E’ bastato che la voce sibilasse di dietro le porte di Saxa Rubra perché il sito Dagospia.com la sparasse in bell’evidenza. E apriti cielo. L’annuncio dell’intervista a Pierluigi Bersani nel Tg1 delle 20 ha scatenato le proteste degli altri candidati. Alla fine Francesco Giorgino ha intervistato in diretta Renzi e il segretario Pd, mentre un servizio ha ospitato le dichiarazioni di Tabacci, Vendola, Puppato.

“Se fossero confermate le anticipazioni di Dagospia sarebbe una vergogna inaccettabile: soprattutto perché si tratta del servizio pubblico che, a due giorni dalle primarie, si schiera nettamente a favore di un candidato”, aveva detto Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale di Matteo Renzi. Prima di lui era stato il deputato renziano Mario Adinolfi a contestare l’ingerenza attraverso cui il primo tg nazionale “inquina il voto” delle primarie; mentre l’altro renziano Fausto Recchia puntava il dito direttamente contro la direzione del Tg1, affermando che l’intervista a Bersani dimostra “per chi parteggia il telegiornale di Maccari”. Un fuoco di fila la cui scintilla già albergava sotto la brace dal mattino grazie alla paginata del Corriere della sera che riferiva di un “Bersani re dei tg”.

Tanto tuonò che piovve: in serata il direttore del Tg1, Alberto Maccari, ha sì confermato l’intervista a Bersani, ma non senza bilanciarla con una riparatrice anche a Renzi, sempre in diretta, in onda immediatamente prima. E siccome si sono fattti presenti anche gli altri tre candidati alle primarie, sempre nell’edizione di stasera il Tg1 sono stati trasmessi in un servizio “interventi” del leader di Sel Nichi Vendola, di Bruno Tabacci dell’Api e di Laura Puppato.

Par condicio ristabilita, insomma. O quasi. D’altronde a spiegare il nervosismo è il fatto che “la tv resta regina della comunicazione politica italiana”, come rilevato sul Corriere di oggi da Aldo Grasso. E da questo punto di vista i due indubbi vincitori sono Bersani e Renzi. Dal momento in cui si sono formalizzate le cinque candidature alle primarie, il 2 ottobre scorso, il più presente è stato Bersani con 36 ore e 14 minuti di tv, seguito a ruota dal “perfetto animale catodico” Renzi con 28 ore e 15 minuti. Il presidente della regione Puglia Vendola è terzo con 23 ore e 25 minuti. Decisamente distaccati,invece, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Dal punto di vista, poi, del tipo di presenza televisiva, Bersani è forte soprattutto nel “tempo di notizia”, cioè nei Tg, mentre Renzi e Vendola recuperano col “tempo di parola”, cioè i talk show. Fra le reti generaliste è stata Raitre quella che ha dato maggior spazio ai candidati, con in vetta Bersani (3 ore e 22 minuti d’antenna), molto presente sia nel tg sia nei programmi (In 1/2 ora, Agorà, Ballarò, Che tempo che fa…). Segue La7, che invece ha prediletto Renzi che, tra Tg7, Piazzapulita, L’Infedele, Servizio Pubblico e gli altri programmi, ha raggranellato 2 ore e io minuti di visibilità. 

Difatti il portavoce del segretario, Stefano di Traglia, non manca di ribattere alle polemiche renziane facendo notare che da parte di Bersani nessuno ha fatto scandalo “per le 3 presenze tv di Matteo Renzi nell’ultimo mese a Ballarò, per non parlare delle decine di talk occupati in questi ultimi giorni, da Agorà a Quelli che… a Piazzapulita a Porta a porta…”. Di Traglia scaglia una frecciata anche contro La7, dove “Renzi ha battuto Bersani anche nei Tg”. Ma soprattutto il portavoce di Bersani accusa lo staff di Renzi di “aver fatto distribuire dalla concessionaria per il network di Sandro Parenzo (quello di telelombardia, ndr) uno spot filmato di 20 minuti andato in onda su tutte le reti locali”. E questo, conclude Di Traglia, “è vietato dal regolamento delle primarie”.

Un’accusa pesante. Cui replica a stretto giro il portavoce del sindaco di Firenze, Marco Agnoletti: “Conosco benissimo queste accuse che ci stanno facendo ormai da settimane – risponde Agnoletti – Si tratta di un documentario sulla campagna elettorale e posso assicurare che noi non abbiamo mai pagato un cent per apparire in televisione. Ci è sempre stato chiesto dalle emittenti. E il motivo è semplice: Matteo fa ascolti”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Presidente Napolitano, dica qualcosa sul ddl diffamazione

next
Articolo Successivo

Ddl Sallusti, appello di Schifani e la Fnsi differisce lo sciopero

next