Palazzo Chigi ha sciolto le riserve: questa sera l’Italia voterà sì alla risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. Il voto è previsto per questa sera alle 21 italiane. La risoluzione, con ogni probabilità, passerà nonostante l’opposizione di Israele e Stati Uniti. Il presidente palestinese, Abu Mazen, che la scorsa notte si è incontrato a New York con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e con emissari dell’amministrazione di Barack Obama, guida la delegazione che presenterà formalmente la risoluzione. I palestinesi sostengono di poter contare sul voto favorevole di almeno 140 dei 193 Paesi membri dell’assemblea e confidano di poter raccogliere ancora altri voti prima dell’inizio della sessione plenaria, che comincia alle 16 italiane. La riunione di oggi per far entrare la Palestina come osservatore non membro continua a provocare imbarazzi, prudenze, timori e mezze polemiche. Il voto è previsto per la serata italiana.
La risoluzione ha l’appoggio di una quindicina di Paesi dell’Ue, Francia e Spagna in testa, ma di fatto ha diviso i 27. La diplomazia europea ha infatti tentato fino all’ultimo ma senza successo di costruire una posizione comune (l’astensione in blocco), ma i singoli Paesi andranno in ordine sparso. L’Italia, dopo un lungo silenzio meditabondo, ha annunciato oggi la propria posizione tramite un comunicato di Palazzo Chigi, precisando che “la decisione è parte integrante dell’impegno del Governo italiano volto a rilanciare il Processo di Pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento”. Il governo, sottolineando gli sforzi compiuti negli ultimi mesi in sede di negoziato, ribadisce “la centralità che per l’Italia e per l’UE ha il Processo di pace”, ricordando che “il Presidente Monti ha nell’occasione manifestato la convinzione che l’assetto finale si possa basare sul principio dei due Stati per due popoli, con lo Stato palestinese che sia patria del popolo palestinese, e lo Stato d’Israele come Stato ebraico, riconoscendone la legittima aspirazione quale patria del popolo ebraico”.
Monti ha telefonato al presidente israeliano Mahmoud Abbas e al primo ministro Benjamin Netanyahu, ribadendo che la decisione italiana “non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele” e ha garantito ” il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale”. La nota di Palazzo Chigi precisa che “nel dare sostegno alla risoluzione, l’Italia, in coordinamento con altri partner europei, ha in parallelo chiesto al presidente Abbas di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall’utilizzare l’odierno voto dell’Assemblea generale per ottenere l’accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo”.
Contrapposte, com’era prevedibile, le reazioni delle parti in causa. L’ambasciata isreaeliana si è detta “molto delusa dalla decisione dell’Italia – uno dei migliori amici di Israele – di sostenere l’iniziativa unilaterale dei Palestinesi alle Nazioni Unite”. Soddisfazione, invece, da parte dell’Anp: il rappresentante dell’Associazione a Roma, Sabri Ateyeh, ha detto che la decisione “riflette lo spirito del Paese per la libertà ed il rispetto dei diritti umani” e testimonia la “vicinanza dell’Italia, da sempre, al processo di pace” in Medio Oriente. Anche il ministero degli Esteri dell’Anp, Riad Maliki, si è detto “molto contento per la posizione dell’Italia”. In serata sono arrivati anche i ringraziamenti ufficiali del presidente dell’Anp Abu Mazen.
Se si confermasse il nuovo status, la Palestina avrebbe l’accesso a varie agenzie del sistema delle Nazioni Unite (come già accaduto l’anno scorso con l’Unesco) e ai tribunali internazionali, primo tra tutte la Corte Internazionale di Giustizia (dinanzi a cui denunciare Israele). I Paesi europei favorevoli saranno almeno 15 ( tra i quali – oltre all’Italia – ci sono Francia, Spagna e Portogallo); la Repubblica Ceca, l’Olanda e la Bulgaria dovrebbero votare contro; la Gran Bretagna ha annunciato che si asterrà, così come la Germania: “Non abbiamo preso questa decisione con leggerezza – afferma il ministro degli Esteri Guido Westerwelle – La Germania condivide l’obiettivo di uno stato palestinese. Abbiamo promosso il raggiungimento di questo traguardo in tanti modi, ma i passi decisivi verso la costituzione di uno stato possono essere solo il risultato di negoziati tra israeliani e palestinesi”.
