Viva Crozza, perché, nella puntata di Ballaró, ha citato la parola proibita F35, i cacciabombardieri che l’ammiraglio De Paola vuole acquistare, a tutti i costi, costi quel che costi! L’argomento, salvo le consuete eccezioni, tra le quali Il Fatto Quotidiano, è sparito dalla agenda politica e mediatica.
Si tratta di un tema sgradito allo spirito dei tempi, irrita il partito trasversale della spesa militare, qualsiasi opposizione, politica e sociale, viene liquidata con fastidio, bollata come “manifestazioni di spirito antinazionale tipico di un pacifismo fuori dal tempo”.
Eppure grandi paesi quali il Canada e l’Australia hanno rinegoziato l’adesione al progetto per l’acquisto degli F35, altri sono addirittura usciti dalla intesa, negli Stati Uniti è in corso una dura discussione sull’inattualità e l’inefficienza dei modelli da produrre. Il progetto, dunque, non è contestato solo dal popolo della pace, ma persino da alti comandi militari, da ricercatori, da studiosi di strategie militari. Solo da noi la discussione è confinata nelle segrete stanze, esclusa dai salotti tv, quasi fosse una bestemmia chiedere l’annullamento o la drastica riduzione del progetto di acquisto dei cacciabombardieri.
Chi osa dire: “Piú scuole, piú ospedali e meno armi” viene liquidato come un demagogo. Chissà cosa avrebbero mai vomitato contro il presidente Pertini quando esclamò: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai..”.
Per questo diciamo “grazie Crozza” perché ha rotto il muro del silenzio, perché ha dato voce a quanto pensano milioni di italiani e alle lotte di un coraggioso e combattivo cartello di associazioni che non ha mai rinunciato a questa battaglia civile.
Chi avesse voglia di partecipare alla campagna “No F35” e manifestare una opposizione pubblica e trasparente ai progetti di contro riforma presentati dal ministro ammiraglio, potrà firmare la petizione pubblicata, tra gli altri, dal sito di Articolo21 e dal sito della Tavola della Pace