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Accordo fiscale Italia Svizzera, il Tesoro: “Non sarà un condono”

Il sottosegretario all'Economia tira ancora il freno sulla trattativa con Berna sulla regolarizzazione dei conti in nero depositati nelle banche elvetiche: "Non è ancora in fase conclusiva e il governo non accetterà un'intesa che favorisca il riciclaggio"
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Altro che Natale, l’accordo fiscale tra Italia e Svizzera è ancora lontano. Sul tema è intervenuto il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, interpellato a margine di un convegno sullo stato delle trattative per la regolarizzazione dei conti detenuti in nero da cittadini italiani nelle banche elvetiche, sottolineando che “siamo ancora in una fase non conclusiva” e che l’accordo “non è semplice” .

Il sottosegretario ha poi tenuto a precisare che qualunque intesa fiscale venga raggiunta tra l’Italia e la Svizzera “non deve presentarsi come un condono. Qualunque soluzione si trovi il governo non vuole sicuramente che si arrivi ad un accordo che favorisca il riciclaggio“. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se anche l’anonimato sia sul tavolo dei negoziati il Ceriani ha risposto che “tutto è tema di trattativa”. Il governo elvetico ha recentemente ribadito che l’anonimato non è in discussione, ma Ceriani ha ricordato che “a luglio c’è stata una ministeriale Ocse in cui sono state decise le regole sullo scambio di informazioni e su questo la Svizzera è d’accordo e non si è opposta. Uno dei temi di trattativa è anche questo aspetto”.

Sull’accordo la settimana scorsa si era espresso anche il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che aveva evidenziato i molti problemi ancora da risolvere, mentre il giorno prima l’ambasciatore elvetico Oscar Knapp si era detto fiducioso di trovare un’intesa entro il 21 dicembre. In ogni caso la trattativa dura ormai da parecchi mesi e il dubbio più che fondato è che nel frattempo i capitali abbiano preso il volo per altri Paesi.  

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