I “no” saranno meno di dieci – inclusi Israele, Canada, Usa e “i suoi paesi satelliti” – tra tutti i 193 Stati dell’Assemblea. Tra i grandi attori internazionali, Russia e Cina si sono detti a favore del riconoscimento della Palestina come Stato osservatore a partire dalle frontiere del 1967 e con capitale a Gerusalemme Est.
Secondo il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, il riconoscimento dello stato della Palestina all’Onu non aiuterà palestinesi e israeliani a raggiungere un accordo di pace duraturo fondato su due stati. “Il cammino verso una soluzione che preveda due stati e che soddisfi le aspirazioni del popolo palestinese è attraverso Gerusalemme e Ramallah, non New York” – mette in evidenza Clinton – e quindi l’unica strada per una soluzione di lungo termine è attraverso trattative fra palestinesi e israeliani.
Su questo solco si inserisce anche l’intervento del premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il voto all’Onu sulla Palestina “non cambierà alcunché sul terreno”. Secondo il capo del governo di Tel Aviv quel voto “non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà”. Comunque “la mano di Israele resta tesa verso la pace”, ha assicurato. ”Non sarà costituito uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu – senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico; non sarà costituito uno Stato palestinese senza la proclamazione della fine del conflitto; non sarà costituito uno Stato palestinese senza provvedimenti di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti”. “Di tutto ciò – ha aggiunto – non c’è menzione nella risoluzione sottoposta alla Assemblea Generale dell’Onu e questa è solo una delle ragioni per cui ci opponiamo”. Netanyahu ha polemicamente ammesso che oggi il voto sulla Palestina all’Onu sarà accompagnato da forti applausi. “Anche noi abbiamo ricevuto applausi quando annunciammo il ritiro unilaterale da Gaza (2005, ndr). Abbiamo ricevuto applausi, e poi missili. Noi siamo usciti da Gaza e l’Iran vi è entrato. Lo stesso avvenne in Libano (2000, ndr): Israele ne uscì e l’Iran vi è entrato”. Netanyahu ha così concluso: “Come primo ministro di Israele non consentirò che una nuova base terroristica dell’Iran venga a costituirsi nel centro di questa terra, nella Giudea-Samaria (Cisgiordania, ndr) a un chilometro da qua”, ossia da Gerusalemme, dove teneva il discorso. “Nessuna forza al mondo potrà obbligarmi a fare compromessi sulla sicurezza di Israele”. Più chiaro Zvi Hauser, segretario del governo israeliano: col voto odierno, dice, “la pace si allontana”.
Mondo
Onu, l’Italia voterà sì alla Palestina “Stato osservatore non membro”
La posizione italiana si è chiarita nelle ultime ore, il voto sarà favorevole. Dura reazione dell'ambasciata israeliana a Roma: "Siamo molto delusi". Il voto alle 21, Abu Mazen può contare sul sì di 140 dei 193 Paesi membri dell'assemblea. L'Unione Europea si presenterà divisa e gli Stati Uniti voteranno contro. Clinton: "Non serve a niente. La pace passa solo dai negoziati"
Palazzo Chigi ha sciolto le riserve: questa sera l’Italia voterà sì alla risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. Il voto è previsto per questa sera alle 21 italiane. La risoluzione, con ogni probabilità, passerà nonostante l’opposizione di Israele e Stati Uniti. Il presidente palestinese, Abu Mazen, che la scorsa notte si è incontrato a New York con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e con emissari dell’amministrazione di Barack Obama, guida la delegazione che presenterà formalmente la risoluzione. I palestinesi sostengono di poter contare sul voto favorevole di almeno 140 dei 193 Paesi membri dell’assemblea e confidano di poter raccogliere ancora altri voti prima dell’inizio della sessione plenaria, che comincia alle 16 italiane. La riunione di oggi per far entrare la Palestina come osservatore non membro continua a provocare imbarazzi, prudenze, timori e mezze polemiche. Il voto è previsto per la serata italiana.
