Ponte Nord, Pizzarotti non taglia il nastro. “Uno spreco, non ci rappresenta” (foto)
Struttura impattante da 39 milioni di euro, di cui 25 dalle casse comunali, per collegare stazione e Efsa, voluta dal centrodestra di Ubaldi e Vignali e, oltretutto, ancora incompiuta perché manca il tetto che costa altri 4 milioni: "Nessuna inaugurazione, collega il niente col niente. Proveremo a finirlo, ma non coi soldi dei cittadini"
Nessun taglio del nastro per il Ponte Nord di Parma. L’opera simbolo di quindici anni di amministrazione di centrodestra, al centro di critiche e polemiche per mole, posizione e costi, è stata aperta al pubblico dopo due anni di lavori, ma senza il cerimoniale che si riserva alle grandi opere.
Il sindaco Federico Pizzarotti si è rifiutato di tagliare il nastro e l’unico atto ufficiale è stata la benedizione del parroco don Luigi Valentini. “Non è un’inaugurazione e infatti non c’è nessun nastro – ha sottolineato il primo cittadino del Movimento Cinque stelle – Questa è un’opera che non ci rappresenta, ma che apriamo ai cittadini, visto che sono stati loro a pagarla, anche se non ha ancora una funzione perché prima non era stata pensata”.
Nessuno finora aveva avuto il coraggio di inaugurare il ponte che sorge a pochi passi dalla stazione e che idealmente dovrebbe collegarla alla sede dell’Efsa, tanto che la sua reale denominazione è Ponte Europa. Non l’aveva fatto il commissario straordinario Mario Ciclosi e non l’ha voluto fare nemmeno il sindaco Pizzarotti, che in campagna elettorale ha sempre parlato dell’opera come di un “ponte che collega il niente con il niente”, visto che il tratto del torrente Parma su cui passa è quasi sempre in secca e che a un centinaio di metri c’è un altro ponte che congiunge le due zone della città.
Prima di consegnarlo parzialmente al pubblico, la giunta Cinque stelle in questi mesi ha ridimensionato il progetto, riducendo le corsie stradali da quattro a due e facendo realizzare una pista ciclabile non prevista nel progetto originale. Ma l’apertura dell’infrastruttura ultramoderna non rappresenta certo la fine dei problemi legati all’opera, come sanno bene gli amministratori. Il progetto del ponte, voluto nell’era di Elvio Ubaldi e cominciato sotto l’amministrazione di Pietro Vignali, porta la firma dell’architetto Vittorio Guasti, ex senatore del Pdl, ex coordinatore di Forza Italia ed ex vicesindaco di Parma, ed è costato 39 milioni di euro, di cui 25 di contributi pubblici. A costruirlo in due anni (dal 2010 al 2012) è stata l’impresa di Paolo Pizzarotti, l’industriale che porta lo stesso cognome del sindaco e che nella città ducale avrebbe dovuto realizzare il ben più mastodontico progetto della metropolitana, promessa rimangiata di campagna elettorale dell’ex sindaco Vignali.
Il problema però è che per ora il grande spazio coperto da vetrate su due piani che sorge di fianco all’asse stradale del ponte, lungo 160 metri e alto 15, è del tutto inutilizzabile. Manca la copertura finale del volume, che al momento è aperto e non riscaldato, e che per norma non può ospitare sedi stabili di attività, essendo costruito sopra un corso d’acqua. Niente negozi e uffici dunque, ma nemmeno alcuna esposizione o mercato temporaneo, almeno fino a quando non saranno completati i lavori per l’impiantistica. E per farlo, secondo l’assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi, servono altri 3 milioni e 980mila euro che l’amministrazione Cinque stelle sta cercando con Regione, Provincia e Aipo, che insieme dovranno trovare anche una funzione adeguata agli spazi costruiti. “Ora che il ponte c’è cercheremo di utilizzare al meglio i soldi spesi male dei cittadini – ha detto Pizzarotti – Sicuramente altri non li investiremo noi”.
Nel frattempo 850mila euro serviranno per coprire la chiusura della copertura a vetri, ma la questione su come lo spazio potrà essere utilizzato rimane. Il rischio è che il Ponte Nord diventi un contenitore vuoto e un luogo di degrado, vista la sua identità di piazza coperta che però si colloca tra l’autostrada e la stazione. “Servono enormi costi di manutenzione e bisogna pensare a soluzioni per potere valorizzare gli spazi” ha detto Alinovi.
