La Camera del laender tedesca, il Bundesrat, ha bocciato l’accordo fiscale con la Svizzera che prevedeva la regolarizzazione fiscale dei depositi dei cittadini tedeschi nelle banche elvetiche. Ora l’intesa deve essere ratificata entro il 14 dicembre per entrare in vigore altrimenti sarà annullata.

La convenzione fiscale era stata siglata il 21 settembre 2011 e aggiornata con un nuovo protocollo lo scorso aprile. L’accordo prevedeva una anonima liberatoria, con una aliquota fissata al 26,375%per i futuri redditi finanziari dei cittadini tedeschi con patrimoni non dichiarati in Svizzera. L’aliquota corrisponde a quella applicata in vigore in Germania (25%), più un “supplemento di solidarietà”. L’accordo avrebbe permesso di sanare anche le controversie del passato, riguardo i capitali tedeschi depositati in Svizzera, con un versamento anonimo per un ammontare tra il 19 e il 34 del valore dei patrimoni e legato al numero di anni e all’andamento dei depositi. Le banche svizzere avrebbero anticipato comunque un importo di 2 miliardi di franchi sul pregresso, ripartiti proporzionalmente agli importi depositati dai clienti tedeschi.  In pratica, secondo l’intesa raggiunta con Berna, i fondi depositati a partire dal 2013 in Svizzera verrebbero tassati come in Germania e chi ha depositato soldi nelle banche elvetiche illegalmente negli ultimi dieci anni, potrebbe fare un versamento una tantum e in forma anonima al fisco tedesco, pagando una tassa calcolata in modo forfettario. Nonostante l’appello all’assemblea lanciato dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, l’accordo è stato però respinto dai parlamentari della Camera alta guidata dall’opposizione di Verdi e Socialdmeocratici che ritengono l’intesa troppo morbida nei confronti degli evasori poiché garantisce l’anonimato. Fra i punti contestati dall’opposizione anche la limitata possibilità per il fisco tedesco di presentare in futuro domande di informazioni sui clienti: il numero di domande è ristretto nei primi due anni sotto le mille unità. E inoltre le autorità fiscali tedesche dovrebbero argomentare la richiesta con motivi plausibili.

Un accordo simile con la Svizzera è in discussione anche in Italia, anche se il ministro Grilli ha evidenziato che sono ancora molti i problemi da risolvere per raggiungere un’intesa.

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