La risoluzione ha l’appoggio di una quindicina di Paesi dell’Ue, Francia e Spagna in testa, ma di fatto ha diviso i 27. La diplomazia europea ha infatti tentato fino all’ultimo ma senza successo di costruire una posizione comune (l’astensione in blocco), ma i singoli Paesi andranno in ordine sparso. L’Italia, dopo un lungo silenzio meditabondo, ha annunciato oggi la propria posizione tramite un comunicato di Palazzo Chigi, precisando che “la decisione è parte integrante dell’impegno del Governo italiano volto a rilanciare il Processo di Pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento”. Il governo, sottolineando gli sforzi compiuti negli ultimi mesi in sede di negoziato, ribadisce “la centralità che per l’Italia e per l’UE ha il Processo di pace”, ricordando che “il Presidente Monti ha nell’occasione manifestato la convinzione che l’assetto finale si possa basare sul principio dei due Stati per due popoli, con lo Stato palestinese che sia patria del popolo palestinese, e lo Stato d’Israele come Stato ebraico, riconoscendone la legittima aspirazione quale patria del popolo ebraico”.
Monti ha telefonato al presidente israeliano Mahmoud Abbas e al primo ministro Benjamin Netanyahu, ribadendo che la decisione italiana “non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele” e ha garantito ” il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale”. La nota di Palazzo Chigi precisa che “nel dare sostegno alla risoluzione, l’Italia, in coordinamento con altri partner europei, ha in parallelo chiesto al presidente Abbas di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni e di astenersi dall’utilizzare l’odierno voto dell’Assemblea generale per ottenere l’accesso ad altre Agenzie Specializzate delle Nazioni Unite, per adire la Corte Penale Internazionale o per farne un uso retroattivo”.
Contrapposte, com’era prevedibile, le reazioni delle parti in causa. L’ambasciata isreaeliana si è detta “molto delusa dalla decisione dell’Italia – uno dei migliori amici di Israele – di sostenere l’iniziativa unilaterale dei Palestinesi alle Nazioni Unite”. Soddisfazione, invece, da parte dell’Anp: il rappresentante dell’Associazione a Roma, Sabri Ateyeh, ha detto che la decisione “riflette lo spirito del Paese per la libertà ed il rispetto dei diritti umani” e testimonia la “vicinanza dell’Italia, da sempre, al processo di pace” in Medio Oriente. Anche il ministero degli Esteri dell’Anp, Riad Maliki, si è detto “molto contento per la posizione dell’Italia”. In serata sono arrivati anche i ringraziamenti ufficiali del presidente dell’Anp Abu Mazen.
Se si confermasse il nuovo status, la Palestina avrebbe l’accesso a varie agenzie del sistema delle Nazioni Unite (come già accaduto l’anno scorso con l’Unesco) e ai tribunali internazionali, primo tra tutte la Corte Internazionale di Giustizia (dinanzi a cui denunciare Israele). I Paesi europei favorevoli saranno almeno 15 ( tra i quali – oltre all’Italia – ci sono Francia, Spagna e Portogallo); la Repubblica Ceca, l’Olanda e la Bulgaria dovrebbero votare contro; la Gran Bretagna ha annunciato che si asterrà, così come la Germania: “Non abbiamo preso questa decisione con leggerezza – afferma il ministro degli Esteri Guido Westerwelle – La Germania condivide l’obiettivo di uno stato palestinese. Abbiamo promosso il raggiungimento di questo traguardo in tanti modi, ma i passi decisivi verso la costituzione di uno stato possono essere solo il risultato di negoziati tra israeliani e palestinesi”.
I “no” saranno meno di dieci – inclusi Israele, Canada, Usa e “i suoi paesi satelliti” – tra tutti i 193 Stati dell’Assemblea. Tra i grandi attori internazionali, Russia e Cina si sono detti a favore del riconoscimento della Palestina come Stato osservatore a partire dalle frontiere del 1967 e con capitale a Gerusalemme Est.
Secondo il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, il riconoscimento dello stato della Palestina all’Onu non aiuterà palestinesi e israeliani a raggiungere un accordo di pace duraturo fondato su due stati. “Il cammino verso una soluzione che preveda due stati e che soddisfi le aspirazioni del popolo palestinese è attraverso Gerusalemme e Ramallah, non New York” – mette in evidenza Clinton – e quindi l’unica strada per una soluzione di lungo termine è attraverso trattative fra palestinesi e israeliani.