Senza contare che per realizzare la bretella è stato vivisezionato un intero quartiere, con il risultato che i residenti di via Brennero, aperta per fare spazio al ponte, si sono trovati con una strada a due corsie (nel progetto originario ne erano previste quattro) a pochi metri dalle proprie finestre. “Per tamponare la situazione abbiamo deciso di non aprire la strada fino a quando non saranno completati i lavori della stazione, in modo da non gravare con il traffico sui residenti – ha spiegato l’assessore – Di certo questa è un’opera che si poteva non fare, ma in qualche modo bisogna concludere questa triste storia”. Nei giorni scorsi a ribattere alle critiche era stato l’amministratore unico di Stu Authority Francesco Fochi, che aveva negato la mancanza di fondi per finire il progetto e che era presente all’apertura del passaggio insieme a tecnici e dirigenti del Comune, rappresentanti dell’impresa costruttrice e consiglieri Cinque stelle. Unico esponente dell’opposizione, il consigliere del Pdl Paolo Buzzi, che da vicesindaco della giunta Vignali e ancora prima di Ubaldi aveva sempre sostenuto il progetto. Assente invece il Pd, che negli ultimi giorni aveva invitato la città a boicottare l’evento, considerato in “totale continuità con quella idea di città-vetrina del centrodestra, vuoto messaggio del disastro in cui versa Parma”. Il consigliere Massimo Iotti aveva puntato il dito contro la scelta dell’amministrazione di aprire il ponte: “In campagna elettorale Pizzarotti e i grillini invitavano a boicottare l’inaugurazione del Ponte a Nord e promettevano la gogna mediatica a chi fosse andato alla cerimonia. Invece, dopo sei mesi chi inaugura il Ponte, con tanto di invito ufficiale? Proprio gli stessi malpancisti che oggi governano la città”. Per i politici assenti, non sono mancati invece tanti cittadini e curiosi che hanno attraversato insieme al sindaco e agli assessori il nuovo collegamento. Pochi però quelli pronti ad applaudire l’opera, a partire dai residenti di via Brennero e delle vie intorno. Al punto che qualcuno, con un cartello, ha subito battezzato con un nuovo nome il Ponte Nord: “Anche Parma ha il Ponte dei Sospiri”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Emilia Romagna
Ponte Nord, Pizzarotti non taglia il nastro. “Uno spreco, non ci rappresenta” (foto)
Struttura impattante da 39 milioni di euro, di cui 25 dalle casse comunali, per collegare stazione e Efsa, voluta dal centrodestra di Ubaldi e Vignali e, oltretutto, ancora incompiuta perché manca il tetto che costa altri 4 milioni: "Nessuna inaugurazione, collega il niente col niente. Proveremo a finirlo, ma non coi soldi dei cittadini"
Nessun taglio del nastro per il Ponte Nord di Parma. L’opera simbolo di quindici anni di amministrazione di centrodestra, al centro di critiche e polemiche per mole, posizione e costi, è stata aperta al pubblico dopo due anni di lavori, ma senza il cerimoniale che si riserva alle grandi opere.
Il sindaco Federico Pizzarotti si è rifiutato di tagliare il nastro e l’unico atto ufficiale è stata la benedizione del parroco don Luigi Valentini. “Non è un’inaugurazione e infatti non c’è nessun nastro – ha sottolineato il primo cittadino del Movimento Cinque stelle – Questa è un’opera che non ci rappresenta, ma che apriamo ai cittadini, visto che sono stati loro a pagarla, anche se non ha ancora una funzione perché prima non era stata pensata”.
Nessuno finora aveva avuto il coraggio di inaugurare il ponte che sorge a pochi passi dalla stazione e che idealmente dovrebbe collegarla alla sede dell’Efsa, tanto che la sua reale denominazione è Ponte Europa. Non l’aveva fatto il commissario straordinario Mario Ciclosi e non l’ha voluto fare nemmeno il sindaco Pizzarotti, che in campagna elettorale ha sempre parlato dell’opera come di un “ponte che collega il niente con il niente”, visto che il tratto del torrente Parma su cui passa è quasi sempre in secca e che a un centinaio di metri c’è un altro ponte che congiunge le due zone della città.
Prima di consegnarlo parzialmente al pubblico, la giunta Cinque stelle in questi mesi ha ridimensionato il progetto, riducendo le corsie stradali da quattro a due e facendo realizzare una pista ciclabile non prevista nel progetto originale. Ma l’apertura dell’infrastruttura ultramoderna non rappresenta certo la fine dei problemi legati all’opera, come sanno bene gli amministratori. Il progetto del ponte, voluto nell’era di Elvio Ubaldi e cominciato sotto l’amministrazione di Pietro Vignali, porta la firma dell’architetto Vittorio Guasti, ex senatore del Pdl, ex coordinatore di Forza Italia ed ex vicesindaco di Parma, ed è costato 39 milioni di euro, di cui 25 di contributi pubblici. A costruirlo in due anni (dal 2010 al 2012) è stata l’impresa di Paolo Pizzarotti, l’industriale che porta lo stesso cognome del sindaco e che nella città ducale avrebbe dovuto realizzare il ben più mastodontico progetto della metropolitana, promessa rimangiata di campagna elettorale dell’ex sindaco Vignali.
