Roma, 14 mar. (Adnkronos/Labitalia) - L'Italia e la sfida della space economyè al centro di uno studio dell'Eurispes in cui illustra sette proposte operative e azioni concrete che potrebbero essere propedeutiche a sostenere il settore. La 'New space economy' rappresenta attualmente circa lo 0,35% del Pil mondiale. Secondo il World Economic Forum, la New space economy avrebbe raggiunto il valore di 630 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe raggiungere gli 1,8 trilioni di dollari entro il 2035. La space economy è del resto ormai un fornitore di applicazioni innovative e servizi avanzati che vengono utilizzati sempre più nella vita quotidiana e che, si stima, entro il 2040, porteranno il settore a raggiungere un valore fra i 1.000 e i 2.700 miliardi di dollari.
L’Italia è il sesto Paese al mondo per rapporto fra investimenti nello spazio e Pil e il terzo in Europa. Un rapporto che negli ultimi anni è quasi raddoppiato, con una crescita media annua del 9,5%. Ottantotto paesi nel mondo investono in programmi spaziali, 14 dei quali hanno capacità di lancio; l’Italia è tra i 9 paesi dotati di un’agenzia spaziale, con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Il Made in Italy nel settore spaziale, nel 2023, ha prodotto esportazioni per 7,5 miliardi, in crescita del 14% rispetto al 2022. Nei primi otto mesi del 2024 il dato delle esportazioni italiane nel settore è stato di 4,3 miliardi.
Ma, soprattutto, l’Italia è anche uno dei pochissimi paesi ad avere una filiera completa su tutto il ciclo: dall’accesso allo spazio alla manifattura, dai servizi per i consumatori ai poli universitari e di ricerca, con un’ottima distribuzione delle attività su tutto il territorio e un mercato in cui operano all’incirca 200 aziende con un fatturato annuo di più di 2 miliardi di euro. Il comparto spaziale italiano è comunque ancora composto, per circa l’80%, da piccole e medie imprese, altamente specializzate nei diversi ambiti.
Tutto questo opera in una cornice che, dal 2016, vede l’Italia già dotata di un 'Piano strategico space economy', parzialmente confluito poi, come 'Piano a stralcio space economy', nel Piano imprese e competitività Fsc, con un investimento Paese di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50% finanziato con risorse pubbliche aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali. Nel periodo 2023-2027, i finanziamenti pubblici destinati all’ecosistema spaziale nazionale ammonteranno, complessivamente, ad oltre 7 miliardi di euro. Tali prospettive di attenzione e sviluppo sono peraltro in linea con la recente approvazione, il 20 giugno 2024, da parte del Consiglio dei ministri del primo disegno di legge per una normativa organica nazionale sulla space economy.
Di seguito alcune proposte operative e azioni concrete che potrebbero essere propedeutiche a sostenere il settore della space economy. 1) Armonizzare i distretti aerospaziali e superare i limiti delle reti regionali. Sono tredici i Distretti aerospaziali italiani che mettono in contatto le grandi aziende con le medie e piccole imprese e start up, portatrici di un elevato valore aggiunto in termini di innovazione tecnologica, e con i Centri di ricerca, Università e agenzie nazionali. Tutte queste realtà, tuttavia, presentano caratteristiche differenti e non sono uniformi, né a livello statutario né giuridico. Sarebbe dunque importante superare tale limite con una maggiore armonizzazione tra di loro e con le Reti regionali. A proposito di queste ultime, accanto ai distretti e cluster, in alcune regioni italiane, esistono infatti anche le Reti regionali, le quali presentano però anch’esse diversi limiti che ne ostacolano l’efficacia, tra cui la frammentazione delle iniziative e la mancanza di integrazione con il tessuto industriale locale. Uno dei principali problemi delle reti è poi l’assenza di un coordinamento nazionale: non essendo i progetti coordinati tra loro, ci si trova spesso a lavorare su progetti simili, perdendo così l’opportunità di creare un valore aggiunto più significativo attraverso la condivisione di conoscenze e risorse.
2) Sfruttare e disciplinare le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche in riferimento alla space economy. Nello spazio si acquisiscono oramai quantità impressionanti di dati, soprattutto immagini, che devono essere trasmesse a terra per essere elaborate. In tal caso, un primo problema è legato alla velocità della trasmissione a terra, che è oggi ancora troppo lenta; il che rende indispensabile elaborare le immagini per una prima valutazione di massima che permetta di spedire a terra solo quelle interessanti, o comunque istruire il satellite su cosa inquadrare e come prendere l’immagine successiva. L’IA potrebbe velocizzare tale processo e sarebbe anche un potente strumento per l’analisi dei dati trasmessi. Altri settori in cui l’utilizzo delle potenzialità dell’IA è fondamentale sono poi quelli della guida, della navigazione e del controllo autonomi; delle operazioni satellitari; della progettazione e collaudo dei veicoli spaziali. Sotto il profilo legale e normativo tutto questo necessita però di essere specificatamente disciplinato, garantendo che queste tecnologie siano utilizzate in modo etico e responsabile. In un tale contesto è dunque senz’altro da apprezzare il Regolamento Europeo 2024/1689 (AI Act), in vigore dal 13 luglio 2024 e pienamente applicabile dal 2 agosto 2026, che introduce norme uniformi per la commercializzazione, l’attivazione e l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nella Ue, compresa una chiara definizione del concetto stesso di intelligenza artificiale (art. 3). Un quadro giuridico da cui partire.
