Lunedì prossimo sciopero generale dei giornalisti di quotidiani, televisioni, agenzie di stampa, periodici, testate web, free lance, uffici stampa “contro il provvedimento sulla diffamazione in discussione al Senato che limita gravemente l’autonomia dell’informazione”. Lo annuncia il segretario della Federazione della stampa, Franco Siddi.
La Fnsi parla di “sciopero inevitabile”, dopo il via libera del Senato alla norma “salva-direttori”, di fronte all’atteggiamento delle forze politiche in merito alla delicata questione e parla anche di attacco diretto alla stampa e al diritto di informare, oltre che di messa in discussione del diritto dei cittadini ad essere informati. E’ in preparazione il documento con cui la Federazione nazionale della stampa indicherà le modalità attraverso cui lo sciopero sarà attuato. L’astensione dal lavoro riguarderà anche la Rai, pur non rispettando – da parte della Fnsi – la procedura che prevede un preavviso di dieci giorni nel caso di coinvolgimento del servizio pubblico. Come annunciato ieri il sindacato è pronto ad assumersi la responsabilità che ne deriverà con il mancato preavviso in relazione allo sciopero dei giornalisti Rai, pagando le eventuali multe.
“Il voto di oggi è la dichiarazione di un conflitto che i giornalisti sono costretti a raccogliere chiamando alla risposta con loro tutti i cittadini. Lo sciopero della categoria, con una mobilitazione diffusa, diventa inevitabile” ha spiegato Siddi, “Il voto di oggi al Senato – sottolinea – è un altro segnale di attacco a tutti i giornalisti italiani. Si conferma e si accentua il carattere di aggressione a un’intera categoria professionale che invece vogliamo responsabilmente e tenacemente impegnata nell’esercizio di un’attività che, con correttezza, autonomia e libertà, deve assicurare l’informazione ai cittadini. La maggioranza che si è ricreata nel voto contro i giornalisti sta compiendo un atto di violenza che non potrà restare senza sanzione pubblica da parte della categoria e dei cittadini. Il gioco si è fatto talmente scoperto che anche il proposito di salvare dal carcere un direttore, Sallusti, recentemente condannato a 14 mesi di prigione, è stato fatto cadere: la condanna che lo riguarda non è sanata affatto da una norma scombinata e impresentabile come quella votata stamani. Modo di legiferare insensato e brutale, su una norma di carattere incostituzionale, che ha il solo scopo di mandare una minaccia chiara a tutti i cronisti, con particolare esposizione per chi sta in frontiera ed è precario, quindi non titolati di incarico di direzione”.
La Federazione nazionale della stampa “ribadisce la sua linea di intransigenza a tutela dei diritti all’informazione e alla dignità delle persone e ricorda che le misure serie e concrete più efficaci (la rettifica documentata e riparatrice e il Giurì per la libertà e l’informazione), non sono state prese in considerazione perchè c’è una parte della politica che vuole esprimersi e far valere poteri di comando e controllo che non le appartengono”.