Nessuna tregua per ora. Uno dei dirigenti di Hamas, Ezzat al-Rishq, ha riferito che non ci sarà alcun cessate il fuoco formale. Dopo l’annuncio della presidenza egiziana anche Hamas, dunque, conferma che non sarà annunciata la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza, attribuendo la responsabilità a Israele che non avrebbe ancora risposto alle proposte avanzate. E senza alcun cessate il fuoco sono ricominciati i raid dell’aviazione israeliana, che ha ripetutamente bombardato il centro di Gaza. Fra gli edifici colpiti, anche quello che ospita la sede dell’agenzia France Presse.
La tregua da mezzanotte era prima stata annunciata e poi smentita. Le trattative erano in corso. Le ultime ore convulse del settimo giorno dell’offensiva erano concentrate sui tentativi incrociati di sospendere le ostilità tra l’esercito israeliano e Hamas. In un primo momento fonti egiziane, che citavano lo stesso movimento islamico, avevano assicurato che la tregua sarebbe entrata in vigore alla mezzanotte locale (le 23 in Italia) con annuncio alle 20 italiane dal Cairo. Poi la nuova doccia fredda: “La palla è ancora in gioco” ha spiegato un portavoce del governo israeliano alla Cnn. Anzi Israele, riferisce la Cnn, ha chiarito che prima di sottoscrivere qualsiasi accordo per un cessate il fuoco vuole 24 ore ininterrotte di calma, senza il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. E ora la notizia che non ci sarà alcuna tregua.
E’ certo invece che il presidente americano Barack Obama ha chiamato il presidente egiziano Mohamed Morsi per discutere la situazione a Gaza mentre era in volo dalla Cambogia al Giappone. Ed è la terza telefonata fra i due leader nelle ultime 24 ore. Tuttavia che c’è odore di tregua lo dice anche il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi che si dice fiducioso che la sospensione delle ostilità e aggiunge che per Israele l’invasione di terra sarà solo l’ultima ratio: “Ho la sensazione che Israele non avesse e non abbia alcuna fretta e desiderio di entrare nella Striscia di Gaza con un’operazione di terra”.
Intanto è salito a oltre 130 morti e più di 1100 feriti il bilancio dell’offensiva israeliana “Pilastro di difesa” in corso dal 14 novembre nella Striscia di Gaza. A comunicarlo fonti mediche palestinesi. Salgono a quattro, invece, le vittime israeliane dopo che oggi un militare è morto a causa di un colpo di mortaio che ha centrato un kibbutz vicino alla striscia di Gaza. Dalla mezzanotte sono morti altri sei palestinesi nei bombardamenti contro abitazioni nel centro e nel nord dell’enclave, ha reso noto il portavoce del ministero della Sanità di Hamas, Ashraf Al-Qedra. Sul fronte opposto, intorno alle 13 si è udita un’esplosione a Gerusalemme, ma al momento non si registrano vittime, mentre è stata sfiorata una strage a Beersheva, località costiera israeliana a 40 chilometri dalla Striscia. Un razzo di fabbricazione iraniana Fajr 5 ha colpito un autobus che era stato appena abbandonato dai passeggeri, allertati dalle sirene d’allarme. Solo l’autista è rimasto leggermente ferito nell’esplosione. Intanto, l’esercito israeliano ha ordinato attraverso volantini e sms alla popolazione della zona sud di Gaza City di evacuare l’area dove sono già in corso raid aerei che hanno provocato morti e feriti.
L’ordine, che riguarda 200mila abitanti, include la descrizione di un “corridoio” che può essere attraversato per raggiungere incolumi il centro della città. L’avvertimento, tuttavia, è stato respinto da Hamas, che ha chiesto di ignorare il contenuto del messaggio. “Non curatevi di quei volantini. Il popolo di Gaza si fa beffe dell’occupazione” ha affermato un annunciatore. Nel frattempo però numerose famiglie stanno abbandonando precipitosamente le proprie case e cercano di raggiungere il centro della città, secondo gli itinerari consigliati dall’esercito israeliano. A Gaza, del resto, rimane il timore che un’operazione terrestre israeliana possa essere prossima malgrado gli annunciati spiragli di tregua. Conferme in tal senso arrivano anche dalle parole del premier Netanyahu, che ha detto testualmente: “Una mano va verso la pace, l’altra impugna la spada”. “La nostra mano è tesa in pace a coloro che, tra i nostri vicini, vogliono fare la pace con noi”, ha affermato il leader del Likud. “L’altra mano”, ha però ammonito, “tiene con fermezza la spada di re David contro chi vorrebbe sradicarci da questo Paese”. Diametralmente opposte le notizie che arrivano dalla Palestina, dove la Jihad islamica ha annunciato che un cessate il fuoco entrerà in vigore a Gaza alle ore 20 locali, le 19 in Italia. Lo ha reso noto la televisione commerciale israeliana Canale 2 e la notizie ha trovato subito conferme. Secondo fonti egiziane del quotidiano israeliano Haaretz, infatti, la tregua sarà siglata questa sera al Cairo, in presenza del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.
