Rendere più efficiente il Parlamento affidando al caso la scelta dei legislatori. Per migliorare la qualità delle leggi proposte e del sistema politico in generale, «malato alla radice», che oggi crea sempre più «distacco tra elettorato ed eletti». Non è la trama di un romanzo di fantascienza, ma il risultato di un esperimento scientifico interdisciplinare – accreditato da riviste nazionali ed internazionali – condotto da un team di docenti dell’università di Catania. E pubblicato anche in un libro fresco di stampa,Democrazia a sorte, scritto a ben dieci mani da due economisti, due fisici e un sociologo. La teoria che ci sta dietro è semplicissima: «Affidare l’istituzione parlamentare del nostro Paese a chi non sta dentro la grande macchina della politica e creare una democrazia contaminata da un’estrazione a sorte dei suoi protagonisti». Mescolando una serie di esperienze giurisdizionali del passato, un’analisi della situazione attuale, uno studio socio-politico e un modello matematico di socio-fisica.
Una proposta che potrebbe non piacere alla classe politica attuale ma che, a detta degli autori – gli economisti Maurizio Caserta e Salvatore Spagano, i fisici Andrea Rapisarda ed Alessandro Pluchino e il sociologo Cesare Garofalo – contribuirebbe a cambiare radicalmente l’approccio alla legislazione. Introducendo all’interno del Parlamento un dato numero di normali cittadini, scelti rigorosamente tramite sorteggio, che possa servire da reale rappresentanza dei bisogni di tutti. Massimizzando così l’efficienza delle leggi proposte. A calcolare il numero ottimale di questi deputati indipendenti dai partiti un sistema di simulazione virtuale al computer.
Un elemento, quello della casualità, non nuovo alla squadra di studiosi catanesi che nel 2010 si è aggiudicata l’Ignobel, premio alle ricerche più improbabili, dimostrando come un’azienda può migliorare la sua produttività se i suoi dirigenti sono scelti a caso da un sistema di «promozione random». Intuizione applicata qualche mese dopo – e con le dovute modifiche – anche alla politica. Così è nato Politici per caso, lo studio su cui si basa Democrazia a sorte. Che si sviluppa su un percorso interdisciplinare a tappe, partendo da una domanda: «A cosa serve la democrazia?».
«La disaffezione politica dipende soprattutto dalla diminuzione della rilevanza democratica», spiega Salvo Spagano, autore del primo capitolo del volume. Che non dipende solo dalle colpe di chi siede in Parlamento. «Una parte importante delle democrazia viene fornita dai cittadini vigilando sulla rappresentanza», sottolinea il giovane economista. Al ruolo delle persone comuni, che possono e devono agire in prima persona, va sommato poi quello «benefico del caso». Ne è convinto il fisicoAndrea Rapisarda, che ne spiega le motivazioni nel secondo capitolo. «Un pizzico di casualità – sottolinea il docente – è sempre salutare per il sistema. E può avere un ruolo fondamentale anche a livello parlamentare».
Come questi due elementi possono apportare migliorie all’istituzione parlamentare lo spiega Maurizio Caserta, docente di Economia politica e neocandidato alla poltrona di sindaco di Catania alle prossime amministrative con un progetto politico basato proprio sulla collaborazione con i cittadini. «Il Parlamento serve a generare benessere e a fare delle cose utili, anche se ultimamente il nostro giudizio sulla sua utilità è diminuito», sottolinea l’econimista. Per raggiungere questo scopo al meglio, al suo interno devono essere «rappresentate tutte le sensibilità dell’elettorato, con un universo il più variegato possibile di persone». Una logica, invece, che oggi «il sistema dei partiti sacrifica».
Eppure il sistema elettorale a sorteggio vanta antenati illustri. Veniva utilizzato – con successo – già nella Serenissima repubblica di Venezia e ancor prima nell’antica Grecia, dove già «si sapeva che le elezioni favoriscono un’élite di pochi», sottolinea il sociologo Cesare Garofalo. Con interessi distinti da quelli dell’elettorato. «I partiti sono per natura corruttori e i loro meccanismi interni portano a delle distorsioni disastrose, che oggi tocchiamo con mano».
Ma quanti devono essere gli elementi casuali da portare in Parlamento per farlo funzionare meglio? Il compito di calcolarli è affidato alla fisica, o meglio alla socio-fisica, materia che applica gli studi fisici alle strutture sociali. In cui, «i comportamenti degli esseri umani, analizzati in grandi gruppi, possono essere studiati come quelli delle particelle», spiega il fisico Alessandro Pluchino. E’ lui, nelle conclusioni del volume, ad introdurre il valore aggiunto di Democrazia a sorte: «Un modello matematico sviluppato ad hoc per simulare al computer gli agenti virtuali», spiega il docente. Con cui calcolare quella che gli autori definiscono «la regola d’oro dell’efficienza», ovvero il numero dei «politici per caso» con cui risollevare le sorti della democrazia. Un dato che dipende da diverse variabili ma che, in generale, in un sistema perfettamente bipolare è in relazione allo scarto di voti tra maggioranza e opposizione: minore è la differenza, minori saranno i politici per caso. E viceversa. Su 500 parlamentari e una maggioranza al 60 per cento, per esempio, gli indipendenti saranno 140.