3) Sfruttare la leva fiscale - esenzione Iva per la space economy e per i beni dual use. Per gli Stati Ue che partecipano ai programmi dell’Agenzia europea per la Difesa è prevista l’esenzione Iva per le spese di procurement militare. L’esenzione dall’imposta del valore aggiunto, che può essere utilizzata per qualsiasi tipo di progetto dell’Eda, crea così un interesse commerciale per tutti i programmi di cooperazione nella difesa. L’unica clausola è che l’Agenzia deve necessariamente 'portare una qualche forma di valore aggiunto al progetto in questione'. Questo “valore aggiunto” può essere, ad esempio, l’apporto di conoscenza tecnica, la messa in comune della domanda (pooling demand), la costruzione di sinergie con politiche europee più ampie. Perché dunque, con la stessa ratio e vista anche la natura ontologicamente affine, anche al fine di guadagnare competitività in ambito globale, non estendere tale esenzione anche alla space economy ed in particolare ai programmi Esa?La possibilità di considerare come beni e tecnologie duali quelli utilizzabili sia in applicazioni civili sia nella produzione, sviluppo e utilizzo di beni militari dà peraltro il quadro di quanto una tale misura possa essere in linea con la suddetta, già vigente, esenzione e comunque di quanto potrebbe valere e servire da volàno finanziario per il settore.
4) Canone di uso orbitale: anche se può sembrare una proposta per certi versi bizzarra, uno studio pubblicato nel 2020 fra i proceedings of the National academy of science proponeva un accordo internazionale che addebitasse agli operatori un canone di uso orbitale. Una sorta quindi di Imu dello spazio, a carico degli operatori satellitari, per ogni singolo satellite lanciato in orbita, anche come ristoro per la cittadinanza per i danni in termini di inquinamento e/o rischi da detriti a tale attività comunque connessi. Il tema, al di là anche della misura e dell’impatto economico che può avere, è la riflessione sulle responsabilità che abbiamo in questa corsa allo Spazio. Lo Spazio, infatti, è un bene da proteggere. Una tassa orbitale potrebbe dunque anche stimolare lo sviluppo di sistemi spaziali basati sul riciclo, o comunque di maggiori politiche di resilienza.
5) Una normativa comunitaria concorrenziale sulla falsariga del Digital market act. L’Unione europea ha delle politiche commerciali e concorrenziali molto rigide, che, in funzione strategica, andrebbero in qualche modo alleggerite per il settore spaziale. Come già accaduto in altri settori ad alto tasso tecnologico, quali l’industria energetica e il digitale, sarebbe il momento di cambiare strategia per tutelare i privati europei che si stanno inserendo in un mercato sempre più globalmente affollato, anche attraverso una normativa simile al Digital markets act.
6) Applicare i suggerimenti del Piano Draghi. Il settore spaziale europeo trarrebbe senz’altro vantaggio da regole di governance e investimento aggiornate e da un maggior coordinamento della spesa pubblica in un vero Mercato Unico per lo Spazio, come anche suggerito nel report sulla competitività europea, a firma dell’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al capitolo Spazio (capitolo 4 - Strengthening industrial capacity for defence and space), dove è dedicata un’ampia parte a dimostrazione del peso crescente dell’economia spaziale e soprattutto del ruolo che l’Europa può avere in questo settore.
7) Promozione degli investimenti e delle fonti di finanziamento per le aziende operanti nel settore spazio – fondo sovrano europeo, minibond e private equity. Lo Spazio deve diventare uno dei pilastri della strategia per rilanciare la competitività dell’Italia e dell’Europa. La promozione della competitività europea deve passare anche attraverso investimenti nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, con più risorse e strumenti finanziari adattati alle esigenze delle imprese e un approccio di finanziamento che mobiliti risorse pubbliche e private, anche attraverso un Fondo sovrano europeo. Il Giappone ha ad esempio lanciato già nel 2023 un fondo strategico decennale da 6,7 miliardi di dollari per sostenere l’innovazione, l’autonomia e la competitività internazionale nel settore spaziale. La creazione del fondo è stata inserita all’interno del Piano spaziale nazionale per permettere alla Jaxa, l’Agenzia spaziale nazionale, di supportare al meglio il settore commerciale e accademico
Una delle soluzioni più promettenti per le pmi aerospaziali potrebbe essere poi l’emissione di minibond, particolarmente utili per finanziare progetti di ricerca e sviluppo, con scadenze brevi che vanno di pari passo all’avanzamento di progetti e commesse lunghe. Il private equity è infine un’altra fonte di finanziamento che potrebbe offrire significativi benefici alle Pmi del settore. Gli investitori di private equity forniscono infatti non solo capitale, ma anche competenze manageriali e supporto strategico.
