso in tv. Il Diktat dei Carrugi ha funzionato. E si è creato un corto circuito imprevedibile e insondabile.
La Rai e Mediaset avevano cancellato Grillo dal flusso mediatico, convinti che senza tv non si esiste, per poi – oh, sorpresa – ritrovarsi fra le mani i risultati della Sicilia. A quel punto, soprattutto in Rai, si sono chiesti con apprensione se l’ex-comico (dal riso amaro, diciamolo) sarebbe diventato uno dei nuovi padroni. E lo hanno rincorso e corteggiato. Troppo tardi, e la vendetta di Grillo è stata spietata: non mi omologherete. Se questa è una faccia della medaglia, l’altra dice tutt’altra cosa.
Qualcuno si ricorda di Anna Maria Bernini? Chi era Matteoli? E La Russa come si chiama di nome? Siamo certi che Bricolo esista davvero e che Quagliariello non sia un’invenzione del Tg1? Daniele Capezzone è un politico, un comico o il cameriere del papa? E Rizzo, quello pelato di sinistra somigliante al gerarca Bombacci, che fine ha fatto? Scrive libri con Stella?
Dire no alla televisione può essere salutare. Esibirsi a mezzobusto per sparare scemenze, è un suicidio in pubblico. Un numero imprecisato di presidenti del Consiglio ha ordinato ai ministri di tacere, ma nessuno ha interrotto la fiera delle vanità, nemmeno il sobrio Monti. Il “patronage” di Grillo potrebbe però stemperarsi: se un grillino (pardon: seguace) si esibisce con qualità, ben venga e sia assolto dal leader maximo. Se non resiste alle tentazioni e vaneggia, venga fatto accomodare. Potrebbe essere un ottimo sistema selettivo e riformatore: per il bene delle 5 Stelle e per il bene del telegiornalismo, sempre convinto che raccogliere l’elemosina da Gasparri sia il massimo della professionalità.
Il Fatto Quotidiano, 4 Novembre 2012