Dopo il filmato, la reazione. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, visionato il video pubblicato sul sito di Repubblica.it che ritrae il lancio di lacrimogeni dal palazzo del ministero, in via Arenula a Roma, durante lo “sciopero europeo”, ha immediatamente disposto un’indagine interna ed esprime “inquietudine e preoccupazione”. Sulla questione interviene anche il Questore di Roma Fulvio Della Rocca, che premette di non aver ancora visto il filmato e poi fornisce un’ipotesi difficilmente compatibile con le immagini: quella di un candelotto sparato correttamente da terra e poi “infranto sul muro di via Arenula, dando quindi l’impressione di essere stato esploso da un balcone”. Intanto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta su eventuali eccessi della polizia e sulle violenze dei manifestanti.
Nel filmato amatoriale realizzato con un videofonino da un piano alto di via Arenula, però,si vedono chiaramente partire, dalle finestre del ministero alcuni lacrimogeni sparati sugli studenti in fuga dopo una carica della polizia. Due sembrerebbero partire dal secondo piano, sopra le stanze occupate dal Guardasigilli, il terzo dal tetto dell’edificio. Nella nota del ministero si specifica anche che “dai primi accertamenti, è stato verificato che lacrimogeni a strappo, come quelli che sembrerebbero essere stati lanciati dal Ministero non sono in dotazione al reparto di polizia penitenziaria di via Arenula. Le verifiche proseguiranno con il massimo impegno, con il dovuto rigore e con la massima tempestività”.
La prima versione dei fatti fornita dal questore di Roma Della Rocca appare difficilmente compatibile con le immagini rilanciate da Repubblica.it. “Il ministero della Giustizia ha già spiegato che la polizia penitenziaria (incaricata della sorveglianza del ministero, ndr) non ha in dotazione lacrimogeni. Se è stato esploso potrebbe essere stato esploso da uno dei nostri”, ha ammesso. Ma, ha proseguito il questore, “dato che i lacrimogeni non devono essere sparati ad altezza d’uomo, ma devono seguire una certa parabola, l’ipotesi è che si sia infranto sul muro di via Arenula dando quindi l’impressione di essere stato esploso da un balcone”. Della Rocca ha però precisato: “Io comunque non ho ancora visto le immagini”. Sulla giornata di scontri del 14 novembre, ha commentato: ”Se a un certo punto veniamo aggrediti militarmente è chiaro che dobbiamo reagire, perché siamo qui anche per questo: per tutelare la legge, questo è il nostro compito”.
Dopo le dichiarazioni del questore, il ministro ha dato disposizioni perché il Racis dei Carabinieri proceda “a una verifica puntuale sulla traiettoria dei lacrimogeni”. A questo proposito, il ministro ha incontrato il generale Enrico Cataldi, comandante del reparto specializzato in investigazioni scientifiche. Non appena rientrata in via Arenula, Paola Severino “ha nuovamente esaminato il filmato”, si legge in una nota del ministero, “anche a seguito delle dichiarazioni del Questore di Roma secondo il quale i lacrimogeni sarebbero stati sparati dalla Polizia di Stato e si sarebbero infranti sul palazzo del dicastero di Via Arenula”.
Al ministero della Giustizia, inoltre, sono già in corso esami testimoniali di tutti gli impiegati presenti al quarto piano del dicastero, oltre che del personale in servizio presso gli ingressi del palazzo, per fare luce su quanto accaduto.
Dopo la guerriglia in strada, arriva quella multimediale. All’indomani degli incidenti verificatisi in tutta Italia e in particolare a Roma durante la giornata di mobilitazione generale contro l’austerity dei governi, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri aveva espresso solidarietà e chiesto che fossero mostrate tutte le foto degli scontri, anche quelle con i rappresentanti delle forze dell’ordine feriti. La responsabile del Viminale ha anche annunciando sanzioni contro i poliziotti che hanno agito con violenza e non risparmiando aspre critiche a quanto da quanto scritto sul suo blog da Beppe Grillo. “Punirò i poliziotti violenti, colpire gli inermi è intollerabile ma la piazza deve rispettare la legalità”.
Quando alla Cancellieri sono state mostrate le foto di un agente che colpisce con un manganello alle spalle un ragazzo il ministro ha risposto: “Queste immagini non le avevo ancora viste. E questa violenza su un inerme è intollerabile e ingiustificabile. Questo poliziotto sarà identificato subito”. Cancellieri ha anche spiegato che “qualora altre immagini dovessero documentare comportamenti simili su questo punto non ci sono né se, né ma. Il monopolio della forza è democratico se la forza è esercitata nel rispetto della legalità. Altrimenti diventa un’altra cosa”.
Proprio l’analisi dei filmati disponibili sarà uno dei primi passi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma sulle violenze del 14 novembre. Per il momento il fascicolo è aperto contro ignoti, per valutare quali reati possano essere stati commessi durante gli scontri. Per quanto riguarda gli agenti, i reati ipotizzabili potrebbero essere lesioni personali ed eccesso colposo nell’intervento delle forze dell’ordine. Sotto la lente, in particolare, gli scontri sul Lungotevere e la vicenda dei lacrimogeni al ministero della Giustizia.