Il futuro dell’industria aerospaziale italiana dipende, in sostanza, anche dalla capacità delle aziende di accedere al capitale ed utilizzare efficacemente una gamma diversificata di strumenti finanziari. Se negli ultimi anni si è dunque molto investito nel venture capital e nei programmi di accelerazione e incubazione per le star tup, ora potrebbe assumere sempre maggiore importanza il sostegno alle Pmi attraverso strumenti di private equity. Strumenti come i corporate bond, anche di piccole dimensioni, e i basket bond di filiera – regionali o multiregionali – potrebbero rappresentare opportunità concrete per ampliare le opzioni finanziarie disponibili per le pmi. Il punto, in definitiva, consiste nel permettere alle imprese di superare le proprie limitazioni dimensionali e accedere a capitali più consistenti (magari anche per mezzo di aggregazioni attraverso consorzi, o partnership strategiche con grandi aziende). Senza un sostegno strutturale alla filiera produttiva, le imprese rischiano di perdere la capacità di rispondere alle sfide del mercato globale.
L'Eurispes affronta anche la futura 'guerra' spaziale (in realtà già in corso) che si combatterà prima di tutto sul fronte economico, e le motivazioni sono chiare se si pensa che solo dall’estrazione mineraria sugli asteroidi la Nasa stima che si possano ricavare 700 quintilioni – miliardi di miliardi – di dollari. Investire nella space economy, in definitiva, rappresenta una scommessa win to win, dato che il ritorno degli investimenti in tale settore è pari ad almeno il doppio. Ma nonostante le grandi potenzialità, le aree di miglioramento e i ritardi europei nei confronti dei principali competitor internazionali sono ancora numerosi, laddove, ad esempio, nei soli investimenti privati il gap è stimato in 10 miliardi di euro per i prossimi 5 anni. Non c’è quindi tempo per perdersi nella mera 'contemplazione' dello spazio, è il momento di mantenere e implementare la nostra capacità.
Mondo
Gaza, nuovi raid israeliani con 6 morti dopo i 21 feriti dell’attentato a Tel Aviv
Hamas si "felicita" del riuscito attacco. Giunta a Gerusalemme, dove ha incontrato Netanyahu, il Segretario di stato Usa Clinton prosegue i colloqui. I palestinesi rifiutano di rinviare richiesta all'Onu come stato non membro. Negli ultimi otto giorni ci sono stati 146 morti palestinesi di cui 30 bambini, oltre 1000 feriti. Cinque le vittime israeliane
Attacchi e repliche. Così è andata la giornata che ha anticipato l’annuncio della tregua sulla Striscia di Gaza. Israele ha bombardato tutta la scorsa notte Gaza e questa mattina un’autobomba ha mandato in cenere un autobus a Tel Aviv. Scatenando l’immediata risposta dell’esercito della Stella di Davide con due raid aerei. Il bilancio di questa mattinata di violenze è di sei morti palestinesi tra cui un bambino e 21 feriti israeliani. Prima di questa giornata di fuoco senza tregua i morti erano 140 di cui 29 bambini e oltre 1000 feriti per i palestinesi e cinque vittime israeliane. Sul fronte diplomatico è senza sosta il lavoro del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, a colloquio prima con Netanyahu, poi con Abu Mazen e infine con il presidente egiziano Morsi anche alla presenza della segretario generale dell’Onu. Ban Ki Moon ha detto di appoggiare la richiesta che sarà presentata il 29 novembre alle Nazioni Unite dall’Autorità nazionale palestinese di riconoscere “la Palestina come stato-non membro dell’organizzazione. “E’ arrivato il momento prima di volare al Cairo – per la creazione di uno stato palestinese sui confini del ’67 che possa vivere in pace con Israele”. Questa mattina la Clinton si era vista rifiutare l’invito a rinviare la richiesta della Palestina.
L’attentato a Tel Aviv e i raid israeliani. Sono almeno 21 le persone rimaste ferite nell’esplosione avvenuta a bordo di un autobus nel centro della seconda città d’Israele, a poca distanza dal quartier generale del Comando delle Forze di Difesa dello Stato ebraico. La polizia parla di un “atto terroristico“. L’attacco è stato rivendicato da Hamas che nei giorni scorsi attraverso i suoi mezzi di comunicazione aveva avvertito gli israeliani della possibile ripresa degli attentati in Israele. Il portavoce governativo di Israele Ofir Gendelman è netto: “E’ stato un attacco terroristico”. La televisione ha mandato in onda immagini della carcassa del veicolo, avvolta nel fumo e con i vetri ai finestrini sfondati. Nella Striscia di Gaza, non appena le stazioni radiofoniche locali hanno trasmesso la notizia, sono scoppiati i festeggiamenti, con colpi di arma da fuoco sparati in aria in segno di trionfo. La polizia, secondo il quotidiano Haaretz sta cercando due sospetti, un uomo e una donna. In tutta la città sono stati posizionati posti di blocco e cordoni di sicurezza e le autorità hanno deciso di trattenere nelle scuole gli studenti per paura di nuovi attentati. L’attentato a Tel Aviv ha scatenato l’immediata risposta degli israeliani: sono almeno sei le vittime di due attacchi aerei separati condotti nel nord della striscia di Gaza. Nel primo attacco, nella via Saftawi, sono rimasti uccisi un padre con due figli, un maschio e una femmina. Nel secondo, nella località di Beit Hanun, è morta una persona finora non identificata. Un bambino di circa due anni è rimasto ucciso in un edificio nel centro di Gaza: si tratta del grattacielo Naam e ospita gli uffici dell’agenzia France Presse. Al momento dell’attacco non erano presenti giornalisti. Lo stesso edificio era già stato colpito ieri in un altro attacco aereo, che non aveva provocato vittime. Sempre questa mattina a Gaza un missile lanciato dalle forze aeree israeliane aveva colpito l’edificio che ospita gli uffici della tv satellitare al-Jazeera a Gaza. Fino a questa mattina i morti palestinesi erano stati 140.
