“Il paese ha bisogno della politica”. “La gente è stanca dei partiti”. “Ringraziamo i tecnici, ma il popolo è sovrano”. “Dobbiamo rispettare gli impegni europei”. “Berlusconi è il nostro padre nobile”. “Occorre sviluppare politiche di sostegno alle aziende”. “La sfida è sui diritti e su un nuovo welfare”. “Hanno paura. Sono già morti e non lo sanno”. “Ci chiamano antipolitica perchè sanno che perderanno la poltrona. Via i ladroni”. “Basta con i privilegi, basta con la casta”. “Rottamiamo i politici e le idee vecchie”.
E’ un diluvio di dichiarazioni e propositi. Provi ad aprire l’ombrello e a ragionare. Ti abitui a quelle litanie. Ti fanno compagnia. Ti sostengono. E pensi: tutto sommato almeno i ghiacciai si stanno sciogliendo. C’è competizione, reattività. E’ un paese in movimento. E sembrano passati secoli da quando bastava allestire un set attentamente studiato con luce soffusa, mettere una calza su di una telecamera, avere un sorriso impostato, un po’ di trucco, una scrivania addobbata con le foto della moglie, dei figli, qualche libro chiuso, tanto non importa leggerlo, e dire solenne : “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica…”. Brividi percorrono la schiena e qualche dolore all’addome mette in preallarme. Il virus si è debellato da solo e non per lo svilupparsi di anticorpi come ottimisticamente immaginava il compianto Indro Montanelli.
Nell’entusiasmo c’è qualche nota stonata. Questa nuova primavera non profuma. I fiori sono appassiti. Le rose hanno più spine che boccioli. Sputo il rospo. Eccolo. Dalle primarie, ai Noè dell’arca Pdl fino al grillismo passando per i nostalgici della Balena bianca in Ferrari nessuno parla della camorra, di mafia, di ndrangheta, di sacra corona unita, di stidda. I programmi dei partiti non contemplano l’argomento. Sembra che il problema non esista. Sembra che l’Italia sia un paese “normale”. Sembra appunto che sembra. Tra spending review, crisi economica, prosciugamento della liquidità, famiglie in affanno, banche insolventi, collasso del credito le mafie Spa garantiscono la cassa di continuità. Un “sistema” rodato che approfittando e contribuendo alla destrutturazione dei gangli dello Stato ha sviluppato una sua potenza finanziaria che acquista vigore e potenza attraverso le grandi operazioni di riciclaggio. Non lo dico io. Ci sono le inchieste che lo certificano e anche diverse sentenze. Quei figli e nipoti di camorristi e mafiosi indossano vestiti puliti, parlando di legalità, educano i loro piccoli alle regole: in silenzio sono a disposizione. Oggi sono 32 anni dal terremoto del 23 novembre ma pare che quel sisma non sia mai finito. Cantieri, lavori per somma urgenza, movimento terra, fornitura di calcestruzzo, sub-appalti, amici degli amici sono sempre li a fare affari in giro per l’Italia. Veniamo al caso Campania: ci sono una dozzina di parlamentari in amicizia e comunione d’intenti con i camorristi. Nonostante siano sotto processo, indagati in altri gravi procedimenti, e già al quarto mandato parlamentare: sono pronti a ricandidarsi. Un nome per tutti, l’ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe Nicola Cosentino.
Perché nessuno parla? Perché nessuno s’indigna? Perché nessun leader politico lo dice chiaramente: “La nostra è legalità praticata e non enunciata”. “Noi non candideremo persone colluse e vicine alle mafie. La sola fedina penale pulita non basta”. C’è un silenzio imbarazzante. C’è un silenzio che inquieta. C’è un silenzio che fa male.
Arnaldo Capezzuto
Giornalista
Politica - 23 Novembre 2012
Primarie, berluschini e grillismo nessuno parla delle mafie
“Il paese ha bisogno della politica”. “La gente è stanca dei partiti”. “Ringraziamo i tecnici, ma il popolo è sovrano”. “Dobbiamo rispettare gli impegni europei”. “Berlusconi è il nostro padre nobile”. “Occorre sviluppare politiche di sostegno alle aziende”. “La sfida è sui diritti e su un nuovo welfare”. “Hanno paura. Sono già morti e non lo sanno”. “Ci chiamano antipolitica perchè sanno che perderanno la poltrona. Via i ladroni”. “Basta con i privilegi, basta con la casta”. “Rottamiamo i politici e le idee vecchie”.
E’ un diluvio di dichiarazioni e propositi. Provi ad aprire l’ombrello e a ragionare. Ti abitui a quelle litanie. Ti fanno compagnia. Ti sostengono. E pensi: tutto sommato almeno i ghiacciai si stanno sciogliendo. C’è competizione, reattività. E’ un paese in movimento. E sembrano passati secoli da quando bastava allestire un set attentamente studiato con luce soffusa, mettere una calza su di una telecamera, avere un sorriso impostato, un po’ di trucco, una scrivania addobbata con le foto della moglie, dei figli, qualche libro chiuso, tanto non importa leggerlo, e dire solenne : “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica…”. Brividi percorrono la schiena e qualche dolore all’addome mette in preallarme. Il virus si è debellato da solo e non per lo svilupparsi di anticorpi come ottimisticamente immaginava il compianto Indro Montanelli.
Nell’entusiasmo c’è qualche nota stonata. Questa nuova primavera non profuma. I fiori sono appassiti. Le rose hanno più spine che boccioli. Sputo il rospo. Eccolo. Dalle primarie, ai Noè dell’arca Pdl fino al grillismo passando per i nostalgici della Balena bianca in Ferrari nessuno parla della camorra, di mafia, di ndrangheta, di sacra corona unita, di stidda. I programmi dei partiti non contemplano l’argomento. Sembra che il problema non esista. Sembra che l’Italia sia un paese “normale”. Sembra appunto che sembra. Tra spending review, crisi economica, prosciugamento della liquidità, famiglie in affanno, banche insolventi, collasso del credito le mafie Spa garantiscono la cassa di continuità. Un “sistema” rodato che approfittando e contribuendo alla destrutturazione dei gangli dello Stato ha sviluppato una sua potenza finanziaria che acquista vigore e potenza attraverso le grandi operazioni di riciclaggio. Non lo dico io. Ci sono le inchieste che lo certificano e anche diverse sentenze. Quei figli e nipoti di camorristi e mafiosi indossano vestiti puliti, parlando di legalità, educano i loro piccoli alle regole: in silenzio sono a disposizione. Oggi sono 32 anni dal terremoto del 23 novembre ma pare che quel sisma non sia mai finito. Cantieri, lavori per somma urgenza, movimento terra, fornitura di calcestruzzo, sub-appalti, amici degli amici sono sempre li a fare affari in giro per l’Italia. Veniamo al caso Campania: ci sono una dozzina di parlamentari in amicizia e comunione d’intenti con i camorristi. Nonostante siano sotto processo, indagati in altri gravi procedimenti, e già al quarto mandato parlamentare: sono pronti a ricandidarsi. Un nome per tutti, l’ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe Nicola Cosentino.
Perché nessuno parla? Perché nessuno s’indigna? Perché nessun leader politico lo dice chiaramente: “La nostra è legalità praticata e non enunciata”. “Noi non candideremo persone colluse e vicine alle mafie. La sola fedina penale pulita non basta”. C’è un silenzio imbarazzante. C’è un silenzio che inquieta. C’è un silenzio che fa male.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".