Ci siamo: dopo mesi e mesi di attese e scontri, il governo francese ha adottato oggi il progetto di legge che apre la strada al matrimonio gay e all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso. Le polemiche non finiscono, ma passano ora in Parlamento, dove il testo sarà discusso in aula a partire dal gennaio prossimo. L’approvazione definitiva, in ogni caso, appare scontata, dato che i socialisti del premier Jean-Marc Ayrault e del presidente François Hollande dispongono della maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale.
LA LEGGE. La “rivoluzione”, se si vuole, è relativa, dato che già dal 1999 in Francia sono state autorizzate le unioni civili (Pacs). Ma il matrimonio gay introduce una maggiore protezione nel caso del decesso del congiunto, riconoscendo finalmente il diritto all’eredità da parte del marito o della moglie, oltre che alla pensione di reversibilità. Entrambi i casi non sono previsti, almeno a livello automatico, dalle unioni civili. Poi c’è l’apertura all’adozione, che rappresenta, invece, un’assoluta novità. Sarà possibile per le coppie dello stesso sesso sia in Francia che all’estero. Ma, secondo gli esperti, pure gli effetti pratici di questa disposizione si riveleranno ridotti, data la scarsa disponibilità di minori da adottare in Francia. E poiché gran parte dei Paesi stranieri non autorizza tale possibilità.
La legge, comunque, dovrebbe servire a regolarizzare tante situazioni pendenti, in particolare quelle di single che sono riusciti ad adottare un bambino. Se si sposeranno a una persona dello stesso sesso, questa potrebbe riconoscere come figlio il piccolo. Nel progetto non è previsto il ricorso alla procreazione assistita da parte delle coppie lesbiche, che dovranno continuare ad andare oltre confine, in particolare in Spagna e in Belgio, per sfruttare tale possibilità. L’esecutivo francese ha preferito rinviare questo tema specifico a un provvedimento successivo, anche se il Partito socialista potrebbe già nell’ambito del dibattito parlamentare che si apre in gennaio sul progetto di legge presentare un emendamento ad hoc.
L’OPPOSIZIONE. Contrari alla legge restano ancora i rappresentanti della Chiesa cattolica francese, ma anche di quella ebraica e dell’islam. Lo scorso fine settimana monsignor André Vingt-Trois, alla guida della Conferenza episcopale d’Oltralpe, è ritornato sull’argomento con parole dure, in diretta da Lourdes: “Quando difendiamo il diritto dei bambini a costruirsi in riferimento a quello e a quella che gli hanno dato la vita, non difendiamo una posizione particolare. Semplicemente riconosciamo ciò che esprimono le pratiche di tutti i popoli dalla notte dei tempi e che confermano specialisti moderni”. Sulla scia della Chiesa anche la destra (e la sua maggiore formazione, l’Ump, il partito conservatore) sono partiti all’attacco. Valérie Pécresse, ex ministro del Bilancio dell’epoca Sarkozy, ha sottolineato che, “se ritorneremo al potere, abrogheremo questo provvedimento”. Intanto sta crescendo il numero dei sindaci Ump che assicurano di non voler celebrare matrimoni tra gay, anche dopo che la legge sarà approvata dal Parlamento
L’OPINIONE PUBBLICA. Abbastanza sorprendente è l’evoluzione dell’opinione pubblica su questi temi, soprattutto sull’adozione da parte dei gay. Alla fine dell’anno scorso, secondo un sondaggio dell’Ifop, istituto affidabile, era il 58% dei francesi ad approvare la possibilità di adottare da parte delle coppie dello stesso sesso. L’Ifop realizza questo tipo di inchiesta dal 1996. E quella percentuale, nel pieno della campagna delle ultime presidenziali, aveva rappresentato il record storico mai raggiunto in Francia. Già in agosto si era scesi al 53%. E nei giorni scorsi addirittura al 48%. Insomma, la maggioranza non sarebbe più d’accordo, influenzata dal dibattito in corso negli ultimi mesi, ma probabilmente anche dalla crisi economica, che sposta altrove le priorità del francese medio. Per quanto riguarda il matrimonio gay, nei giorni scorsi, sempre secondo un’inchiesta di Ifop, era ancora favorevole il 61%, comunque in calo rispetto al 65% dell’agosto scorso.