A Gaza strage di bambini: 29 su 140 morti. Doveva essere la prima notte di tregua quella appena trascorsa, ma per Gaza è stata la notte di bombardamenti più pesanti dall’inizio dell’operazione israeliana ‘Colonna di nuvola‘, otto giorni fa. Fonti mediche avevano aggiornato stamattina il bilancio delle vittime a 140, di cui 29 bambini. Il numero dei feriti invece supera il migliaio e i piccoli feriti sono 310. Le vittime israeliane sono cinque. Secondo Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e del Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia), in costante collegamento telefonico con il direttore generale della Mezzaluna rossa palestinese, Kalad Gjwda: “La situazione sanitaria e umanitaria è drammatica. Manca di tutto: sacche di sangue, farmaci, attrezzature mediche. Ma, soprattutto, non c’è elettricità sufficiente per garantire gli interventi chirurgici”. Aodi si rivolge quindi al ministro degli Affari Esteri, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, affinché attivi “un corridoio sanitario per curare i feriti e consentire a medici e infermieri che rispondono al nostro invito di recarsi sul posto”. Secondo la Mezzaluna rossa sono state distrutte anche le principali moschee di Gaza e ne sono state danneggiate una trentina.
Un importante edificio di governo è stato letteralmente raso al suolo. ”Durante la notte abbiamo colpito il ministero della Sicurezza interna a Gaza, uno dei principali centri di controllo e comando di Hamas” ha scritto l’esercito israeliano su Twitter aggiungendo di aver “preso di mira anche un compound della polizia, usato come nascondiglio militare per le riunioni di alti esponenti” del movimento radicale palestinese, ma anche come “centro di comunicazione e sito di lancio di razzi” contro Israele. Nelle operazioni della notte sarebbero stati colpiti anche “un alto responsabile di Hamas per la difesa aerea e altri terroristi”. “In tutto, oltre 100 siti terroristici sono stati colpiti, di cui circa 50 erano siti sotterranei di lancio di razzi”. Un missile israeliano è caduto anche a pochi metri da un hotel di Gaza City che ospita molti giornalisti internazionali come testimonia il video del Fatto Quotidiano. L’esplosione, provocata dal missile, lanciato da un aereo israeliano, ha fatto andare in frantumi i vetri di alcune stanze dell’albergo. Sono circa 1400 i razzi lanciati da Gaza su Israele, secondo, il giornale Ynet, 780 dei quali esplosi in aree aperte e 400 intercettati dal sistema di difesa antimissili ‘Iron Dome’.
La cronaca riporta anche attacchi alle tubature di combustibile che passavano sotto al confine fra Egitto e Gaza. Per lunghe ore la Striscia è rimasta immersa in un’oscurità totale. Ieri migliaia di persone avevano abbandonato in fretta le proprie abitazioni in seguito ai precisi avvertimenti dell’esercito israeliano che restando nei loro rioni avrebbero messo a repentaglio la propria sicurezza. “Non abbiamo chiuso occhio tutta la notte”, raccontano.
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La Maratona di Roma, gli stadi di Roma e Lazio, gli Internazionali di tennis ma anche il Sei Nazioni di rugby e le gare di Serie A all'Olimpico. Tutto in una sola città sempre più pronta per ospitare i grandi eventi come ha spiegato l'assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato, in una intervista all'Adnkronos.
La trentesima maratona di Roma ha numeri da record e arriva nell'anno giubilare, e per la prima volta il traguardo è al Circo Massimo.
"Sarà un grande spettacolo per un'edizione da record con oltre 50 mila iscritti. È la prova che il nostro patrimonio si può tutelare e valorizzare anche con i grandi eventi, che sono un mezzo per promuovere luoghi storici in una chiave più moderna. La città si prepara a vivere un weekend di festa, sia a livello sportivo che sociale: tra il Sei Nazioni di rugby con Italia-Irlanda il sabato, la Maratona e Roma-Cagliari di domenica. Ringrazio il prefetto Giannini e tutte le forze dell'ordine che consentiranno alla città di ospitare in contemporanea e in sicurezza eventi da decine di migliaia di persone, tra cui 20 mila irlandesi in arrivo per il Sei Nazioni e altri 20 mila stranieri che correranno la maratona".
A che punto è il progetto per lo stadio della Roma, è vero che potrebbe essere presentato in Campidoglio il 21 aprile, Natale di Roma?
"Il Comune di Roma ha fatto tutto quello che doveva fare in tempi record. Ora tocca alla società”.
Per quanto riguarda lo stadio della Lazio, prima di valutare il progetto di Lotito il Campidoglio deve pronunciarsi su quello presentato dall’associazione d’imprese di cui fa parte la Roma Nuoto?
"La premessa è che, indipendentemente dalla Roma Nuoto o dalla Lazio, il nostro obiettivo è mettere la prima pietra per riaprire il Flaminio. Occorre ricordare che il progetto presentato sotto la Giunta Raggi dalla Roma Nuoto lo abbiamo riattivato noi con la Conferenza dei servizi. E in questi mesi abbiamo seguito i lavori con la massima trasparenza e rapidità, come facciamo sempre per ogni progetto. Nelle prossime settimane l’iter sarà concluso".
