C’è una novità nell’inchiesta che ha portato all’arresto di sei uomini per il sequestro lampo di Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi. Con l’interrogatorio di oggi davanti aall’aggiunto Ilda Boccassini e al Paolo Storari, Francesco Leone, considerato dagli inquirenti il ‘capo’ della banda , ha avviato una collaborazione con gli inquirenti. L’interrogatorio, durato mezz’ora, è stato secretato. Quello di oggi tra i pm e Leone è stato solo un contatto preliminare in vista di una futura collaborazione quando il pregiudicato barese, ‘specialista’ di rapine nelle banche, verrà interrogato di nuovo. A Leone i pm hanno chiesto conto anche del denaro al centro delle conversazioni con gli altri indagati che, in un’ipotesi dell’accusa, rappresenterebbe il riscatto pagato per porre fine al rapimento. Stando alla ricostruzione della Procura, Leone sarebbe arrivato intorno alle 2 di notte nell’abitazione dei coniugi Spinelli, ai quali avrebbe chiesto 35 milioni di euro in cambio del materiale sul Lodo Mondadori. Gli investigatori della Polizia però allo stato non hanno trovato né questo materiale – sono stati sequestrati documenti pistole giocattolo e banconote fac-simile – né i soldi.
Degli arrestati interrogati dal gip Paola Di Lorenzo tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e altrettanti hanno parlato. Hanno scelto la prima opzione i tre italiani, Francesco Leone, che poi appunto ha risposto ai pm nel pomeriggio, Alessio Maier e Pierluigi Tranquilli; mentre hanno preferito rispondere i tre albanesi, Marjius Anuta e i fratelli Laurenc e LlirJan Tanko. Il primo in particolare “ha raccontato tutto quello che sa” al gip Paola Di Lorenzo, durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto stamane in carcere. “Il mio assistito – ha spiegato il suo difensore, Maria Pia Licata – sta cercando di collaborare con gli inquirenti per il ruolo marginale che ha”. Alessio Maier infine ha fornito al suo legale, Lorenzo Di Gaetano, “un’altra versione” rispetto a quella prospettata da gip e pm di Milano. Maier si è comunque avvalso della facoltà di non rispondere ed è stato convocato, come Leone, dagli inquirenti per essere interrogato dopodomani.