di Perla Maria Gubernale
Politica
Democrazia per caso. Se scegliere a sorte i deputati fa bene alla politica
Uno studio di cinque docenti dell'Università di Catania - due economisti, due fisici e un sociologo - "propone" una alternativa al sistema parlamentare che paradossalmente potrebbe renderlo più efficiente: sorteggiare una quota di rappresentanti tra i cittadini stessi. Non una democrazia a caso, in realtà. Bensì un sistema che prevede il controllo all'interno, e la "rappresentanza di tutte le sensibilità dell'elettorato"
Rendere più efficiente il Parlamento affidando al caso la scelta dei legislatori. Per migliorare la qualità delle leggi proposte e del sistema politico in generale, «malato alla radice», che oggi crea sempre più «distacco tra elettorato ed eletti». Non è la trama di un romanzo di fantascienza, ma il risultato di un esperimento scientifico interdisciplinare – accreditato da riviste nazionali ed internazionali – condotto da un team di docenti dell’università di Catania. E pubblicato anche in un libro fresco di stampa,Democrazia a sorte, scritto a ben dieci mani da due economisti, due fisici e un sociologo. La teoria che ci sta dietro è semplicissima: «Affidare l’istituzione parlamentare del nostro Paese a chi non sta dentro la grande macchina della politica e creare una democrazia contaminata da un’estrazione a sorte dei suoi protagonisti». Mescolando una serie di esperienze giurisdizionali del passato, un’analisi della situazione attuale, uno studio socio-politico e un modello matematico di socio-fisica.
Una proposta che potrebbe non piacere alla classe politica attuale ma che, a detta degli autori – gli economisti Maurizio Caserta e Salvatore Spagano, i fisici Andrea Rapisarda ed Alessandro Pluchino e il sociologo Cesare Garofalo – contribuirebbe a cambiare radicalmente l’approccio alla legislazione. Introducendo all’interno del Parlamento un dato numero di normali cittadini, scelti rigorosamente tramite sorteggio, che possa servire da reale rappresentanza dei bisogni di tutti. Massimizzando così l’efficienza delle leggi proposte. A calcolare il numero ottimale di questi deputati indipendenti dai partiti un sistema di simulazione virtuale al computer.
Un elemento, quello della casualità, non nuovo alla squadra di studiosi catanesi che nel 2010 si è aggiudicata l’Ignobel, premio alle ricerche più improbabili, dimostrando come un’azienda può migliorare la sua produttività se i suoi dirigenti sono scelti a caso da un sistema di «promozione random». Intuizione applicata qualche mese dopo – e con le dovute modifiche – anche alla politica. Così è nato Politici per caso, lo studio su cui si basa Democrazia a sorte. Che si sviluppa su un percorso interdisciplinare a tappe, partendo da una domanda: «A cosa serve la democrazia?».
«La disaffezione politica dipende soprattutto dalla diminuzione della rilevanza democratica», spiega Salvo Spagano, autore del primo capitolo del volume. Che non dipende solo dalle colpe di chi siede in Parlamento. «Una parte importante delle democrazia viene fornita dai cittadini vigilando sulla rappresentanza», sottolinea il giovane economista. Al ruolo delle persone comuni, che possono e devono agire in prima persona, va sommato poi quello «benefico del caso». Ne è convinto il fisicoAndrea Rapisarda, che ne spiega le motivazioni nel secondo capitolo. «Un pizzico di casualità – sottolinea il docente – è sempre salutare per il sistema. E può avere un ruolo fondamentale anche a livello parlamentare».
Come questi due elementi possono apportare migliorie all’istituzione parlamentare lo spiega Maurizio Caserta, docente di Economia politica e neocandidato alla poltrona di sindaco di Catania alle prossime amministrative con un progetto politico basato proprio sulla collaborazione con i cittadini. «Il Parlamento serve a generare benessere e a fare delle cose utili, anche se ultimamente il nostro giudizio sulla sua utilità è diminuito», sottolinea l’econimista. Per raggiungere questo scopo al meglio, al suo interno devono essere «rappresentate tutte le sensibilità dell’elettorato, con un universo il più variegato possibile di persone». Una logica, invece, che oggi «il sistema dei partiti sacrifica».
Eppure il sistema elettorale a sorteggio vanta antenati illustri. Veniva utilizzato – con successo – già nella Serenissima repubblica di Venezia e ancor prima nell’antica Grecia, dove già «si sapeva che le elezioni favoriscono un’élite di pochi», sottolinea il sociologo Cesare Garofalo. Con interessi distinti da quelli dell’elettorato. «I partiti sono per natura corruttori e i loro meccanismi interni portano a delle distorsioni disastrose, che oggi tocchiamo con mano».
Ma quanti devono essere gli elementi casuali da portare in Parlamento per farlo funzionare meglio? Il compito di calcolarli è affidato alla fisica, o meglio alla socio-fisica, materia che applica gli studi fisici alle strutture sociali. In cui, «i comportamenti degli esseri umani, analizzati in grandi gruppi, possono essere studiati come quelli delle particelle», spiega il fisico Alessandro Pluchino. E’ lui, nelle conclusioni del volume, ad introdurre il valore aggiunto di Democrazia a sorte: «Un modello matematico sviluppato ad hoc per simulare al computer gli agenti virtuali», spiega il docente. Con cui calcolare quella che gli autori definiscono «la regola d’oro dell’efficienza», ovvero il numero dei «politici per caso» con cui risollevare le sorti della democrazia. Un dato che dipende da diverse variabili ma che, in generale, in un sistema perfettamente bipolare è in relazione allo scarto di voti tra maggioranza e opposizione: minore è la differenza, minori saranno i politici per caso. E viceversa. Su 500 parlamentari e una maggioranza al 60 per cento, per esempio, gli indipendenti saranno 140.
di Perla Maria Gubernale
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.