C’è stata la presentazione del nuovo progetto del Foro Italico per gli Internazionali d’Italia con l'inclusione dello Stadio dei Marmi, l’ennesimo upgrade per il torneo.
"Il livello degli Internazionali d'Italia si sta alzando di anno in anno con un grande impegno di Sport e Salute e Federtennis. Una crescita che va di pari passo con quella di una città che sta cambiando faccia grazie al lavoro della Giunta Gualtieri e a tanti investimenti pubblici e privati. Gli appassionati italiani e stranieri che verranno al Foro Italico per il grande tennis, oltre che ammirare un site rinnovato, troveranno una Roma più moderna, attrattiva e accogliente”.
Gli Internazionali di tennis di Roma possono diventare secondo lei il quinto Slam e che impatto potrebbero avere sulla città?
"Sarebbe un grande risultato. Roma non è più la città dei 'no', c'è un approccio diverso. Roma deve essere ambiziosa, senza limiti. Sono convinto, e i numeri in crescita esponenziale di questi tre anni lo dimostrano, che i grandi eventi siano un volano per la crescita della città: creano ricadute economiche, nuovi posti di lavoro e sono una strepitosa vetrina promozionale per Roma”.
Roma è sempre più la città dei grandi eventi sportivi e non solo, avete già in mente nuove sfide?
"Sarà una stagione estiva molto intensa, alziamo l'asticella ogni anno. Oltre ai tanti eventi sportivi e manifestazioni diventate una tradizione, come il Tim Summer Hits a ingresso gratuito a Piazza del Popolo, suoneranno qui i migliori artisti italiani e stranieri: da Achille Lauro a Ed Sheeran, dai Duran Duran a Cremonini, da Gianna Nannini a Zucchero e, solo per citarne alcuni, Ultimo e Vasco Rossi. E poi avremo degli appuntamenti unici di moda di cui parlerà tutto il mondo. Sfileranno nella Capitale, nei luoghi più iconici, Dior e Dolce&Gabbana, che non aveva mai scelto Roma come location". (di Emanuele Rizzi)
Roma, 14 mar (Adnkronos) - La comunicazioni della premier Giorgia Meloni e la seduta straordinaria sulle carceri sono i principali temi all'Odg delle Camera per la prossima settimana. A Montecitorio, la seduta per la discussione sulle comunicazioni della Meloni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo è fissata per mercoledì 19 alle 9,30, mentre la consegna del testo delle comunicazioni avrà luogo nella seduta di martedì 18 alle 15,30.
Considerato il fatto che il programma di Montecitorio prevede anche l'esame di provvedimento come il Dl sull'ex Ilva, già approvato dal Senato, si svolgerà probabilmente giovedì 20 la seduta straordinaria sulle carceri con la discussione delle mozioni presentate dall'opposizione. Sempre giovedì, ma al mattino (ore 9) è prevista invece l'informativa urgente del governo, con la partecipazione del ministro per la Protezione civile, sugli eventi sismici nei Campi Flegrei.
Alla Camera resta sempre all'Odg, ma in coda a una serie di provvedimenti, la discussione e il voto della mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Al Senato, l'appuntamento con le comunicazioni della Meloni è per martedì 18 alle 14.30, con diretta Tv. Sia a palazzo Madama che a Montecitorio sono confermati gli appuntamenti con il Qt e gli atti di sindacato ispettivo.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - Economia, lavoro, donne e intelligenza artificiale sono i temi al centro della giornata di dibattito voluta dalla deputata Pd Paola De Micheli domani, sabato 15 marzo, a Roma dalle 10.30 alle 14.30 all’Unahotels Decò in via Giovanni Amendola 57. ‘Prima le persone: capire il presente per costruire il futuro’ è la prospettiva del convegno promosso da Rigenerazione democratica con l’intento di approfondire nel Partito democratico e nella società una riflessione franca e aperta su imprese e lavoratori. Tra i relatori, la segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein e l’ex commissario europeo agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni.
Dopo i saluti iniziali, i lavori entrano nel vivo alle 10.40 con la relazione del Chief Economist di Banca Intesa Gregorio De Felice a cui segue alle 11 l’intervento della segretaria del Pd Elly Schlein. Si prosegue alle 11.20 con il dibattito ‘Siamo industria o caporali?’ moderato dalla giornalista del Sole 24 Ore Sara Monaci con Maurizio Tarquini (Direttore Generale Confindustria), Alberto Pandolfo (membro X Commissione Camera dei Deputati), Dario Costantini (Presidente CNA) e l’eurodeputato Pd Giorgio Gori.
Dalle 11.50 si confronteranno sulle politiche pubbliche il senatore Antonio Misiani (responsabile nazionale Economia Pd), Andrea Bianchi (esperto di Politiche industriali), Antonella Vincenti (responsabile nazionale PMI Pd) e l’europarlamentare Pd- S&D Pierfrancesco Maran. Alle 12.20 Andrea Bignami (Sky) intervista Paolo Gentiloni, già presidente del Consiglio.