Su questo solco si inserisce anche l’intervento del premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il voto all’Onu sulla Palestina “non cambierà alcunché sul terreno”. Secondo il capo del governo di Tel Aviv quel voto “non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà”. Comunque “la mano di Israele resta tesa verso la pace”, ha assicurato. ”Non sarà costituito uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu – senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico; non sarà costituito uno Stato palestinese senza la proclamazione della fine del conflitto; non sarà costituito uno Stato palestinese senza provvedimenti di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti”. “Di tutto ciò – ha aggiunto – non c’è menzione nella risoluzione sottoposta alla Assemblea Generale dell’Onu e questa è solo una delle ragioni per cui ci opponiamo”. Netanyahu ha polemicamente ammesso che oggi il voto sulla Palestina all’Onu sarà accompagnato da forti applausi. “Anche noi abbiamo ricevuto applausi quando annunciammo il ritiro unilaterale da Gaza (2005, ndr). Abbiamo ricevuto applausi, e poi missili. Noi siamo usciti da Gaza e l’Iran vi è entrato. Lo stesso avvenne in Libano (2000, ndr): Israele ne uscì e l’Iran vi è entrato”. Netanyahu ha così concluso: “Come primo ministro di Israele non consentirò che una nuova base terroristica dell’Iran venga a costituirsi nel centro di questa terra, nella Giudea-Samaria (Cisgiordania, ndr) a un chilometro da qua”, ossia da Gerusalemme, dove teneva il discorso. “Nessuna forza al mondo potrà obbligarmi a fare compromessi sulla sicurezza di Israele”. Più chiaro Zvi Hauser, segretario del governo israeliano: col voto odierno, dice, “la pace si allontana”.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, un passo decisivo e allo stesso tempo una necessità improcrastinabile per dotare l’Europa di un’infrastruttura finanziaria capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo più fingere di non vedere come ogni anno oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscano in investimenti extra Ue. Sono investimenti che abbiamo la possibilità, e il dovere, di intercettare. Il Vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l’occasione di approfondire questi temi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il processo per quattro medici in relazione alla morte di Andrea Purgatori, avvenuta nel luglio 2023. L’accusa contestata è di omicidio colposo. I pm di piazzale Clodio avevano chiuso le indagini lo scorso dicembre nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani. Ora la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che prenderà il via il prossimo 19 settembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha adottato il provvedimento direttoriale che definisce i termini di apertura dello sportello e le modalità di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni finalizzati a favorire l’acquisto di propulsori elettrici in caso di dismissione di motori endotermici per la nautica da diporto. Le istanze potranno essere presentate dalle ore 12.00 del giorno 8 aprile e fino alle ore 12.00 del giorno 8 maggio attraverso lo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Mimit. Lo comunica Confindustria Nautica.
Il provvedimento fa seguito all’adozione del decreto del ministro Adolfo Urso, di concerto con i ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze del 5 settembre 2024, e include anche l’acquisto di un eventuale pacco batterie per l’impiego e l’istallazione sulle unità da diporto. Alla misura sono destinati 3 milioni di euro.
Le domande devono essere presentate esclusivamente tramite la procedura informatica resa disponibile sul sito istituzionale del Soggetto gestore (www.invitalia.it) ed accessibile anche dal sito del Ministero (www.mimit.gov.it) tramite Spid. È richiesto il possesso di una casella di posta elettronica certificata (Pec) attiva. I richiedenti possono delegare alla compilazione della domanda una persona fisica individuata a mezzo di delega conferita con dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
I soggetti beneficiari potranno presentare una sola domanda di agevolazione che potrà riguardare l’acquisto di un massimo di due motori elettrici, nel caso in cui il richiedente sia una persona fisica, e più motori nel caso in cui il richiedente sia un’impresa proprietaria di unità da diporto utilizzate per fini commerciali.
Le agevolazioni, concesse sotto forma di contributo a fondo perduto e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, prevedono un importo concedibile fino a 8.000 euro nel caso di persona fisica e fino a 50.000 euro nel caso di impresa.
Fermi i limiti soggettivi imposti, il contributo per ogni singolo motore elettrico fuoribordo dotato di batteria integrata di potenza non inferiore a 0,5 Kw e fino a 12 Kw, è di 2.000 euro mentre per quelli fuoribordo con batteria esterna, entrobordo, entrofuoribordo o Pod è di 10.000 euro. Le agevolazioni concesse sono erogate in un’unica soluzione, successivamente alla integrale conclusione dell’acquisto.