Nel frattempo, in attesa di sviluppi dal fronte diplomatico, le televisioni satellitari continuano ad aggiornare il bilancio degli attacchi. Secondo quanto riferito da al Jazeera, infatti, due bambini sono rimaste uccisi e altre due persone sono rimaste ferite in un attacco aereo israeliano sul quartiere Zaytoun, nella parte sud di Gaza City. In precedenza si era avuta notizia di un altro raid aereo israeliano sul quartiere di Sabra, sempre a Gaza City, che ha fatto almeno sei morti e altrettanti feriti. Dieci morti, invece, nel bombardamento del rione di Tel al-Hawa. Il braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedine al Qassam, ha intanto rivendicato l’attacco e ha fatto sapere di aver lanciato in mattinata 80 razzi, 33 contro Beersheva, cinque contro Ashkelon, altri cinque contro Kiryat Gat, cinque contro Ofakim e 16 contro forze terrestri schierate vicino alla frontiera e 15 contro postazioni militari. Nel pomeriggio, poi, un razzo ha ferito cinque soldati delle Forze di difesa (Idf). Lo ha annunciato l’ufficio dei portavoce dell’Idf sul suo profilo Twitter. Non si conoscono al momento né il luogo esatto in cui il razzo è caduto né le condizioni dei feriti. Non solo. Sull’altro fronte, inoltre, un plotone di esecuzione di Hamas ha passato per le armi sette palestinesi sospettati di ‘tradimento’. Gli uomini sono stati fucilati nella centrale strada al-Nasser. I cadaveri sono stati abbandonati sul posto, e subito circondati da una folla di passanti.
Intanto “Israele ha temporaneamente ‘sospeso’ i piani per l’offensiva di terra a Gaza per dare più tempo ai negoziati per la tregua. E’ quanto hanno reso noto fonti del governo israeliano, spiegando che però il tempo lasciato alle trattative non è illimitato (si parla di un ultimatum per giovedì). Questa notte non è stata accolta nessuna delle proposte avanzate dai mediatori egiziani. Le dichiarazioni del governo israeliano arrivano mentre la Casa Bianca ha annunciato la missione di Hillary Clinton che arriverà oggi nella regione e domani avrà colloqui con il governo israeliano, poi passerà a Ramallah, per incontrare i vertici dell’Anp e poi andrà in Egitto.
ANCORA BOMBE E MORTI – La scorsa notte è stata nuovamente all’insegna dei bombardamenti israeliani su Gaza. Ieri è stato il giorno più sanguinoso, con 23 vittime e i raid sul media center, mentre nelle ultime ore l’aviazione israeliana “ha colpito un centinaio di obiettivi sensibili come siti sotterranei per il lancio dei razzi”, spiegano i comunicati dell’esercito. Nella notte quattro membri di una stessa famiglia, padre, madre e i figli di quattro anni e 18 mesi, sono morti in un bombardamento su un’abitazione di Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Secondo Hamas la famiglia non era coinvolta negli attacchi contro Israele. In un altro bombardamento nella zona di Rafah, alla frontiera con l’Egitto, sono morti due fratelli di 15 e 17 anni, e altre 14 persone sono rimaste ferite. Bombardata anche una sede della Banca islamica nazionale di Gaza, nel nord della Striscia, che secondo Israele “era usata da Hamas per finanziare la sua attivita’ terroristica”. L’istituto di credito era tra l’altro responsabile per il pagamento degli stipendi dei 35mila dipendenti pubblici dell’enclave palestinese.
ONU, APPELLO PER LA TREGUA – Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, dal Cairo, dove sta incontrando esponenti della Lega araba, sollecita “tutte le parti” a porre fine subito alle violenze a Gaza: “Palestinesi e israeliani vivono nel timore nel prossimo attacco. Questo deve finire”, ha detto Ban Ki Moon che ha espresso “profonda preoccupazione” per il numero crescente di vittime civili. Il segretario generale dell’Onu ha quindi sottolineano che tutte le parti devono rispettare i loro obblighi internazionali in particolare per quanto riguarda il rispetto dei civili. Un messaggio, ha detto, che verrà ribadito anche nei colloqui con la leadership israeliana. E a proposito dello stato ebraico, Ban ha espresso preoccupazione per l’ipotesi di attacchi di terra: “Dobbiamo tutti riconoscere che Israele ha timori legittimi che devono essere rispettati dal diritto internazionale, ma un’escalation metterebbe a rischio l’intera regione“. Il segretario generale dell’Onu ha quindi voluto “offrire le mie più sincere condoglianze ai molti civili rimasti uccisi, soprattutto alle famiglie delle vittime”.
DAGLI USA PIENO SOSTEGNO A ISRAELE – Il presidente americano Barack Obama non ha chiesto a Israele di bloccare i piani per un’operazione di terra a Gaza. Lo ha reso noto la Casa bianca precisando che il presidente ritiene che Israele abbia il diritto di prendere le proprie decisioni relative alla sicurezza. Intanto il Segretario di Stato Hillary Clinton ha fatto sapere di essere diretta verso Israele, dove vedrà – forse domani – il premier Benyamin Netanyahu e poi avvierà una serie di incontri con entrambe le parti per mediare una tregua. Lo ha riferito la radio militare.