(Adnkronos) - Si continua alle 12.50 con il confronto sul ruolo delle donne che vede discutere la professoressa Lucia Valente (docente Diritto del Lavoro presso Università La Sapienza di Roma), l’on. Alessandra Moretti (Parlamentare europea), Peppe Di Cristina (Assessore Cultura e Istruzione Comune di Gela), Lucia Bongarzone (Specialista in politiche del lavoro). Si passa poi alla tavola rotonda sull’intelligenza artificiale che vedrà confrontarsi Stefano Malorgio (Segretario Generale FILT CGIL), Marco Bentivogli (Coordinatore Base Italia, AI expert Mise 2019-21), Alberto Baban (Presidente VeNetWork spa), l’On. Enza Bruno Bossio (Direzione Nazionale Pd). Conclude i lavori alle 13.50 la deputata Pd Paola De Micheli.
“Il convegno sarà il primo di una serie di appuntamenti pensati dall’associazione Rigenerazione Democratica per aiutare la circolazione di idee, progetti e prospettive nuove e moderne da offrire alla riflessione del Partito democratico e del centrosinistra - spiega De Micheli -. Un punto di vista libero e innovativo che parte dalla lettura delle mutate condizioni della società italiana ed europea”.
Roma, 14 mar. (Adnkronos/Labitalia) - L'Italia e la sfida della space economyè al centro di uno studio dell'Eurispes in cui illustra sette proposte operative e azioni concrete che potrebbero essere propedeutiche a sostenere il settore. La 'New space economy' rappresenta attualmente circa lo 0,35% del Pil mondiale. Secondo il World Economic Forum, la New space economy avrebbe raggiunto il valore di 630 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe raggiungere gli 1,8 trilioni di dollari entro il 2035. La space economy è del resto ormai un fornitore di applicazioni innovative e servizi avanzati che vengono utilizzati sempre più nella vita quotidiana e che, si stima, entro il 2040, porteranno il settore a raggiungere un valore fra i 1.000 e i 2.700 miliardi di dollari.
L’Italia è il sesto Paese al mondo per rapporto fra investimenti nello spazio e Pil e il terzo in Europa. Un rapporto che negli ultimi anni è quasi raddoppiato, con una crescita media annua del 9,5%. Ottantotto paesi nel mondo investono in programmi spaziali, 14 dei quali hanno capacità di lancio; l’Italia è tra i 9 paesi dotati di un’agenzia spaziale, con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Il Made in Italy nel settore spaziale, nel 2023, ha prodotto esportazioni per 7,5 miliardi, in crescita del 14% rispetto al 2022. Nei primi otto mesi del 2024 il dato delle esportazioni italiane nel settore è stato di 4,3 miliardi.
Ma, soprattutto, l’Italia è anche uno dei pochissimi paesi ad avere una filiera completa su tutto il ciclo: dall’accesso allo spazio alla manifattura, dai servizi per i consumatori ai poli universitari e di ricerca, con un’ottima distribuzione delle attività su tutto il territorio e un mercato in cui operano all’incirca 200 aziende con un fatturato annuo di più di 2 miliardi di euro. Il comparto spaziale italiano è comunque ancora composto, per circa l’80%, da piccole e medie imprese, altamente specializzate nei diversi ambiti.
Tutto questo opera in una cornice che, dal 2016, vede l’Italia già dotata di un 'Piano strategico space economy', parzialmente confluito poi, come 'Piano a stralcio space economy', nel Piano imprese e competitività Fsc, con un investimento Paese di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50% finanziato con risorse pubbliche aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali. Nel periodo 2023-2027, i finanziamenti pubblici destinati all’ecosistema spaziale nazionale ammonteranno, complessivamente, ad oltre 7 miliardi di euro. Tali prospettive di attenzione e sviluppo sono peraltro in linea con la recente approvazione, il 20 giugno 2024, da parte del Consiglio dei ministri del primo disegno di legge per una normativa organica nazionale sulla space economy.
Di seguito alcune proposte operative e azioni concrete che potrebbero essere propedeutiche a sostenere il settore della space economy. 1) Armonizzare i distretti aerospaziali e superare i limiti delle reti regionali. Sono tredici i Distretti aerospaziali italiani che mettono in contatto le grandi aziende con le medie e piccole imprese e start up, portatrici di un elevato valore aggiunto in termini di innovazione tecnologica, e con i Centri di ricerca, Università e agenzie nazionali. Tutte queste realtà, tuttavia, presentano caratteristiche differenti e non sono uniformi, né a livello statutario né giuridico. Sarebbe dunque importante superare tale limite con una maggiore armonizzazione tra di loro e con le Reti regionali. A proposito di queste ultime, accanto ai distretti e cluster, in alcune regioni italiane, esistono infatti anche le Reti regionali, le quali presentano però anch’esse diversi limiti che ne ostacolano l’efficacia, tra cui la frammentazione delle iniziative e la mancanza di integrazione con il tessuto industriale locale. Uno dei principali problemi delle reti è poi l’assenza di un coordinamento nazionale: non essendo i progetti coordinati tra loro, ci si trova spesso a lavorare su progetti simili, perdendo così l’opportunità di creare un valore aggiunto più significativo attraverso la condivisione di conoscenze e risorse.