“Questo provvedimento integra le moltissime iniziative di riforma normativa promosse attivamente dall’Associazione nazionale di categoria nell’ultimo biennio, principalmente orientate alla concorrenzialità della grande nautica, alla riduzione degli adempimenti per i diportisti, alla competitività delle aziende del charter e, appunto, alla piccola nautica” - commenta Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica. “Voglio a questo proposito ricordare la revisione del Regolamento di attuazione al Codice della nautica, con diverse disposizioni a favore dei natanti, e l’introduzione del Patentino D1, di cui è alla firma il decreto contenente le modalità di esame, in una fase in cui il nostro Ufficio Studi nell’ultima indagine sul mercato ha rilevato che, se le prospettive dell’industria nautica sono complessivamente positive, la piccola nautica registra incertezze”.
Nell’ottica di sostegno all’intero comparto si inquadra altresì il rafforzamento del Salone Nautico Internazionale di Genova, giunto alla sua 65° edizione, di cui lo scorso 20 febbraio sono state aperte le iscrizioni, e che quest’anno vedrà completati i lavori dell’area del Waterfront cittadino ridisegnato da Renzo Piano e si aprirà al pubblico il 18 settembre 2025.
Roma. 18 mar. (Adnkronos Salute) - 'Sos uova' negli Usa, con scaffali vuoti e prezzi alle stelle causati dall'ondata di focolai di influenza aviaria negli allevamenti. "Le uova sono un alimento altamente nutriente, ricco di proteine di elevata qualità, vitamine e minerali essenziali per il benessere del corpo. Grazie al loro valore biologico e alle numerose proprietà benefiche, sono spesso protagoniste in cucina, sia in preparazioni dolci che salate. La recente epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti ha portato all'abbattimento di milioni di galline ovaiole. Ma la buona notizia è che esistono molte alternative valide che possono compensare, almeno in parte, le caratteristiche nutrizionali e funzionali delle uova". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione all'Università Lum.
"Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di eliminare le uova dalla propria alimentazione, sia per motivi etici - come nel caso di chi segue una dieta vegana - sia per esigenze di salute, come accade per esempio in caso di allergie o di eventuali intolleranze", osserva Minelli. "Se consumate come alimento principale, alcune fonti vegetali come quinoa, soia e ceci possono rappresentare un'ottima alternativa - suggerisce il docente - poiché ricche di proteine, vitamine e minerali in grado di avvicinarsi ai benefici offerti dalle uova. Sostituire le uova nelle ricette, invece, può risultare più complesso. Oltre ad apportare valore nutrizionale, infatti, questo ingrediente svolge anche un ruolo fondamentale nella struttura delle preparazioni, fungendo da legante e agente lievitante".
Secondo Minelli, "in alcuni casi, i formaggi possono sostituire le uova per il loro elevato tenore in proteine, simile a quello delle uova. In particolare, i sostituti dell'uovo possono essere i formaggi cremosi come la ricotta o il mascarpone, che spesso vengono usati come legante di altri ingredienti in impasti di torte salate, polpette o ripieni; oppure il formaggio grattugiato, come il parmigiano o il pecorino, può dare struttura e compattezza a preparazioni come sformati e gnocchi". Sebbene non esista un unico alimento vegetale in grado di replicare la funzione di legante e di agente lievitante, "è possibile ottenere risultati simili utilizzando diverse alternative. Ad esempio, si possono impiegare ingredienti come purea di frutta, yogurt vegetale o farina di ceci per migliorare la consistenza e il legame tra gli elementi, mentre per la lievitazione si può ricorrere a lievito chimico o bicarbonato di sodio", conclude il medico.
Roma, 18 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Giovedì 20 marzo 2025, in occasione della Giornata nazionale delle università, promossa dalla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e Anci, l’Università di Roma Tor Vergata aderisce all’iniziativa 'Università svelate', aprendo il suo orto botanico a studenti delle scuole medie inferiori e superiori, cittadini e comunità universitaria per un’esperienza immersiva nella ricerca sulla sostenibilità e sulla tutela della biodiversità. L’iniziativa rappresenta un’opportunità per l’Università di Roma Tor Vergata di svelare un luogo non conosciuto da tutti del territorio, ma di grande valore scientifico e didattico, avvicinando le giovani generazioni e la cittadinanza alla consapevolezza ambientale.