Il problema però è che per ora il grande spazio coperto da vetrate su due piani che sorge di fianco all’asse stradale del ponte, lungo 160 metri e alto 15, è del tutto inutilizzabile. Manca la copertura finale del volume, che al momento è aperto e non riscaldato, e che per norma non può ospitare sedi stabili di attività, essendo costruito sopra un corso d’acqua. Niente negozi e uffici dunque, ma nemmeno alcuna esposizione o mercato temporaneo, almeno fino a quando non saranno completati i lavori per l’impiantistica. E per farlo, secondo l’assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi, servono altri 3 milioni e 980mila euro che l’amministrazione Cinque stelle sta cercando con Regione, Provincia e Aipo, che insieme dovranno trovare anche una funzione adeguata agli spazi costruiti. “Ora che il ponte c’è cercheremo di utilizzare al meglio i soldi spesi male dei cittadini – ha detto Pizzarotti – Sicuramente altri non li investiremo noi”.
Nel frattempo 850mila euro serviranno per coprire la chiusura della copertura a vetri, ma la questione su come lo spazio potrà essere utilizzato rimane. Il rischio è che il Ponte Nord diventi un contenitore vuoto e un luogo di degrado, vista la sua identità di piazza coperta che però si colloca tra l’autostrada e la stazione. “Servono enormi costi di manutenzione e bisogna pensare a soluzioni per potere valorizzare gli spazi” ha detto Alinovi.
Senza contare che per realizzare la bretella è stato vivisezionato un intero quartiere, con il risultato che i residenti di via Brennero, aperta per fare spazio al ponte, si sono trovati con una strada a due corsie (nel progetto originario ne erano previste quattro) a pochi metri dalle proprie finestre. “Per tamponare la situazione abbiamo deciso di non aprire la strada fino a quando non saranno completati i lavori della stazione, in modo da non gravare con il traffico sui residenti – ha spiegato l’assessore – Di certo questa è un’opera che si poteva non fare, ma in qualche modo bisogna concludere questa triste storia”.
Nei giorni scorsi a ribattere alle critiche era stato l’amministratore unico di Stu Authority Francesco Fochi, che aveva negato la mancanza di fondi per finire il progetto e che era presente all’apertura del passaggio insieme a tecnici e dirigenti del Comune, rappresentanti dell’impresa costruttrice e consiglieri Cinque stelle. Unico esponente dell’opposizione, il consigliere del Pdl Paolo Buzzi, che da vicesindaco della giunta Vignali e ancora prima di Ubaldi aveva sempre sostenuto il progetto. Assente invece il Pd, che negli ultimi giorni aveva invitato la città a boicottare l’evento, considerato in “totale continuità con quella idea di città-vetrina del centrodestra, vuoto messaggio del disastro in cui versa Parma”. Il consigliere Massimo Iotti aveva puntato il dito contro la scelta dell’amministrazione di aprire il ponte: “In campagna elettorale Pizzarotti e i grillini invitavano a boicottare l’inaugurazione del Ponte a Nord e promettevano la gogna mediatica a chi fosse andato alla cerimonia. Invece, dopo sei mesi chi inaugura il Ponte, con tanto di invito ufficiale? Proprio gli stessi malpancisti che oggi governano la città”.
Per i politici assenti, non sono mancati invece tanti cittadini e curiosi che hanno attraversato insieme al sindaco e agli assessori il nuovo collegamento. Pochi però quelli pronti ad applaudire l’opera, a partire dai residenti di via Brennero e delle vie intorno. Al punto che qualcuno, con un cartello, ha subito battezzato con un nuovo nome il Ponte Nord: “Anche Parma ha il Ponte dei Sospiri”.
Articolo Precedente
Misteri del mercato del lavoro
Articolo Successivo
L’ira dei profughi contro la Croce Rossa: “Dove sono i soldi per l’assistenza?”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump insiste sui dazi all’Ue: “Ci ha trattati malissimo”. Giorgetti preoccupato: “L’Europa dia strumenti per tutelare la nostra industria”
Politica
Albania, FdI: “Decidono gli stessi magistrati di prima, è una presa in giro”. Ma il motivo è l’organico carente. Viminale contro le Corti d’Appello: “Prendono tempo”
Politica
Fdi riunisce la Direzione e lancia il sondaggio agli iscritti: “Volete la piazza anti-magistrati?”. Il dossier complottista del partito su Almasri
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.