2) Sfruttare e disciplinare le potenzialità dell’intelligenza artificiale anche in riferimento alla space economy. Nello spazio si acquisiscono oramai quantità impressionanti di dati, soprattutto immagini, che devono essere trasmesse a terra per essere elaborate. In tal caso, un primo problema è legato alla velocità della trasmissione a terra, che è oggi ancora troppo lenta; il che rende indispensabile elaborare le immagini per una prima valutazione di massima che permetta di spedire a terra solo quelle interessanti, o comunque istruire il satellite su cosa inquadrare e come prendere l’immagine successiva. L’IA potrebbe velocizzare tale processo e sarebbe anche un potente strumento per l’analisi dei dati trasmessi. Altri settori in cui l’utilizzo delle potenzialità dell’IA è fondamentale sono poi quelli della guida, della navigazione e del controllo autonomi; delle operazioni satellitari; della progettazione e collaudo dei veicoli spaziali. Sotto il profilo legale e normativo tutto questo necessita però di essere specificatamente disciplinato, garantendo che queste tecnologie siano utilizzate in modo etico e responsabile. In un tale contesto è dunque senz’altro da apprezzare il Regolamento Europeo 2024/1689 (AI Act), in vigore dal 13 luglio 2024 e pienamente applicabile dal 2 agosto 2026, che introduce norme uniformi per la commercializzazione, l’attivazione e l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nella Ue, compresa una chiara definizione del concetto stesso di intelligenza artificiale (art. 3). Un quadro giuridico da cui partire.
3) Sfruttare la leva fiscale - esenzione Iva per la space economy e per i beni dual use. Per gli Stati Ue che partecipano ai programmi dell’Agenzia europea per la Difesa è prevista l’esenzione Iva per le spese di procurement militare. L’esenzione dall’imposta del valore aggiunto, che può essere utilizzata per qualsiasi tipo di progetto dell’Eda, crea così un interesse commerciale per tutti i programmi di cooperazione nella difesa. L’unica clausola è che l’Agenzia deve necessariamente 'portare una qualche forma di valore aggiunto al progetto in questione'. Questo “valore aggiunto” può essere, ad esempio, l’apporto di conoscenza tecnica, la messa in comune della domanda (pooling demand), la costruzione di sinergie con politiche europee più ampie. Perché dunque, con la stessa ratio e vista anche la natura ontologicamente affine, anche al fine di guadagnare competitività in ambito globale, non estendere tale esenzione anche alla space economy ed in particolare ai programmi Esa?La possibilità di considerare come beni e tecnologie duali quelli utilizzabili sia in applicazioni civili sia nella produzione, sviluppo e utilizzo di beni militari dà peraltro il quadro di quanto una tale misura possa essere in linea con la suddetta, già vigente, esenzione e comunque di quanto potrebbe valere e servire da volàno finanziario per il settore.
4) Canone di uso orbitale: anche se può sembrare una proposta per certi versi bizzarra, uno studio pubblicato nel 2020 fra i proceedings of the National academy of science proponeva un accordo internazionale che addebitasse agli operatori un canone di uso orbitale. Una sorta quindi di Imu dello spazio, a carico degli operatori satellitari, per ogni singolo satellite lanciato in orbita, anche come ristoro per la cittadinanza per i danni in termini di inquinamento e/o rischi da detriti a tale attività comunque connessi. Il tema, al di là anche della misura e dell’impatto economico che può avere, è la riflessione sulle responsabilità che abbiamo in questa corsa allo Spazio. Lo Spazio, infatti, è un bene da proteggere. Una tassa orbitale potrebbe dunque anche stimolare lo sviluppo di sistemi spaziali basati sul riciclo, o comunque di maggiori politiche di resilienza.
5) Una normativa comunitaria concorrenziale sulla falsariga del Digital market act. L’Unione europea ha delle politiche commerciali e concorrenziali molto rigide, che, in funzione strategica, andrebbero in qualche modo alleggerite per il settore spaziale. Come già accaduto in altri settori ad alto tasso tecnologico, quali l’industria energetica e il digitale, sarebbe il momento di cambiare strategia per tutelare i privati europei che si stanno inserendo in un mercato sempre più globalmente affollato, anche attraverso una normativa simile al Digital markets act.
6) Applicare i suggerimenti del Piano Draghi. Il settore spaziale europeo trarrebbe senz’altro vantaggio da regole di governance e investimento aggiornate e da un maggior coordinamento della spesa pubblica in un vero Mercato Unico per lo Spazio, come anche suggerito nel report sulla competitività europea, a firma dell’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al capitolo Spazio (capitolo 4 - Strengthening industrial capacity for defence and space), dove è dedicata un’ampia parte a dimostrazione del peso crescente dell’economia spaziale e soprattutto del ruolo che l’Europa può avere in questo settore.