In particolare, le scuole avranno l’occasione di far scoprire agli studenti come la ricerca botanica possa offrire soluzioni concrete per la tutela dell’ecosistema e comprendere il ruolo attivo che ogni cittadino deve avere nel rispetto dell’ambiente.
La giornata si aprirà alle ore 10.30 con una conferenza online su Microsoft Teams, con gli interventi di Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Antonella Canini, prorettrice all’Ambiente, alla sostenibilità e alla transizione energetica, Rosaria Alvaro, prorettrice alle Politiche di innovazione sociale, e Nicola Franco, presidente del VI Municipio.
“L’iniziativa Università svelate è un’opportunità per aprire le porte della conoscenza e mostrare il valore della ricerca scientifica per la società. In questa giornata vogliamo rendere accessibile a tutti un luogo chiave del nostro Ateneo: l’Orto Botanico. Un patrimonio di biodiversità e ricerca che mettiamo a disposizione delle scuole e dei cittadini, per sensibilizzare sull’importanza della tutela dell’ambiente e della sostenibilità”, ha dichiarato il rettore Nathan Levialdi Ghiron.
Il programma prevede due visite guidate gratuite, alle ore 11.00 e alle ore 16.00, durante le quali studenti, cittadini e comunità accademica potranno esplorare le collezioni botaniche, osservare da vicino le specie vegetali conservate e conoscere i progetti di ricerca attivi per la conservazione della biodiversità e la rigenerazione ambientale. Oltre alle visite guidate, saranno organizzate lezioni itineranti, in cui i partecipanti potranno approfondire temi legati alla sostenibilità, alla botanica applicata e all’impatto ambientale delle attività umane, grazie alla guida di esperti e ricercatori dell’Ateneo.
“L’orto botanico di Roma Tor Vergata è un centro di ricerca, conservazione e formazione, in cui lo studio delle piante diventa un elemento chiave per la sostenibilità ambientale e per le biotecnologie verdi. Con questa iniziativa vogliamo trasmettere ai più giovani l’importanza della biodiversità, mostrando come la scienza possa offrire strumenti concreti per la tutela dell’ecosistema. La conoscenza botanica non è solo studio, ma un’azione di responsabilità verso il nostro pianeta”, ha spiegato Antonella Canini, prorettrice all’Ambiente, alla sostenibilità e alla transizione energetica.
Durante le attività, i partecipanti avranno l’opportunità di comprendere il ruolo delle piante nella vita quotidiana, dall’agricoltura sostenibile alla rigenerazione urbana attraverso le specie autoctone, e di scoprire come ciascuno possa contribuire alla salvaguardia dell’ambiente con piccoli gesti quotidiani. L’orto botanico non è solo un centro di ricerca, ma un ponte tra università e territorio, un luogo che custodisce un prezioso patrimonio di biodiversità e innovazione scientifica. L’iniziativa Università Svelate rappresenta un’occasione unica per scoprire questo spazio e per riflettere sulle sfide ecologiche del presente e del futuro.
“L’università deve essere parte attiva della società, promuovendo il dialogo e la consapevolezza sulle grandi sfide che ci troviamo ad affrontare. Con l’iniziativa Università Svelate vogliamo creare un’opportunità di crescita per i più giovani, affinché questa esperienza diventi il punto di partenza per un percorso di responsabilità e di attenzione verso il mondo che ci circonda. Vogliamo raccontare e mostrare concretamente come gli atenei siano un patrimonio collettivo, aperto a tutti e orientato al futuro”, ha sottolineato Rosaria Alvaro, prorettrice alle Politiche di innovazione sociale.
Questa giornata non è solo un’occasione per visitare un luogo speciale, ma un’opportunità per guardare la natura con occhi diversi. Ogni passo tra le piante dell’orto botanico può diventare il primo verso una maggiore consapevolezza ambientale, da portare con sé ben oltre questa esperienza.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Reputiamo molto incoraggianti gli sviluppi politici in Libano, e l’Italia continuerà a fare la propria parte a favore della stabilità e della sovranità libanese. In questo quadro, il mantenimento del cessate il fuoco rimane un fattore decisivo, così come l’impegno per sostenere le fasce più deboli della popolazione, a partire da sfollati interni e rifugiati". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.