7) Promozione degli investimenti e delle fonti di finanziamento per le aziende operanti nel settore spazio – fondo sovrano europeo, minibond e private equity. Lo Spazio deve diventare uno dei pilastri della strategia per rilanciare la competitività dell’Italia e dell’Europa. La promozione della competitività europea deve passare anche attraverso investimenti nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, con più risorse e strumenti finanziari adattati alle esigenze delle imprese e un approccio di finanziamento che mobiliti risorse pubbliche e private, anche attraverso un Fondo sovrano europeo. Il Giappone ha ad esempio lanciato già nel 2023 un fondo strategico decennale da 6,7 miliardi di dollari per sostenere l’innovazione, l’autonomia e la competitività internazionale nel settore spaziale. La creazione del fondo è stata inserita all’interno del Piano spaziale nazionale per permettere alla Jaxa, l’Agenzia spaziale nazionale, di supportare al meglio il settore commerciale e accademico
Una delle soluzioni più promettenti per le pmi aerospaziali potrebbe essere poi l’emissione di minibond, particolarmente utili per finanziare progetti di ricerca e sviluppo, con scadenze brevi che vanno di pari passo all’avanzamento di progetti e commesse lunghe. Il private equity è infine un’altra fonte di finanziamento che potrebbe offrire significativi benefici alle Pmi del settore. Gli investitori di private equity forniscono infatti non solo capitale, ma anche competenze manageriali e supporto strategico.
Il futuro dell’industria aerospaziale italiana dipende, in sostanza, anche dalla capacità delle aziende di accedere al capitale ed utilizzare efficacemente una gamma diversificata di strumenti finanziari. Se negli ultimi anni si è dunque molto investito nel venture capital e nei programmi di accelerazione e incubazione per le star tup, ora potrebbe assumere sempre maggiore importanza il sostegno alle Pmi attraverso strumenti di private equity. Strumenti come i corporate bond, anche di piccole dimensioni, e i basket bond di filiera – regionali o multiregionali – potrebbero rappresentare opportunità concrete per ampliare le opzioni finanziarie disponibili per le pmi. Il punto, in definitiva, consiste nel permettere alle imprese di superare le proprie limitazioni dimensionali e accedere a capitali più consistenti (magari anche per mezzo di aggregazioni attraverso consorzi, o partnership strategiche con grandi aziende). Senza un sostegno strutturale alla filiera produttiva, le imprese rischiano di perdere la capacità di rispondere alle sfide del mercato globale.
L'Eurispes affronta anche la futura 'guerra' spaziale (in realtà già in corso) che si combatterà prima di tutto sul fronte economico, e le motivazioni sono chiare se si pensa che solo dall’estrazione mineraria sugli asteroidi la Nasa stima che si possano ricavare 700 quintilioni – miliardi di miliardi – di dollari. Investire nella space economy, in definitiva, rappresenta una scommessa win to win, dato che il ritorno degli investimenti in tale settore è pari ad almeno il doppio. Ma nonostante le grandi potenzialità, le aree di miglioramento e i ritardi europei nei confronti dei principali competitor internazionali sono ancora numerosi, laddove, ad esempio, nei soli investimenti privati il gap è stimato in 10 miliardi di euro per i prossimi 5 anni. Non c’è quindi tempo per perdersi nella mera 'contemplazione' dello spazio, è il momento di mantenere e implementare la nostra capacità.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".
Marvin Vettori torna a combattere. Due anni dopo, il lottatore italiano torna a disputare un incontro di MMA domani, sabato 15 marzo, contro il georgiano Roman Dolidze all'Apex Center di Las Vegas. Vettori è stato assente dall'ottagono a causa di un grave infortunio alla spalla destra che ha interessato anche i muscoli del bicipite. Dopo un'operazione chirurgica e un lento processo di recupero e allenamento, è finalmente pronto.
Vettori ha già affrontato Dolidze nel 2023 in un match disputatosi a Londra e vinto, per verdetto unanime, proprio dall'italiano. "Pensavo che avrei combattuto contro Kopylov, invece è Dolidze", ha commentato Vettori, "ma era tanta la voglia di tornare che non mi interessava contro chi". L’ultima apparizione di Vettori sull’ottagono è stata sempre nel 2023, quando ha subito una dura sconfitta dall’allora numero 4 dei ranking Jared Cannonier.
Il match sarà molto importante per il proseguo della carriera di Vettori, che a 31 anni e dopo due fermo non può più permettersi pause. Al momento è ottavo nel ranking Ufc, posizione ottenuta due anni fa e mantenuta anche nel periodo di stop. L'incontro con Dolidze potrebbe rilanciare le speranze del trentino di guadagnarsi una sfida per il titolo pesi medi, oppure potrebbe affondarlo.
Il match tra Marvin Vettori e Roman Dolidze è in programma sabato 15 marzo alle 22 ora italiana. L'incontro sarà trasmesso in diretta televisiva sui canali Eurosport e sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, sulla piattaforma Eurosport, su Discovery+ e Dazn.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Accade che le richieste di connessione alla rete di progetti di impianti rinnovabili dopo 4-5 anni non vengono realizzati, creando una congestione virtuale della rete stessa e tenendo fuori nuovi entranti, magari più performanti. Si dovrà "capire la credibilità di 350 gigawatt di richieste di connessione", anche se sono stati "fatti passi avanti su trasparenza e visibilità". Lo afferma il presidente Arera, Stefano Besseghini, intervenendo alla presentazione del piano di sviluppo 2025 di Terna.
In questo contesto, spiega Besseghini, "tenere Terna costantemente agganciata a questi processi autorizzativi è il modo migliore perché il sistema evolva coerentemente nella capacità di programmazione e essere sempre proattivo" perchè ''qualunque disallineamento temporale tra capacità di programmazione e capacità di realizzazione diventa da qualche parte uno stranded cost che ci portiamo dietro''.